STORIA DELLA MAGIA ANTICA (PARTE QUARTA) di Devon Scott

La magia nell’Italia antica – Etruschi e Romani

Al prima grande civiltà nata in Italia è quella degli Etruschi, un popolo rimasto per secoli avvolto nel mistero, a tal punto che già gli stessi Romani si interrogavano sulle sue origini. Sugli Etruschi sono rare le testimonianze letterarie, tutte provenienti da Greci e Romani; Erodoto era convinto che venissero dalla Lidia e ne dava una spiegazione che usciva dalla storia per sconfinare nel mito.
Nel XIII secolo a.C., sotto il regno di Atys, una terribile carestia aveva colpito la regione della Lidia. Per non pensare al cibo che scarseggiava, la popolazione aveva inventato ogni sorta di passatempi e giochi, tra cui i dadi e il pallone.

Ed ecco come essi utilizzarono ciò che avevano inventato per vincere la fame. Un giorno sì e uno no giocavano per tutta la giornata, per ingannare la tentazione di mangiare; il giorno dopo, tralasciavano i giochi e mangiavano. Con tale espediente vissero diciotto anni“.

Ma la carestia continuava; il re decise allora di far emigrare metà della popolazione; estrasse a sorte il gruppo doveva partire, guidato da suo figlio Tirreno; egli, che era vecchio, rimase in Lidia con l’altra metà del suo popolo. Gli emigranti,

raggiunta Smirne, dove costruirono le navi necessarie a trasportare le cose di qualche valore che possedevano, presero il mare in cerca di un nuovo territorio e di mezzi di sussistenza, e non si fermarono fino a quando, favoriti dalla fortuna, dopo aver costeggiato molte terre, arrivarono in Toscana, dove costruirono le città che abitano tutt’ora“.

Qui presero il nome dal re che li aveva guidati, Tirreno.
Il racconto di Erodoto è stato accettato per molto tempo da tutti come verità, anche se sa più che altro di leggenda; alcuni particolari, però, come il fatto che la loro lingua non sembra avere origini indo-europee, bensì ha regole grammaticali che si ritrovano nelle lingue dell’Asia minore, hanno reso più credibili le ipotesi di Erodoto. Era invece di tutt’altra convinzione Dionigi d’Alicarnasso, arrivato a Roma nel 30 a. C. per studiare la storia antica. Egli contestava sia Erodoto, sia coloro che facevano derivare gli Etruschi dai primitivi abitatori dell’Italia, i Pelasgi (nome che proviene da pelagus, mare). Per Dionigi gli Etruschi erano

un popolo antichissimo, non somigliante a nessuno né per lingua, né per costumi, che viveva nelle immediate vicinanze dei Pelasgi e che prese il loro posto quando essi lasciarono la regione. Sono più vicini al vero coloro che affermano che la nazione etrusca non proviene da nessun luogo, ma che è invece originaria del paese. Coloro che dicono trattarsi di una stirpe autoctona fanno derivare il loro nome dalle fortezze che essi costruirono per primi fra tutti i popoli del paese“.

Nell’immagine a lato,
Antefissa con testa di Gorgone, arte etrusca del VI secolo

Per Dionigi, quindi, il nome Tirreni deriverebbe dalla forma attica thyrrenoi (che significa torre, roccaforte). Il nome di Etruschi deriverebbe invece dal latino Tusci, che i Romani avrebbero dato loro dal verbo greco thuo (che significa sacrificare) per la frequenza con la quale questo popolo faceva sacrifici in onore dei propri dei.
La civiltà etrusca dalle origini al settimo secolo viene detta “villanoviana“, dal nome della città di Villanova, presso Bologna, in cui vennero scoperti i primi reperti. Dal VII secolo a.C., con l’arrivo dei Greci, attirati dalle ricchezze minerali dell’Etruria (ferro, rame, alluminio e stagno), cominciò…

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Autore: Devon Scott
Messo on line in data: Dicembre 2003
Il testo è tratto da Tradizioni perdute di Devon Scott, edizioni Lunaris.