HARRY POTTER MANIA di Devon Scott

Una nuova, gravissima epidemia ha contagiato 120 milioni di persone: la terribile “pottermania“.
E’ cominciata in sordina nel 1995, quando Joanne Kathleen Rowling, senza rendersi conto del pericolo, presentò all’ennesimo editore (proprio così, miei cari, è capitato anche a lei: tutti i precedenti l’avevano seccamente rifiutato) il suo libro Harry Potter e la pietra filosofale, il primo di una serie di virus ad alto potere infettante.
I primi contagiati furono i bambini, poi i genitori, poi gli amici bambini  dei bambini e gli amici adulti dei genitori, poi gli amici degli amici, gli amici degli amici degli amici, e così via. Presto si giunse all’invasione su scala mondiale, diffusa da una traduzione in 47 lingue.
E non è finita. Il quinto libro, Harry Potter e l’Ordine della Fenice, è, appunto, solo la quinta fase di una infezione a sette stadi: woh!! Non vediamo l’ora di ricevere la prossima dose…

Ebbene, sì, lo confesso, sono anch’io una “Pottermaniaca”, contagiata irrimediabilmente dopo la lettura del primo libro della serie, quello della pietra filosofale, comprato nella sezione “Ragazzi” tra una torma di marmocchi.
Gli ingredienti per piacere ai bambini e ai grandi (che, se sono genitori, zii, nonni hanno il magnifico alibi di dover leggere i libri per vedere se sono davvero adatti ai loro pargoli) ci sono tutti: un bambino buono, coraggioso e sfortunato, che ha perso i genitori in circostanze misteriose e tragiche (una lotta mortale tra maghi, che gli ha lasciato una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte), costretto a vivere con sgradevolissimi zii Babbani (cioè non-maghi), che lo fanno dormire in un sottoscala, e un orrido cugino ingordo, viziato, ciccione e prepotente. C’è Hogwarts, la scuola con gli amici del cuore, il fedelissimo Ron, e l’intelligentissima e un po’ saputella Hermione, con i bulli, con i professori da amare e quelli che trasformeresti volentieri in topi con un colpo di bacchetta magica, ma solo se nei paraggi ci fosse, molto affamato, il gatto Grattastinchi. A proposito, Hogwarts è in Inghilterra, ma non si sa esattamente dove: è una rinomata scuola per maghi e ha bisogno di essere nascosta ai Babbani e ai maghi cattivi, per la sicurezza dei suoi allievi.

A Hogwarts vi potrà capitare, camminando per i corridoi, di incontrare i fantasmi di Nick-quasi-senza-testa e del Barone sanguinario, un cane a tre teste che risponde al tenero nome di Fuffy, poltergeist dispettosi come Pix, e l’odioso Draco Malfoy, nemico giurato di Harry, con i suoi scagnozzi.
Ci troverete piatti che si riempiono da soli di squisitezze, porte nascoste da ritratti parlanti che si aprono con la parola d’ordine (inutile e dannoso prenderli a calci) e si scocciano se vengono disturbati mentre bevono il the con gli amici.
Potrete seguire le lezioni per imparare a fabbricare pozioni con l’ambiguo Severus Piton e fare incantesimi gambe-di-ricotta col minuscolo professor Vitius.
Per divertirsi c’è il Quidditch, un po’ cricket e un po’ football, che si gioca su scope volanti con una palla rossa (la Pluffa), due palle nere velocissime (i Bolidi) ed una pallina d’oro con ali d’argento (l’ambitissimo Boccino d’oro).
Potrete rosicchiare le squisite Cioccorane, che nel pacchetto hanno figurine di maghi celebri da collezionare, e le gelatine. Un consiglio da amica: non accettate mai una gelatina Tuttigusti+1; alcune sono buonissime, ma ne girano anche al gusto di cavolini di Bruxelles e perfino all’aroma di vomito. E al mondo non troverete regalo più divertente dei calzini che strillano di brutto quando diventano troppo puzzolenti per essere ancora usati.

La Rowling è nata il 31 luglio 1965 nel Gloucestershire, da una famiglia della media borghesia. Dopo la laurea in letteratura francese ha fatto vari lavori per sbarcare il lunario: ha insegnato inglese a Parigi per un anno, ha lavorato per Amnesty International e nel 1991 ha insegnato inglese in Portogallo, dove si è sposata la prima volta con un giornalista televisivo. Nonostante la nascita della figlia Jessica, il matrimonio è presto naufragato e la Rowling ha lasciato il Portogallo per andare presso la sorella a Edimburgo. Mentre si preparava a prendere l’abilitazione all’insegnamento, si è adattata a fare ogni tipo di lavoro per mantenere se stessa e la bambina.
Portato a termine, nel tempo libero, il primo volume della serie, ha cominciato a cercare un editore, collezionando vari rifiuti. Nel 1996, finalmente, il suo agente ha proposto Harry Potter e la pietra filosofale alla casa editrice Bloomsbury, che lo ha pubblicato l’anno seguente nella collana per ragazzi. Dal 1998, anno di uscita di Harry Potter e la camera dei segreti, il secondo volume, la scrittrice è costantemente in vetta alle classifiche dei best seller.

