GEOMETRIA OCCULTA: LE CAMPANE CELEBRI di Gaetano Barbella

La magia dei rintocchi dei campanili

Nell’antica cultura indiana si riteneva che l’influenza della musica inizi già allo stato fetale e continui durante tutta l’esistenza, fino alla morte. Ascoltare musica, cantare oppure suonare uno strumento, preparano tanto il corpo quanto la mente ad affrontare le difficoltà della vita e infine a comprendere e ad accettare la morte con dignità. Nella tradizione musicale indiana le melodie (Raga) e i cicli (Tala) possono provocare emozioni diverse, reazioni fisiologiche, agire sui fenomeni atmosferici; sono inoltre indicate in determinate stagioni o in differenti periodi del giorno o della notte. Dunque la voce e il suono di alcuni strumenti come le campane, flauti e arpa, nell’antichità, erano stimati preziosi mezzi capaci di concepire profondi cambiamenti a livello mentale e fisico. Questo concetto, da quel tempo, ha fatto grandi passi in avanti per determinare, nell’ambito scientifico contemporaneo, seri studi e ricerche a favore dell’organismo umano.
Una di queste ricerche, ad esempio, è del professor Herbert Fröhlich, un fisico, noto soprattutto per i suoi studi sulla superconduttività. Nei suoi trattati definì che l’oscillazione fondamentale delle membrane cellulari avviene a frequenze dell’ordine di 100 GHz e che, poiché le membrane cellulari sono composti di materiali dielettrici, una cellula si comporta come un risonatore dielettrico. Le applicazioni di alcune frequenze di dispositivi di generazione di frequenza possono migliorare o interferire con la risonanza cellulare e creare modifiche nella struttura dell’acqua all’interno di una cellula, e alcune teorie ipotizzano che influenzino anche il DNA. L’acqua presente nei tessuti sani ha un struttura differente da quella dei tessuti malati, quindi i medici che riconoscono questo fatto utilizzano alcuni tipi di musica, canti, diapason o campane tibetane come terapia.
Perciò si può dire che già nell’antichità agiva nell’intelletto umano la consapevolezza di una scienza che, poi, doveva rivelarsi luminosamente nel XVII secolo col termine di Cimatica.
Cimatica deriva dal greco “Kyma”, cioè grande onda. “In principio era il Verbo” e in sanscrito “Nada Brahma”, dunque “Il mondo è suono”.

Per ritornare all’armonia originaria della creazione, l’essere umano ha a sua disposizione il suono OM, il simbolo del suono creatore, “Nada Brahma”. Dunque la Cimatica è una scienza antica come il mondo e se ne parla, come già fatto capire, nelle scritture vediche. Tutta la creazione è una sinfonia di suoni, di vibrazioni, in cui le singole parti si inseriscono attratte dalla risonanza con i suoni simili.
La Cimatica è una scienza che studia le forme prodotte dalle onde ossia dalle frequenze che possono essere sonore, elettromagnetiche ecc.
Ecco che finalmente, nel 1787, arriva il suo tempo attraverso il fisico e musicista tedesco Ernst Florenz Friedrich Chladni con la pubblicazione dei suoi studi, frutto di appassionate ricerche sugli effetti del suono, con Entdeckungen ùber die Theorie des Klanges (Scoperte sulla teoria dei suoni). In questa ed altre sue opere all’avanguardia, Chladni, nato nel 1756 e morto nel 1829, pose le fondamenta di quella disciplina della fisica che avrebbe poi assunto la denominazione di acustica, la scienza del suono. Uno dei successi di Chladni fu quello di escogitare un metodo per rendere visibile quello che le onde sonore generano. Egli provò a far vibrare un arco da violino su una sottile lamina di metallo su cui distribuì una piccola quantità di sabbia: facendo scorrere l’archetto scoprì che la sabbia si separava andando a formare meravigliose forme simmetriche.
Due secoli dopo un altro scienziato e fisico svizzero, il dr. Hans Jenny, morto nel 1972 e pressoché sconosciuto nelle nostre università, trascorse tutta la vita a sperimentare la capacità del suono di creare forme, scattando numerose fotografie. Per condurre questi esperimenti si avvalse di svariati dispositivi: oscillatori sonori, microfoni, sofisticate apparecchiature fotografiche, registrazioni di musica classica e di voci parlate. Osservò che le forme e le figure che si producevano sulla sabbia, limatura di ferro, acqua e altro, quando sono soggette a vibrazioni sonore, avevano una certa prevedibilità. Il dr. Jenny dimostrò che le vibrazioni producevano forme geometriche, sfere, cristalli e anche spirali a forma di galassie. Facendo vibrare vari materiali, tra cui acqua, olio e grafite, in essi compaiono delle forme con struttura tridimensionale che variano con il variare delle frequenze e della loro intensità…

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Autore: Gaetano Barbella
Messo on line in data: Marzo 2018