IL MISTERO DEI NUMERI (PARTE SECONDA) di Kyon

Accenni di matematica esoterica e qualche speculazione

Abbiamo dunque capito che i Numeri hanno grande importanza nel simbolismo; ma solo come mera rappresentazione? In realtà, ogni Numero, oltre al valore numerico, ha in sé anche le operazioni che lo è “componente”.

 

Cosa Sono i Numeri

Nella parte precedente c’è stato un gran scrivere riguardo al fatto che i Numeri hanno Sostanza=Essenza e, per questo, sono Pura Essenza; ed inoltre, cosa ancor più utile in pratica, essi Sono su ogni Piano d’Esistenza.
Ma cosa sono?

I numeri possono essere (e necessariamente nell’esoterismo sono anche) simboli, ma Non sono Simboli.
Questo è facilmente intuibile dal fatto che il Nucleo dei Simboli è costituito da uno o più Archetipi, mentre i Numeri Sono prima degli Archetipi. Facendo un paragone di facile comprensione, anche se inevitabilmente rozzo, possiamo pensare ai Concetti come agli atomi, alle Forme come alle molecole da essi composte; i Numeri sono gli elettroni, che caratterizzano i singoli atomi e la loro capacità di legarsi agli altri. Proprio come elettroni, i Numeri possono essere autonomi, mentre gli atomi privati di essi perdono le loro caratteristiche.
Tuttavia, sempre continuando il parallelismo, gli elettroni per acquisire Forma devono entrare nell’Equilibrio atomico, diventando così agenti di un Concetto (l’atomo stesso) di cui sono al contempo espressione.
Vedi a volte le coincidenze… si dice proprio “espressione numerica”. O algebrica che, come detto a proposito della numerazione cabalistica, non differisce se non nella forma; cosa in accordo con la matematica, d’altronde.

 

Son tutti i Numeri del mondo?

Entrando nello specifico, leggendo e provando, ci accorge ad un certo punto che la tanto esaltata “perfezione oggettiva” della matematica rischia di diventare un gigantesco boomerang se portata all’eccesso.
Se si prendono le dieci cifre e gli si attribuisce un significato (cosa che verrà fatta più avanti, nella III parte), sembra poi inevitabile trovare un significato a qualsiasi numero, dato che tutti i numeri sono composti dalle 10 cifre.
Ma allora, tutti i numeri sono Numeri, oppure c’è tanta speculazione non sostanziata?
La premessa doverosa potrebbe dare forse un risposta: prima di tutto, non ho le capacità matematiche per afferrare leggi e concetti che vadano oltre alle considerazioni più elementari; d’altronde, per quanto si possa essere esperti matematici, rimane il fatto che proprio nell’ambito della teoria dei numeri vi sono ancora moltissime cose inspiegate e, probabilmente, moltissime cose ancora da scoprire.
Sembrerebbe quindi, detto ciò, che effettivamente ogni valore numerico ha in sé il potenziale del Numero, solo attende di essere svelato.
Si potrebbe però anche ragionare in modo opposto, perché con molta probabilità rimarrà sempre qualcosa da scoprire, e con certezza per molti anni a venire, per cui questi inevitabili “buchi” nella conoscenza forniranno sempre e comunque appiglio per visionari (o interessati) speculatori, costituendo un perfetto “capro espiatorio” per le lacune concettuali della matematica esoterica.

