RUDYARD KIPLING di Aurora

Poeta, romanziere e giornalista, Rudyard Kipling nacque a Bombay, da genitori inglesi, nel 1865. Visse in Italia, in America e in Inghilterra; compì anche lunghi viaggi in Giappone, negli Stati Uniti, in Australia e nel Sud Africa.
Molte delle sue opere erano ambientate in India, paese che egli amò moltissimo, in cui visse lungamente e che gli minò irrimediabilmente la salute.
Tre dei suoi libri sono diventati famosissimi classici per ragazzi: Capitani coraggiosi, Kim e Il libro della giungla.

Fu il grande esaltatore del popolo inglese e convinto assertore del dovere dell’Inghilterra di portare la civiltà ai popoli che considerava “inferiori”, anche loro malgrado.
Egli vedeva nelle virtù britanniche le fondamentali virtù dell’uomo e le celebrò in una famosa poesia: If (Se), che divenne una specie di legge per gli iniziati.
Il testo è tratto da Tutte le opere di Rudyard Kipling, editrice Mursia, Milano.

SE

Se saprai conservare la testa, quando intorno a te
tutti perderanno la loro e te ne faranno una colpa;
se crederai in te stesso quando tutti dubiteranno,
ma saprai capire il loro dubbio;se saprai aspettare senza stancarti nell’attesa,
ed essere calunniato senza calunniare;
o essere odiato senza dare tu sfogo all’odio,
e non apparir troppo bello, né dire cose troppo sagge;
se saprai sognare senza fare del sogno il tuo padrone;
se saprai pensare senza fare del pensiero il tuo fine;
se saprai incontrare il trionfo ed il disastro
e trattare questi due impostori nello stesso modo;
se saprai sopportare di sentire le tue parole giuste
falsate da ribaldi per farne trappole per i creduli;
o vedere le cose per cui hai dato la vita spezzate,
e curvarti e ricostruirle con logori utensili;
se saprai fare un mucchio di tutte le tue vincite
e rischiarle in un giro di testa e croce;
e perdere e ricominciare da capo
senza fiatare sulle tue perdite;
se saprai forzare il tuo cuore, i nervi e i tendini
per assecondare il tuo volere, anche quando essi sono consumati;
e così resistere, quando non c’è più niente in te,
tranne che la volontà che dice loro: reggete;
se saprai parlare alle folle e mantenerti virtuoso,
passeggiare con i re e non perdere la semplicità;
se né i nemici, né gli amici potranno offenderti,
se tutti conteranno, ma nessuno troppo;
se saprai riempire il minuto che non perdona,
coprendo una distanza che valga i sessanta secondi;
tuo sarà il mondo e tutto ciò che esso contiene,
e, ciò che più conta, tu sarai un Uomo, figlio mio.

Era anche un appassionato studioso delle credenze e delle usanze dei popoli che l’Inghilterra avrebbe dovuto civilizzare, specialmente del popolo indiano, di cui sentiva profondamente il fascino.

Nel 1886 divenne massone e per lui la loggia rimase per tutta la vita il rifugio alla confusione, al disordine, agli ideali spezzati e alla solitudine.
Dopo aver pubblicato, senza molto successo, il romanzo La luce che si spense nel 1891, si dedicò alla poesia e ad opere ispirate da un ideale incontro tra Oriente e Occidente.
Nel 1907 gli fu conferito il premio Nobel per la letteratura. Morì nel 1936.

 

 

 

Autore: Aurora
Messo on line in data: Settembre 2004