ERBE MAGICHE: LA PRIMULA di Katia

La Primavera bussa già alle porte; andiamo ad aprire l’uscio e vediamo cosa ci offre…
I prati spogli si destano lentamente, qualche filo d’erba fa breccia nel terreno e fanno capolino le corolle solitarie dal color del sole: sono le Primule.
S’inchinano alla primavera, si porgono al mondo, donando il loro umile fiore e offrendo le proprie virtù salutari.
Colgo quest’invito, le raccolgo amorevolmente, osservo con rispetto le corolle adagiate sulle mie mani e m’incammino sul sentiero che porta al mio mondo. Apro con cura il mio libro magico ed ecco la Primula.

Quando la natura si risveglia dal lungo letargo invernale, un timido fiore appare, punteggiando di giallo la campagna.
La Primula, con la sua delicata corolla, annuncia l’inizio della Primavera. Shakespeare, nel Racconto d’inverno, dedica al fiorellino queste espressioni poetiche: “Pallide Primule che muoiono nubili”, sottolineando la caratteristica di questo fiore, che nasce mentre la natura quasi non dà segni di vita, ed i vispi insetti sono ancora assopiti nei loro nidi, per cui poche piantine possono essere impollinate.
Simbolo di giovinezza come messaggera della stagione rinnovatrice, la Primula dona l’augurio di buona fortuna, e per questo motivo in Gran Bretagna si offre come amuleto, che si racconta diventi potentissimo se tenuto sul cuore insieme ad un cristallo di rocca. Gli innamorati come pegno d’amore donano questo semplice fiore, perché tra le sue corolle si cela questo messaggio: “La chiave del mio cielo è nel tuo cuore”.

Nella tradizione popolare la Primula ha eccellenti qualità terapeutiche; un articolo, scritto nel lontano 1768 a Livorno, racconta delle sue virtù:
A restringere le lacrime, a pisciare la pietra che fosse nella vescica per orinare, a occhi rossi, a duolo d’orecchie, a duolo di stomaco, a febbre calda, a far aumiliare il corpo e levar la tossa a chi avesse ambascia, a ferite recenti e fresche curare, a rotture di capo, a vizio d’occhi”.
Come abbiamo visto, quest’umile fiorellino è un ottimo diuretico ed anche un buon sedativo. Ildegarda di Bingen, la badessa benedettina del XII secolo, lo consigliava come rimedio contro la malinconia e l’insonnia. I fiori essiccati, oltre a fornire un the aromatico, servono a profumare la birra e a migliorare il bouquet dei vini; i petali dei fiori, freschissimi, possono arricchire le insalate; canditi, sono dei dolci deliziosi.

Una vecchia leggenda popolare racconta che dal Paradiso San Pietro gettò le sue chiavi, perché il Signore ne aveva voluto un altro paio; nel punto in cui esse caddero spuntò la Primula, e secondo la tradizione questo fiorellino assomiglierebbe a quel mazzo di chiavi.
Si narra anche che questo fiore celi un gran segreto, che tuttora incuriosisce i romantici: chi riesce a toccare la roccia delle fate con un mazzetto di Primule, vedrà aprirsi la strada che lo condurrà al loro regno. Però questo rito magico deve esser fatto con un numero ben preciso di Primule: chi sbagliasse, avrebbe un destino infausto.
Ma quante devono essere le Primule del mazzetto? Nessuno lo sa!

Curarsi con la Primula

In caso di contusioni, fare un decotto di Primula, mettendo 100gr di radici essiccate e sminuzzate in un litro d’acqua bollente. Lasciar freddare ed applicare gli impacchi.

In caso di indigestione, fare un infuso di Primula, lasciando 60gr di fiori in un litro d’acqua bollente per 10 minuti; bere molto caldo e lentamente.

Care streghette, se a San Valentino in dono avrete una Primula al posto di una rosa rossa, sappiate cogliere il significato d’amore che si cela in quelle corolle, o meglio, nel cuore del vostro innamorato.

 

Autore: Katia
Messo on line in data: Febbraio 2001
Il disegno è opera dell’Autrice.