La mia visione, che mi porta ad una posizione definibile come “semi-agnostica“, è la seguente…
Da un lato, le lacune della matematica esoterica potrebbero non essere affatto tali, ma apparire così a me perché non ho le capacità necessarie a colmarle.
Dall’altro, sempre a causa delle mie mancanze, sono facilmente preda della meraviglia mistica quando si parla di proprietà dei Numeri, perché non ho le basi di un matematico che, invece, sa spiegare in modo prettamente logico quanto osservato e ritenuto “magico”.
Contemporaneamente, però, entrambe le considerazioni sono contraddicibili.
La prima per il fatto che, sempre per mia opinione, la maggior lacuna sta nel fatto che non v’è lacuna; come detto prima, volendo ogni significato si fa in qualche modo “tornare”, perché a forza di “dai e ridai” con ogni tipo di operazione (finanche integrali e logaritmi), da un numero qualsiasi se ne può ottenere un altro qualsiasi. Per cui l’incapacità di un uso approfondito della matematica potrebbe essere un aiuto, invece che un ostacolo, alla matematica esoterica; una sorta di forma di autocontrollo, che impedisce di arrivare a speculazioni infondate.
Alla seconda considerazione, si può obiettare quanto si diceva a proposito del Caos: il fatto che una certa proprietà numerica sia perfettamente e logicamente spiegabile non rinnega il valore magico del Numero, perché comunque è in ogni modo naturale; e quindi Manifestazione, e quindi Divino, e quindi Natura.
Rimango dunque “sospeso a metà”, cercando di arrivare fin dove i miei limiti mi consentono. Tali limiti, non metto in dubbio, vanno superati; ma ciò va fatto con cognizione… ricordate Conoscere e Discernere?
Per cui, dando tempo al Tempo, mi rimetto al Giudizio di questo e per ora arrivo fin dove la Via è (o almeno a me sembra) chiara

 

Somma Pitagorica e Numero Segreto

Le due operazioni primarie della matematica esoterica sono tramandate (guarda Caso) dalla Scuola Pitagorica. E’ piuttosto sconcertante (per non dire scandaloso) che la prima operazione che vado ad illustrare sia ignobilmente chiamata “teosofica”, semplicemente perché da tale “disciplina” è stata utilizzata. Come da migliaia di streghe e magisti nei secoli precedenti, d’altronde…

La Somma Pitagorica (di seguito SP) è applicabile ai numeri che abbiano più di una cifra. Non è altro che la somma delle cifre, fino ad ottenere un Numero composto da una singola cifra.
Solitamente (e badate bene, è grezza approssimazione), quando il numero di partenza è formato da due sole cifre è considerato già Numero in sé, mentre la SP ne svela la finalità, il punto di compimento. Ad esempio, il 12 è Numero di grande valenza magica, mentre la sua SP [1+2=3] rivela l’unione Maschile+Femminile che porta al compimento del Concetto attraverso il raggiungimento del 3, ovvero dell’Equilibrio Evolutivo.
Quando i numeri sono composti da quattro o più cifre, più comunemente sono solo mezzo di trasporto del Numero, fornito dalla SP. I numeri a tre cifre sono forse i più complessi (come la corrispondenza del 3 stesso) e vanno studiati caso per caso.

Il Numero Segreto (di seguito NS) è anch’esso un procedimento derivatoci dalla Scuola Pitagorica, che porta alla serie. Il NS di un Numero è ottenibile sommando tutti i numeri che lo compongono, a partire da 1, compreso il numero stesso.
Il NS più famoso è quello ottenibile (ma sarebbe forse più corretto, a questo punto, dire estraibile) dal numero 4: [1+2+3+4=10]. Ecco dunque il famoso tetraktys.
Già per numeri di poco superiori il procedimento diventa laborioso, per cui conviene usare la formuletta per calcolare il NS di n:

NS = [n * (n+1)] / 2

Quindi, per esempio, per calcolare il NS di 24 basterà fare: [24*25/2 = 300].
Viene detto che il NS cela l’essenza del Numero, ma tuttavia io trovo che ciò non sia corretto e sicuramente per come mi sono espresso fin qui è una terminologia che creerebbe confusione. L’interpretazione del NS va svolta certamente caso per caso, ma spesso esso svela l’ambito di compimento del Numero, oppure ne rivela il modo quando questo abbia necessità di piùtransizioni; o, ancora, fornisce l’espansione dei singoli Principi che concorrono al Concetto di cui il Numero è partecipe.
Può essere utile, quindi, stabilire se un numero ‘x’ sia o meno un NS, e se sì di quale Numero. Per fare ciò basta notare che la formula per il calcolo del NS porta ad un’equazione di 2° grado: [2N=x^2+x], dove N è il nostro Numero, se esiste; ricordo infatti che si lavora in ambito intero, per cui un risultato non intero identifica il numero come non triangolare, quindi NON è un NS. La soluzione dell’equazione porta alla formuletta:

N = [radq(8*x+1)]-1 / 2

Appare complicata solo a causa del monitor. In realtà basta prendere il numero da verificare, moltiplicarlo per 8 e aggiungervi uno; il numero così ottenuto va posto sotto radice quadra, cosa che verifica immediatamente se si abbia a che fare con un NS o meno. In caso positivo, quindi il risultato ottenuto sia intero, basta sottrarvi uno e poi dividere per due, ottenendo il Numero celato dal numero di partenza.

