BROCELIANDE, LA FORESTA DI MERLINO di Devon Scott

Brocéliande.
Un nome melodioso per una terra immersa nel verde, dove ogni albero, ogni specchio d’acqua e ogni pietra raccontano di amori e di incantesimi.
Dove Merlino, ormai un vecchio dalla barba bianca, incontrò la bella e dolce Vivian, se ne innamorò e rinunciò ai suoi poteri per la fanciulla dai capelli neri e dagli occhi grigi, trasparenti come le acque della Fontana di Barenton, presso la quale egli la vide per la prima volta.

Nel cuore della Bretagna, tra il Morbihan e l’Ile–et–Vilaine, si trova la Foresta di Paimpont. A noi può sembrare immensa, ma non è che una piccola parte, sopravvissuta fino ad oggi, di quella che un tempo era  la sterminata Foresta Armoricana, lunga 140 chilometri.
La sua bellezza, la maestosità dei suoi alberi e le proprietà magico–curative delle acque della Fontana di Barenton sono citate a partire dal XII secolo. Robert Wace, nel suo Roman de Rou, ne descrisse le meraviglie ed in particolare menzionò l’abitudine degli abitanti della zona di recarsi alla fonte, riempire un corno con l’acqua calda che ne sgorgava e bagnare le pietre, per ottenere la pioggia nella stagione secca.

Nella foto a lato,
la Foresta di Paimpont (1)

Anche Chrétien de Troyes, autore di una celebre opera sul Graal, fece della fontana il centro di ogni azione nel suo romanzo in versi Yvain ou le Chevalier au lion.
Eppure questa parte della Bretagna è fuori dagli usuali percorsi turistici; poche guide ne parlano e lo fanno in modo superficiale: questa non è la famosa Bretagna dei vacanzieri.
Non è la Bretagna delle lunghe spiagge atlantiche, delle stazioni per le cure talassoterapiche, dei Calvari e delle coste rocciose dai massi dipinti.
E’ una regione di boschi fitti e silenziosi, di stagni profondi, dove gli abitanti appendono sugli alberi, oggi come venti secoli fa, nastri, catenine, fazzoletti e coroncine di fiori per ringraziare le fate per i loro doni.
Ma la Brocéliande è stata, e soprattutto è ancora, la terra di Merlino il mago.

Merlino, incantatore e profeta, nato (secondo le leggende riportate da Robert de Boron nel XII secolo, poi da autori posteriori fino al 1500) da una donna di stirpe regale e da un demone incubo giunto a lei di notte. Figlio di una principessa, ma considerato un bastardo, Merlino crebbe nella reggia del nonno, solitario e precocissimo nel manifestare i suoi straordinari poteri.
A sette anni fu condotto davanti a re Vortigern, l’usurpatore; costui stava cercando di far costruire una torre inespugnabile per difendersi dalle armate del vero re, ma l’edificio ogni notte, puntualmente, crollava. I maghi di corte avevano decretato che soltanto il sangue di un fanciullo nato senza padre avrebbe reso solide le fondamenta: un rito praticato abitualmente da secoli, e non solo dai Celti.
Merlino, presentatosi al re senza alcuna paura, gli rivelò che sotto le fondamenta dormivano due draghi; pur incredulo e con la disapprovazione dei maghi di corte, ansiosi di veder scorrere il sangue del ragazzo, Vortigern diede ordine di scavare. Apparvero allora due draghi dormienti, uno bianco ed uno rosso; essi si risvegliarono e si uccisero l’un l’altro combattendo.
Impressionato, il re chiese al piccolo profeta il significato dello scontro.


Nell’immagine a lato,
“Leggenda di Barenton” nella chiesa di Trehorenteuc, con l’interno dipinto da Karl Rezabec, prigioniero tedesco, affascinato dai poemi del Ciclo del Graal (2)

Merlino profetizzò la sconfitta e la morte di Vortigern e la vittoria del vero re, privato con l’inganno del trono. All’arrivo del re, Uther Pendragon, Merlino ne divenne consigliere.
Un’altra leggenda, più suggestiva, narra che il vero re, Aurelio Ambrogio (fratello maggiore di Uther), riconobbe in Merlino il frutto di una notte d’amore con la principessa gallese. Ritrovato il padre, pur essendo primo nella successione legittima al trono, Merlino preferì tenersi in disparte, sapendo che il paese aveva bisogno di un re guerriero.

