ALEXANDRA DAVID-NEEL di Devon Scott

Louise Eugenie Alexandrine David nacque il 24 ottobre 1868 a Saint-Mandé, presso Parigi, da una famiglia della ricca borghesia. I suoi genitori erano anziani e molto diversi tra loro: la madre, di origine belga, formalista e cattolica, si era unita ad un uomo che non amava e che, inoltre, era un libero pensatore di tendenze repubblicane, massone, calvinista, discendente del pittore prediletto da Napoleone, Jacques-Louis David.
Fu il padre ad influenzare gli studi, l’educazione e le scelte della figlia: il padre e i suoi amici, come Elisée Reclus, famoso geografo, repubblicano e socialista, amico di Bakunin, che trovò in Alexandra una seguace entusiasta di idee sociali progressiste e uno spirito ribelle e anticonvenzionale. Fin da ragazzina fu appassionata lettrice di Jules Verne, ma anche di libri che parlavano di esplorazioni, di imprese eroiche, di santi e filosofi. Manifestò un immenso amore per viaggi e avventure, un interesse anomalo per i problemi sociali e per i ceti più poveri.

Nell’immagine a lato,
una foto giovanile dell’Autrice

Studiò le religioni dell’Estremo Oriente, il sanscrito, i testi buddhisti, ma anche i saggi delle proto-femministe, che reclamavano per le donne pari opportunità e diritto di voto. In seguito avrebbe manifestato le sue idee sull’argomento nei due polemici saggi Le mariage, profession pour les femmes e Le féminisme rationnel. Fu attratta da ideali di ascetismo e scandalizzò la famiglia col rifiuto di mettersi bei vestiti e ornamenti lussuosi, con i digiuni e le privazioni che si imponeva per fortificarsi: quasi un allenamento per la sua vita futura di esploratrice.

A 15 anni cominciò a studiare musica e canto, per educare la sua bella voce da soprano; nello stesso periodo nacque il suo interesse per l’occulto, dopo aver trovato un giornale inglese edito dalla Società della Gnosi Suprema, diretta da Elisabeth Morgan. L’estate seguente, mentre la famiglia era diretta a Bruxelles, scappò e raggiunse l’Inghilterra. A Londra incontrò la signora Morgan, che la convinse a ritornare dai genitori, ma l’esperienza le piacque tanto che la rifece altre volte, come quando attraversò a piedi il San Gottardo, arrivando fino a Milano.
Nel 1888 si recò a Londra e vi soggiornò per un anno; qui rivide la signora Morgan, che la presentò a Madame Blavatsky e la introdusse negli ambienti teosofici. Seguì poi dei corsi di orientalismo alla Sorbona di Parigi, dove venne in contatto con circoli radicali. Una piccola eredità le permise infine di realizzare praticamente i suoi sogni: partì per l’Estremo Oriente e visitò lo Sri Lanka e l’India. Finiti i fondi, nonostante l’immenso fascino che quei luoghi esercitavano su di lei fu costretta a tornare in Europa.

Per guadagnarsi da vivere pensò di dedicarsi al canto a livello professionale; nonostante qualche interessante ingaggio, non ebbe un gran successo. Accortasi che stava sprecando il suo tempo, nel 1900 accettò un lavoro a Tunisi; qui conobbe Philip Néel, che sposò nel 1904. Il matrimonio non mise freni alla sua vita movimentata: collaborò con vari giornali e riviste, scrivendo articoli che la portavano a viaggiare continuamente. Aderì ad una loggia mista massonica e ad un movimento rosicruciano. Nel 1911, in accordo col marito (che rimase in Francia), partì per l’Oriente: si rividero solo nel 1926.
Guardata con qualche sospetto dalla polizia, a conoscenza delle sue idee estremiste, girò la Cina, il Giappone, la Corea, l’India e il Nepal, portando avanti gli studi sul sanscrito con tali lusinghieri risultati da ottenere un diploma honoris causa dall’università di Benares. Nel 1914 incontrò un giovane lama, Aphur Yongden, che divenne suo compagno di viaggi e in seguito amatissimo figlio adottivo. Insieme tentarono più volte di entrare in Tibet, riuscendo solo a farsi cacciare dal Sikkim nel 1916. Non potendo tornare in Francia a causa della Prima Guerra Mondiale, Alexandra e Yongden viaggiarono attraverso la Cina e la Mongolia, riuscendo poi ad arrivare al monastero di Kum Bum tra mille peripezie. Qui si fermarono tre anni, durante i quali la donna studiò dottrine esoteriche e venne a conoscenza delle tecniche misteriose usate dai mistici locali. Poi ripartì e, dopo un viaggio lunghissimo fatto a piedi, fu la prima donna occidentale ad entrare a Lhasa nel 1924, travestita da pellegrina.

Nell’immagine a lato,
Alexandra in abbigliamento tibetano

Al suo ritorno in Francia, nel 1925, preceduta da una fama ormai internazionale, fu accolta con tutti gli onori e venne anche insignita, per i suoi meriti, della Légion d’honneur. Si separò amichevolmente e consensualmente dal marito, che l’aveva aiutata moralmente e finanziariamente durante le sue avventure. Pubblicò poi i suoi libri più famosi: Viaggio di una parigina a Lhasa, Mistici e maghi del Tibet, Nel paese dei briganti gentiluomini.
Nel 1928 si fece costruire a Digne (in Provenza) una casa, Samten-Dzong, la sua “fortezza di meditazione”. Rimase tranquilla a godersi il clima ed a scrivere libri fino al 1937, quando ripartì per la Cina, rimanendovi fino al 1946, per nulla spaventata dalla guerra in corso nel paese. Tornata in patria, nel 1955 perse il figlio Yongden, evento dolorosissimo che non piegò questa donna eccezionale: morì a quasi 101 anni, mentre aspettava che le rinnovassero il passaporto per affrontare l’ennesimo viaggio in Oriente. Il corpo fu cremato e le sue ceneri disperse sul sacro fiume Gange.

Bibliografia
Per saperne di più vi rimando a Portrait of an Adventurer di Ruth Middleton, Paperback / Shambhala Publications; e al saggio La scrittrice abita qui. Un viaggio nelle case e nella vita sentimentale di Grazia Deledda, Marguerite Yourcenar, Colette, Alexandra David-Néel, Karen Blixen, Virginia Woolf di Sandra Petrignani, Edizioni Neri Pozza, 2002.

Potete leggere la recensione di Magia d’amore, magia nera, edizioni Venexia.

Autore: Devon Scott
Messo on line in data: Novembre 2006