 

Gli operatori matematico-esoterici (1)

Come accennavo, anche in ambito esoterico esistono operazioni fattibili e sensate. Ora, scusate se insisto, ma le parole, almeno una volta, non venivano scelte a caso (al limite a Caso XD), per cui può far riflettere che si parli di operazione magica, così come anche di “operare un cambiamento”. L’operazione, infatti, in matematica come in ambito esoterico e, di riflesso, ovviamente in ambito magico, l’operazione dicevo è ciò che consente all’operatore (appunto) di cambiare la Sostanza, traslando così da un’Essenza a un’altra. Assume quindi maggior significato ciò che spesso si legge nei libri di magia, riguardo al fatto che in un incanto si definisca Operatore colui che effettua il Cambiamento.

A – Moltiplicazione
Anche se le norme comunicative lo vieterebbero, mi trovo a ripetere ancora una volta: le parole non sono scelte a caso. La moltiplicazione consente di ottenere il prodotto, che in matematica potrà anche apparire come una nomenclatura convenzionale, ma spero che qui indichi invece qualcosa di più. La moltiplicazione di due cifre significa, in pratica, l’uso del Concetto trasportato dal Numero che rappresentano, sull’altro a cui si va ad accostare. Ricordo che anticamente, e sempre in ambito esoterico, matematica, filosofia e geometria erano tre aspetti della stessa dottrina. Geometricamente la moltiplicazione di due numeri consiste nel riportare su ogni punto del primo il valore del secondo, formando così un’area; di fatto, ciò che prima era unidimensionale diventa quindi bidimensionale, acquistando quindi un nuovo piano di sviluppo a cui singolarmente non avrebbe mai potuto accedere. Successivamente ciò che era piano diventa solido, ecc…
Ora, l’ultima parola in grassetto dovrebbe fare un po’ di luce (se ce ne fosse bisogno) sull’alta considerazione del 3 (che i cristiani hanno sfruttato, NON concepito) e del tetraktys pitagorico che, vorrei sottolineare, nasce dai primi quattro numeri, disposti a formare tre lati e dall’estrusione di questi dal piano allo spazio.

La moltiplicazione non sortisce effetti quando si abbiano due sole cifre e una di queste sia pari ad 1, comunque quando le cifre sono più di due il prodotto non vede la partecipazione dell’unità. Questa cosa, grandemente sottovalutata, manifesta invece almeno tre Concetti esoterici fondamentali:

– Consapevolezza: qualsiasi processo d’uso o apprendimento, affinché sia effettivamente fonte di avanzamento nel Percorso, necessità di essere acquisito, al fine di accrescere l’Individuo (l’1) che altrimenti rimane fine a sé.
– Sentimento: toglie qualsiasi dubbio sull’invalidità di alcune tesi, che riducono la Magia a mera esecuzione meccanicistica. Un individuo non Consapevole non può moltiplicarsi ad alcun Concetto, ovvero acquisire la possibilità di estrapolarsi al di fuori dei piani a lui consoni, rendendosi ideoneo a veleggiare altrove; l’Opera è tale solo in presenza del Sentimento (particella d’Essenza della Consapevolezza).
– Simbolismo: l’uno è Principio ma NON Fine, perché da esso, che indubbiamente è il primo manifesto, non si ottiene che lui stesso, fintanto che non venga diviso (ovvero separato) e poi sommato (quindi unito) a qualcosa d’altro così ottenuto. Il che implica che l’Essenza sia Sostanza in (almeno) due Forme… addio monoteismo dogmatico: P.
Si noti, a tal proposito, che è solo la somma l’operazione che può, in presenza della sola unità numerica, trascendere la fissità immutabile di questa. Se dunque 1 fosse Dio, si avrebbe un universo morto, quantunque la sola suddivisione non porterebbe nient’altro che copie di Sé.

B – Divisione
Ok, non lo ripeto, già lo sapete… ^^
Nella matematica esoterica la divisione è vista in due accezioni basilari:
– come esplicitazione di una somma non-manifesta, quindi in realtà stiamo parlando di un processo di sottrazione;
– come inverso del prodotto.

