FANTASMI E APPARIZIONI A MATERA di Rossana Tinelli

Non solo castelli…

Quando pensiamo al luogo di apparizione di fantasmi, a situazioni legate all’inspiegabile, si va con la mente a tetri castelli, a dimore in rovina nelle foreste, a scogliere battute dal vento. Secondo certi racconti popolari, presso ogni paese c’è un luogo magico (una cinta di ruderi, uno spazio nel bosco, una palude) in cui vengono a vagare le anime dei morti, in attesa del Giudizio universale.
A Matera ci sono luoghi dove la gente racconta che “si vedeva“: nei rioni dei Sassi o nella cinta nuova attorno alle chiese come quella del Purgatorio, di San Giovanni. L’esclamazione “si vede“ indica perfettamente come nelle case, in alcune case della nostra città si sono verificate delle apparizioni dei fantasmi, esseri che vivono in uno stato intermedio fra la vita e la morte.

In tale condizione speciale sono tenuti da un motivo particolare, quale un dovere o una vendetta da compiere, un lavoro lasciato a metà, un obbligo da estinguere. Spesso tali apparizioni sopraggiungono in un punto e in un istante preciso sconvolgendo così, fino a negarle, le stesse categorie della percezione: lo spazio e il tempo. Il fantasma, l’ombra di un prete, di una donna, di un bambino diventano nelle case o in altri luoghi un’aggressione proibita, minacciosa, che spezza la stabilità di un mondo le cui basi reggono su criteri razionali e scientifici. L’impossibile sopraggiunge all’ improvviso, le sue manifestazioni sono tanto terribili o destabilizzanti quanto più il loro ambiente è familiare, quando si introducono nel quotidiano, nelle mura domestiche: vicino alla spalliera del letto, inginocchiate a pregare, affacciate a una finestra,un soffio che alita vicino mentre ti addormenti, una mano che ti sfiora.

E’ questo margine fra sogno e realtà è un dato a volte acquisito fatto proprio dalla gente materana, che spesso ha vissuto tali fenomeni o ne ha sentito parlare da parenti o amici o da i vicini di casa. Se ne parla tranquillamente come se i fantasmi non fossero situati in un mondo onirico o immaginario, ma li rappresentano come partecipi al mondo reale. Questi esseri attraversano pareti vere di appartamenti veri, escono da vere cornici di quadri veri, s’affacciano da finestre vere nella strada che dà sui Sassi. Fanno tremare con i loro passi le scale della casa, sbattono furiosamente il portone di una chiesa o spostano il bicchiere lasciato sul comodino accanto al letto.

Il mondo del “si vede“ è quasi naturale: per accedervi basta il passaggio attraverso il sonno, o qualche inconsueto smarrimento, talvolta neppure avvertito: tanto che spesso soltanto quando è troppo tardi la persona che vive il contatto con l’apparizione, si accorge di aver abbandonato il terreno solido del vivere quotidiano per quello mobile di un’altra realtà inspiegabile. La persona, quando racconta la sua esperienza, arriva alla consapevolezza di essere penetrata nel misterioso “altrove“ e per comprendere, dopo un primo spavento, data l’irruzione dell’evento terrificante, usa le categorie della logica, della precisione, ma rimarrà sempre un’esperienza unica, da raccontare accumulando prove particolari per rendere l’esperienza verosimile e per discuterne come un fatto naturale e pur sempre misterioso.

 

Autore: Rossana Tinelli
Messo on line in data: Maggio 2008