HAVAMAL. LA VOCE DI ODINO di Antonio Costanzo

Hávamál – La voce di Odino
A cura di Antonio Costanzo
Diana Edizioni, 2010, 259 pagine, Euro 18,50

Possiamo definire gli Hávamál come il libro sacro degli antichi Vichinghi e dei popoli germanici in generale. Composto da 164 strofe di carattere sapienziale, il testo appare in una raccolta che va sotto il nome di Edda Poetica ed è conservato in un unico manoscritto islandese medioevale, il Codex Regius dell’Edda Poetica (del 1270 circa).
L’Edda Poetica è uno dei due principali rami di quella poesia che le genti nordiche coltivarono nei tempi antichi, accanto alla poesia cortese che gli scaldi di corte componevano per i re e per gli eroi. Vi sono conservate le memorie, le gesta ancestrali, le storie delle potenze divine e degli Eroi che definiscono l’archetipo fondante dell’antica area culturale germanica. I personaggi dei carmi sono oggi noti per lo più grazie all’opera di Wagner sull’anello dei Nibelunghi e alle saghe di Tolkien sul Signore degli Anelli.

La parola Hávamál deriva dalla composizione di due elementi: Háva e mál, che possiamo rendere in italiano con “parole dell’Alto”, ossia di Odino, la massima divinità del pantheon nordico. La tradizione vuole, infatti, che gli Hávamál siano stati composti da Odino stesso.
Nella mitologia nordica Egli è il supremo e più saggio degli Dèi ed è perciò naturale che sia proprio lui ad esporre quegli insegnamenti spirituali di cui l’uomo non può fare a meno. Attraverso i sacri carmi, il Padre degli Dèi dispensa consigli provvidenziali e, sovente attraverso l’uso di un’aneddotica che lo vede protagonista, indica i comportamenti cui un uomo saggio deve attenersi lungo il difficile cammino della conoscenza e della realizzazione spirituale.

Il curatore ha deciso di suddividere questo lavoro in due parti.
La prima parte è dedicata al contenuto etico-morale degli Hávamál, in altre parole alla filosofia del testo chiarita per ogni singola strofa. Senza dubbio alcuno questa sezione rappresenta il principale contributo che il curatore consegna allo studio di questo antico testo. Pochissimi lavori di questo tipo si trovano in letteratura (ad eccezione forse solo della lingua islandese). Null’altro del genere è rinvenibile in lingua italiana. Da essa anche un lettore non specialista potrà cogliere i preziosi suggerimenti per la vita ordinaria di cui gli Hávamál sono ricchi. Di sicuro fascino risulterà poi per tutti quelli che non chiedono altro che di essere introdotti nel mitico mondo degli antichi germani, capire quali erano gli ideali di vita, i sogni, i valori e le passioni di quegli intrepidi guerrieri, sempre alla ricerca di avventure, terre e pericoli.

La seconda parte di questo lavoro è di carattere specialistico, volta all’analisi linguistica dei versi e delle singole parole. Uno studio decisamente più filologico e grammaticale. Il curatore analizza il significato delle espressioni più ostiche, ragguaglia il lettore sull’etimologia, analizza nel dettaglio tutti i passi di difficile traduzione ed interpretazione. In particolare, seguendo un criterio scientifico comparativo, fornisce al lettore un ricco corredo di note di altri studiosi che poi confronta tra loro, al fine di dar conto, di volta in volta, delle scelte linguistiche operate in sede di traduzione (Scheda dell’editore).

 

Antonio Costanzo è nato a Napoli nel 1979. Laureato con lode in fisica teorica alla Federico II di Napoli con la tesi: Approccio spazio-temporale alle teorie di gauge quantizzate. Studioso delle lingue moderne e antiche, parla correntemente islandese, norvegese, tedesco e inglese. Studioso della cultura germanica, collabora con riviste e giornali di settore. È animatore del centro studî Nostra Romanitas e direttore responsabile della collana di studî nordici, Sunna, per la casa editrice Diana.

 

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