Nel primo caso siamo in presenza del punto di forse maggior divergenza tra calcolo matematico e pratica esoterica, la divisione viene considerata come separazione di Sostanze pre-esistenti. Il caso più eclatante riguarda la già citata Unità, la cui divisione non porta a due mezzi, ma al 2 stesso. E’ come dicevo un processo di sottrazione, in quanto effettuabile sottraendo al Concetto la sua Forma manifesta, ottenendo una nuova Sostanza che in realtà era già presente, ma celata.
Nel secondo caso siamo più vicini alla matematica scolastica. Ricordo che siamo sempre nell’ambito degli interi, per cui la divisione (sensata) di un numero fornisce sempre due Numeri di cui è prodotto. Appare quindi chiaro che, pur cambiando forma matematica, il Concetto base rimane sempre quello, ovvero individuare una dualità insita nella Natura stessa del Numero. Rimandando alle formule sopra (e ad altre che, nel Cammino, incontrerete), non diventa quindi casuale la presenza costante della divisione per 2 (o suoi multipli, come nella serie tetraedrica, altro importante lascito della Scuola Pitagorica). Nella pratica, va usata con cautela. D’altronde essa è più che altro fonte di conferma, che non di scoperta. Quanto scritto fin’ora dovrebbe renderlo palese…

C – Sottrazione
Al pari della divisione, la sottrazione non è esotericamente fruibile (che io sappia, eh ;)) come operazione a sè stante. E’ una forma di “verifica”, per l’analisi di Numeri già individuati e sustanziati. Rifacendomi a quanto detto sopra, essa entra “di sotterfugio” a far parte del processo divisorio, più concettualmente che praticamente.

 

Gli operatori matematico-esoterici (2)

Somma ed elevamento a potenza (e la sua verifica, ovvero la radice) meritano un capitoletto dedicato…

A – Somma
Eccoci di nuovo: sommo, Summa, assonanza casuale con sunt=essere, ecc…
A dispetto della sua semplicità matematica, la somma è anche l’operazione esoterica fondamentale. Cosa che non condraddice il principio di proporzionalità tra semplicità ed fficacia.
Anche la parola più tecnica, addizione, non sfugge al significato esoterico dell’Operazione. La somma infatti è l’unione di due numeri, che quando sono Numeri, come accennato prima a proposito della SP, portano ad un terzo Numero che ne indica il compimento.
Essa, quindi, è effettuabile con successo al termine del (spesso lungo e travagliato) processo che vede prima l’esecuzione di tutte le altre Operazioni e solo una volta che le cifre si siano trasformate in Esperienza. Solo a quel punto la somma, ovvero l’unione dei Concetti ormai acquisiti, potrà effettuare ciò che le è proprio: il raggiungimento.

Se la moltiplicazione, dunque, prepara ad affrontare altri Piani, la somma ce ne rende partecipi. Tutte le Operazioni finora elencate fanno, appunto, riferimento alla somma, che appare sotto svariate forme e come l’unica fondamentale: la moltiplicazione è una somma di somme, la divisione una forma di sottrazione o verifica della somma di dualità, la sottrazione una verifica della somma.
Non ci si meravigli di questo, che può sembrare una contraddizione: la somma, ultima e massima espressione delle Operazioni, ricorre già precedentemente in forme più complesse. Questo è in perfetto accordo con il Concetto esoterico tanto frainteso della Semplicità, che vuole insegnare come questa sia mezzo (e non fine ultimo) ottenibile grazie ad essa stessa precedentemente usata ed assimilata; e che, proprio grazie a questa acquisizione virtuosa, si svela come Fine ultimo di un singolo Piano, e quindi punto di passaggio ad un nuovo Inizio…

Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi (Matteo, 20,16)

Notiamo, infine, il fatto che per rappresentare la somma sia stato scelto il simbolo della croce, che non tradisce quindi nel contesto in cui viene usato la sua funzione di Simbolo.