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il Calice di fuoco e l’ultimo finora pubblicato, Harry Potter e l’Ordine della Fenice, sono stati prenotati in tutto il mondo mesi prima della loro uscita nelle librerie. Addirittura, il sesto volume, titolo inglese Harry Potter and the Half-Blood Prince, in uscita a luglio e prenotabile sul sito di Amazon.com, è stato preceduto da un e-book con anteprime sulla trama.
J. K. Rowling è ora la seconda persona più ricca del Regno Unito, dopo la Regina Elisabetta. Ha preso innumerevoli premi e anche la massima onorificenza: l’Ordine dell’Impero britannico con la motivazione “per servizi resi alla letteratura”.
Nel 2001 si è risposata con il medico scozzese Neil Murray.

Nel 1997, quando la scrittrice accettò “solo” 700.000 dollari per i diritti del film tratto dal suo primo libro, non poteva nemmeno sognare che Harry Potter sarebbe diventato un mito. Il primo film, costato meno di 300 miliardi, ne ha incassati di più nei primi dieci giorni di programmazione e ha regalato al produttore 12 miliardi di guadagno per ogni fine settimana, per mesi, nei soli Stati Uniti.
Purtroppo per lei, la scrittrice non ha seguito l’esempio di George Lucas, che nel 1977, mentre stava girando “Guerre Stellari”, dato che era sottopagato chiese una percentuale sui diritti di merchandising. Gli fu subito concessa: chi avrebbe mai potuto desiderare oggetti come magliette, giochi, libri e videocassette, legati a uno strampalato film fantascientifico? La 20Th Century Fox ha avuto modo di piangere calde lacrime sui milioni di dollari finiti dritti dritti nelle tasche del regista.

Si rallegra invece la Salani, casa editrice italiana della serie di Harry Potter, arrivata alla diciannovesima ristampa del primo libro. E ugualmente gioisce la Warner Bros, per gli incassi dei trenini Harry Potter, scala del treno che porta gli allievi alla scuola di magia, per i pupazzi, i portachiavi luminosi dei personaggi, le scope volanti (marca Nimbus 2000), le magliette, i calici magici, le sveglie, i prodotti da toilette, le carte per fare trucchi magici e i dolci preferiti da Harry. I distratti, pur non potendo avere una Ricordella originale, che diventa rossa se ci si dimentica qualcosa, possono sempre comprare l’agenda elettronica di Harry Potter.
Per finire, il gioco della gara di levitazione, che ha sconvolto un deputato dell’Unione Sociale Cristiana tedesca e alcuni vescovi, che hanno visto nella vocina elettronica che ripete

 “Concentrati-Concentrati-Concentrati

un mezzo per indurre i bambini a familiarizzarsi con la magia e l’occulto.

Il film “Harry Potter e la pietra Filosofale“, il primo della serie, dura più di due ore (senza intervalli), che potrebbero sembrare mostruosamente lunghe per un film dedicato ai ragazzi, ma ogni fan di Harry Potter si infurierebbe se non vedesse rovesciati nel film tutti gli elementi che rendono affascinante il libro. Il regista Chris Columbus, che ha già girato “Mamma, ho perso l’aereo” e “Mrs Dubtfire, ha affermato di non aver cambiato nulla del libro, perfetto così com’è. E per questo sono andata a vederlo, per criticare e fare le pulci alle discordanze con l’originale su carta.
Daniel Radcliffe, da noi ignoto, ma notissimo al pubblico inglese per la sua interpretazione dello sceneggiato “David Copperfield“, è il piccolo mago Harry Potter. Robbie Coltrane è il buon gigante Hagrid, Maggie Smith la professoressa di Trasfigurazione. Un magnifico Richard Harris (purtroppo ora deceduto) è Silente, il direttore della scuola.
Il secondo film della serie ha bissato il successo del primo; e il terzo, poi il quarto, e così via, faranno la stessa cosa. E noi andremo a vederli tutti, in particolare noi che, se stiamo leggendo queste righe, proprio Babbani Babbani al 100% non siamo, almeno per vedere la faccia che faranno i veri Babbani, i poveretti che non hanno il privilegio di essere maghi, di fronte alle mirabolanti imprese di Harry Potter e dei suoi amici.

 

Autore: Devon Scott
Messo on line in data: Dicembre 2001