OSCURE MADRI SPLENDENTI di Luciana Percovich

Oscure Madri splendenti di LUCIANA PERCOVICH
Edizioni Venexia, Roma, 2007, 315 pagine, Illustrazioni B/N, Euro 19,00
www.venexia.it


Oscure madri splendenti
è il nuovo libro edito da Venexia Editrice, scritto da una nota ricercatrice e docente della Libera Università delle Donne di Milano. Il saggio nasce in un contesto, quello prettamente italiano, in cui la religion ufficiale è quella antica, patriarcale, cattolica, che pone il maschile al centro di ogni sua formulazione di concetto divino e ne fa un punto di forza. Eppure, questa religione, le cui origini risalgono alla venuta di Cristo, non è la più antica. Ne esistono moltissime, anche contemporanee, che non relegano il femminile a mero ruolo di subordinato e/o a strumento di rafforzamento di potere del suo opposto. Tali religioni non recidevano – e non recidono – il legame fortissimo che vincola l’uomo, l’essere umano, alla Natura, alla Terra, simbolo di fertilità e archetipo del femminile per eccellenza.

Luciana Percovich ci illustra, così, uno spaccato di spiritualità e di misticismo davvero differente da quello a cui la maggior parte di noi è stato abituato fin dalla tenera età – educati, come siamo, alle norme di una Chiesa spesso ingiusta nei confronti della donna – , accompagnandoci in un magnifico viaggio tra paesaggi esotici, miti e leggende del passato, storie e religiosità ancorate al femminino e oscurate, nei secoli, dall’invadenza del sistema patriarcale.
Maschile è ancor oggi sinonimo di potere. Un potere, però, dannatamente vacuo, fondante sulla soppressione delle potenzialità d’espressione del suo alter ego – il femminile – la cui forza sta, parlando in termini non solo simbolici, nella capacità di dar vita alla vita (e quale potere è forse più grande di questo?), nella sua profondità, umidità, capacità vivificante di riesumare l’inconscio, le emozioni, le immagini di un tempo sommerso da convenzioni religiose e culturali che non sono riuscite a spezzare del tutto l’incanto, ma hanno finito col trasformare tutto ciò in un fiume sotterraneo che comincia a filtrare proprio nei nostri tempi di crisi.

Nell’elaborare il senso di tale passaggio, ricorda, quindi, Luciana Percovich, le parole di Matilda Joslyn nel suo Woman, Church and State:

Il più stupendo sistema di furto organizzato che sia mai stato conosciuto è stato quello della chiesa ai danni delle donne. Un furto che le ha private non solo di rispetto di sé, ma di ogni diritto della persona, dei frutti del loro lavoro, delle opportunità di istruzione, dell’esercizio del proprio senso del giudizio, della coscienza di sé, della volontà.

Ma come mai, e in ragione di cosa – o di chi – c’è stato il “gran salto” che ha portato l’umanità tutta a cominciare a guardare con sospetto l’universo femminile e i suoi magici attributi? La risposta è molto semplice e si riverbera, di pagina in pagina, come sottofondo del testo della Percovich: la spiritualità primordiale, quella istintiva e straordinariamente evocativa del femminile sottendevano un approccio al sacro complesso e, tuttavia, contemporaneamente viscerale, legato a culti che celebravano l’oscurità, i ritmi naturali, la ciclicità dell’esistenza il potere della mente e dell’anima, l’esperienza fatta attraverso il corpo che, a differenza di quello che è avvenuto in certi sistemi di pensiero successivi, non veniva mortificato, tutt’altro; esso e la sua seducente carnalità finivano per esistere in un connubio perfetto con la parte eterea del sé, in una fusione senza equivocai tra spirito e materia. Le religioni storiche, insegna la Percovich, nascono invece proprio sul bisogno di creare sistemi politici, sulla necessità di organizzare e modellare la società secondo scomparti stagni in grado di contenere, limitare, arginare l’impetuosità di un potere secolare (ma terribilmente istintivo), inventando competenze, ruoli “fortemente ritualizzati e istituzionalizzati”, concentrando nelle mani del singolo – maschile – tutto l’universo di senso.

Ecco qual è la direzione verso la quale si muove il libro di Luciana Percovich: alzare il velo sui misteri di questa transizione dal femminile al maschile, dalle religioni “di pulsione” a quelle di “ratio”, storiche, inibenti. Compito che si prefigge l’autrice è quello di riesumare un universo fatto di ritualità e sacralità profonde, inconsce, di recuperare simboli andati perduti col tempo, ma il cui potere ancora riecheggia nella nostra memoria e influisce, come la Luna fa sui cicli femminili, sui nostri comportamenti e sul nostro essere. Attraverso lo splendido racconto della Dea e rintracciandovi le impronte nei diversi paesi del mondo e nelle diverse epoche storiche, la scrittrice si addentra in un mondo affascinante e misterioso, che parte dalla storia della Madonna, serpeggia tra i miti dei Sumeri ricordando la dolcissima figura di Inanna, costeggia le coste australiane ricordando le Storie del Tempo di Sogno (il “tempo che veniva prima del tempo”), affonda il suo sguardo nelle terre d’India e d’Iran, per poi parlare di Celti, di Valchirie e Regine dei Ghiacci, delle dee dell’Olimpo e di donne, e ancora donne, eroine, martiri, maghe, madri, compagne e sorelle, sempre presenti col loro potere di confortare e dare vita, energia, vigore. Tutte queste sono le incredibili, magiche, oscure madri splendenti (Recensione di Titti Fumagalli).

 

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