B – Elevamento a potenza
Vabbè, che ve lo dico a fare… elevarsi…
L’operazione di elevamento a potenza è in pratica una moltiplicazione di moltiplicazioni. Fatto interessante, è un operatore unario, ovvero si applica su un singolo Numero. Per quanto detto sopra, dovrebbe esser banale il fatto che, nella matematica esoterica, l’elevamento di Numeri a più cifre ha senso solo speculativo; non inutile o vuoto, sia chiaro, una speculazione di tipo metafisico che consente di “dare un’occhiata” dove al momento non si può arrivare. Una forma di Visione.

L’elevamento a potenza è, dunque, potenzialmente il Passaggio vero e proprio. Questo implica l’effettuarsi (e quindi lo svolgersi dell’Operazione) al termine delle altre Operazioni?
Domanda dalla risposta decisamente complessa, che esula di gran lunga il presente (e già mi rendo conto prolisso) trattato, a scopo puramente illustrativo.
Il fatto è che, una volta acquisita la Consapevolezza attraverso le Operazioni, si ha in sè la Potenza per affrontare il Passaggio, che quindi avviene naturalmente. Tornando all’esempio precedente, è come quando un elettrone acquisisce un’energia che prima non gli apparteneva. Esso, che lo voglia o meno, salterà ad un altro orbitale in virtù del nuovo stato che si è trovato ad avere, per stabilizzarsi. La fisica quantistica dimostra che, in tale salto, l’elettrone è “un altro se stesso”…
Quindi la risposta è “ni”: l’Operazione avviene per ultima perché non fattibile precedentemente, mentre l’operazione pratica, quando sensata, si effettua per prima in virtù di quanto introdotto, ovvero la possibilità che ci offre di “illuminare” la Via che andremo a percorrere con le Operazioni consapevoli.

Infine il caso particolare delle potenze di 10. Esso indica la completezza, la sua elevazione indicherebbe dunque la completezza raggiunta su quel determinato Piano.
Ci troviamo ancora una volta in accordo con la matematica, che vede la “proprietà decimale” di una cifra (ovvero se essa è unità, decina, centinaia, ecc…) come il prodotto della stessa cifra per una potenza di dieci. Si noti altresì che la posizione dell’unità si ottiene attraverso l’elevamento a 0; questo implica che, nel considerare i Numeri a più cifre sotto questo aspetto, la prima cifra indica non il Piano Manifesto, ma quello Essenziale.

C – Estrazione di Radice
La radice, l’Albero. Estrarre la radice = estrarre la Sostanza, arrivando all’Essenza degli (eventuali) componenti elementari.
Operazione che, perlomeno alle mie attuali capacità, è meramente speculativa. Consente di esaminare il numero e verificarne proprietà fondamentali in quanto Numero. Per esempio, abbiamo visto un’estrazione di radice nella verifica per stabilire sia un NS o meno.
Come la divisione viene vista in quanto verifica della moltiplicazione, così l’estrazione di radice lo è nei confronti dell’elevamento a potenza. In entrambi i casi la procedura, se malamente applicata, porta ad uscire dall’ambito intero, cadendo nell’infinito di infiniti, l’insieme infinito che sta tra 0 ed 1, l’abisso del Da’at “matematico”. Ora, esso è fondamentale, ma va affrontato, che non significa annegarci dentro!

 

Qualche (anche ironica) speculazione

Per distrarsi un po’…

Big-Bang esoterico
ovvero ottenere tutto dal Nulla che, essendo tale, è anche Tutto in sé:

0^0 = 1
Metechismo matematico
come tutto faccia parte dell’unità:

x^0 = 1 (per qualsiasi x)
Il Terzo Occhio di Shiva
perché la sola vista del Tutto incenerisce all’istante: x*0 = 0 (per qualsiasi x)

Ancora Metechismo
come l’unità faccia parte di tutto:

[x*1 = x] e [x/1 = x] ed inoltre [x = somma 1 x volte]
Necessario elevarsi
dimostrazione di come l’attaccamento materiale non porti a nulla:

x^1 = x (per qualsiasi x)
Caduta
annullamento della propria personalità, si diventa Tutto, e quindi Nulla, se si cade nell’Abisso:

x^-infinito = 0
Il superbo insignificante
dimostrazione di come chi, vivendo “pieno di sé”, nella sua auto-glorificazione si renda, all’opposto di quello che vorrebbe palesare, più piccolo:

x/x = 1 (per qualsiasi x diverso da 0)

 

Autore: Kyon
Messo on line in data: Settembre 2011