Salito al trono, Uther Pendragon diede una grande festa per conoscere i suoi vassalli ed alleati; e si innamorò, a prima vista e furiosamente, di Ygraine, la giovanissima sposa di Gorlois, il vecchio duca di Cornovaglia.
Ygraine ed il duca ripartirono subito per il loro castello di Tintagel, sperando di arginare lo scandalo scoppiato a causa delle pesanti avances del re. Ma Uther chiese a Merlino di trasformare il suo aspetto, con la sua magia, in quello del duca, per poter passare una notte d’amore con Ygraine.
Gorlois cadde in battaglia quella stessa notte ed Uther poté sposare la sua dama. Ma la notte, come quella passata tra la madre di Merlino e Aurelio Ambrogio, aveva lasciato uno strascico: Artù.
Il bimbo, concepito fuori dal matrimonio, fu dato a Merlino, che lo protesse dai numerosi nemici nascondendolo nel castello di un amico. Alla morte di Uther Artù rivendicò il trono ed elesse Merlino suo consigliere e “profeta del re”.

Nella foto a lato, la Fontana di Barenton (3)

Con gli anni la potenza del mago divenne immensa.
Quando il re non aveva bisogno di lui, Merlino era solito vivere in Bretagna, nella foresta della Brocéliande, che gli era molto cara.Un giorno, recatosi come faceva sempre a meditare vicino alla fontana di Barenton, incontrò Vivian.

Figlia di un nobile della zona, forse il proprietario dell’odierno castello di Comper, ella chiese a Merlino di mostrarle una magia. Ed il mago fece apparire un giardino pieno di giovani cavalieri e di fanciulle che danzavano al suono di una musica celestiale.
Vivian ne fu deliziata. Ma fu Merlino ad essere ammaliato. Per piacerle, egli le donò, con un incantesimo, un magnifico castello, di cui la fece padrona assoluta. Lo protesse con la sua magia, in modo tale che il parco ed il castello sembrassero, agli occhi di tutti, solo un lago come tanti altri.

Nella foto a lato,
il castello di Comper (4)

Ma Vivian non voleva solo il castello: voleva la magia di Merlino.
Giorno per giorno, anno dopo anno, Merlino le trasmise il suo sapere, le insegnò a riconoscere le erbe, le piante, a fabbricare pozioni, a leggere nelle stelle; le rivelò tutte le sue formule più segrete, tranne l’ultima.
Occorsero tutte le capacità di fascinazione di Vivian perché anche l’ultimo segreto venisse svelato.

Nell’immagine a lato,
“L’inganno di Merlino” di Edward Burne-Jones (1833-1898).
Olio su tela, Lady Lever Art Gallery (5)

E un giorno Merlino cedette e le rivelò la formula per chiudere per sempre un uomo in una prigione invisibile e inviolabile.
Ma Vivian, appena Merlino si fu addormentato, ripeté parole e gesti e il mago venne rinchiuso in una prigione d’aria, che nessuno può vedere né aprire, fino alla fine dei tempi.

Un albero segna l’ingresso alla tomba di Merlino, dove l’incantatore riposa per l’eternità. Sui suoi rami, uomini e donne appendono fiori intrecciati a foglie e nastri colorati, per chiedere un incantesimo d’amore al mago che perse tutto per amore.

Merlino, nella tua grotta di cristallo
Immerso nel diamante del giorno
Esisterà mai un cantore
La cui musica attenui
Il solco tracciato dal dito di Adamo
Nel prato e nell’onda?

Nella foto a lato,
la cosiddetta “tomba di Merlino” (6)

Merlino, l’incantatore, non ricomparve mai più.
Vivian prese il suo posto accanto ad Artù, nuova profetessa e maga del re. Ebbe molti amanti, ma non si sposò mai.
Una leggenda dice che il suo spirito vaga nel vento tra gli alberi della Brocéliande, pronto a pronunciare le tre magiche parole che risveglieranno il mago dal suo sonno nel momento in cui la Bretagna avrà bisogno del suo aiuto.

Office Touristique de Brocéliande
37, Avenue de la Libération
35380 Plélan–le–Grand.

Centre de l’Imaginaire Arthurien, Castello di Comper
Orari: 10–19 (tutti i giorni, martedì escluso)
Prenotazione di visite guidate nella foresta.
Tel. 0033 97227996.

Autore: Devon Scott
Messo on line in data: Settembre 2000

Nota
Le foto 1 e 4 sono di André Guépin e sono tratte dalla monografia Brocéliande di Maud Ovazza, che appartiene alla Collection “La Bretagne” curata da Michel Renouard, Editions Ouest–France, Rennes.
I versi sono di “Merlino” di Edwin Muir (da Collected Poems, edizioni Faber and Faber).