GLI ANGELI DI NASCITA (seconda parte) di M. Antonietta Pirrigheddu

Origine dei 72 Nomi degli Angeli di Nascita

Tutto ciò che possiamo conoscere degli Angeli di nascita è racchiuso nel loro nome, o meglio nelle lettere che lo compongono. Si tratta delle lettere dell’alfabeto ebraico, che non hanno solo un suono e una valenza numerica, ma possono essere considerate dei veri e propri geroglifici, con numerose chiavi di lettura e una miriade di significati proiettati su diversi piani.

angelo con giglio

Le lettere ebraiche sono dei contenitori immensi di concetti, di simboli, di archetipi, di valori. Proprio come gli Arcani Maggiori dei Tarocchi… che non a caso sono ventidue come queste lettere. Né degli uni né degli altri possiamo conoscere il tempo d’origine o la provenienza.

La costruzione dei nomi, composti da tre lettere più una desinenza che fu aggiunta successivamente, può sembrare a prima vista un procedimento artificioso. In realtà non si tratta di costruzione, ma di una vera e propria decodifica. I 72 nomi, infatti, si trovano codificati in tre versetti del Libro dell’Esodo, costituiti – unico caso in tutto l’Antico Testamento – da 72 lettere ciascuno. Si tratta del famoso brano che parla del viaggio degli Ebrei verso la Terra Promessa, sotto la guida di un angelo:

 

19. L’Angelo di Dio, che precedeva la carovana di Israele, cambiò posto e passò indietro. anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro.
20. Venne così a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello di Israele. Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.
21. Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore, durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto. Le acque si divisero.

 

Secondo gli studiosi l’Esodo avvenne verso il 1220 – 1290 a.C.; il brano biblico che lo racconta, invece, dovrebbe risalire almeno all’VIII secolo a.C.. Da questo possiamo farci un’idea dell’antichità dell’angelologia, o almeno di quanto sia situata lontana nel tempo la tradizione degli Angeli di nascita.
Per gli antichi cabalisti la scoperta di tre versetti consecutivi di 72 lettere ciascuno fu una grande rivelazione. Il 72 infatti è un numero sacro, fondamentale per tutti i popoli antichi. Si ritrova in moltissime tradizioni, ed è legato fra l’altro ad un particolare fenomeno astronomico: la precessione degli equinozi, un movimento della terra che determina l’avvento delle diverse ere. E’ grazie a questo fenomeno che ora stiamo lasciando l’era dei Pesci, cominciata più o meno duemila anni fa, per entrare in quella dell’Acquario.

Gli antichi saggi ebrei, non si sa per via di quale ispirazione, presero una lettera da ciascun versetto procedendo a zigzag, formando così i 72 nomi: “Nomi di Dio“, li chiamano alcuni, o “Attributi divini”, o “Angeli”. Ogni nome definisce una precisa forza divina che si riversa nell’essere angelico corrispondente. Ai triletteri vennero successivamente aggiunge le desinenze -‘el o -yah, abbreviazioni di Elohim e Yahweh, considerati due dei nomi o aspetti divini più potenti e venerabili. Già da vari secoli i nomi sono stati tradotti, cercando di dare a questi triletteri un suono pronunciabile anche nelle altre lingue, sapendo però che sarebbe stato impossibile rendere alla perfezione il suono originario. Ecco perché si possono trovare varie versioni di ciascun nome. In fondo il nome dell’Angelo, soprattutto così come lo conosciamo oggi, non è che un tentativo umano di rendere concetti sovrumani.

Nonostante l’apparente complessità con cui i 72 nomi angelici sono stati ricavati, il risultato è sorprendente. Le tre lettere di ciascun nome infatti, collegate tra loro, permettono di attribuire delle caratteristiche peculiari a ciascun Angelo. Da queste caratteristiche si giunge alle qualità (o doni) che dispensano ai nati nel periodo ad essi corrispondente; e il bello è che la stragrande maggioranza delle persone vi si riconosce, a tal punto da rimanere a volte stupefatti per la precisione.
Com’è possibile una cosa del genere?
Si può solo pensare che chi scrisse quei famosi tre versetti dell’Esodo, chiunque egli fosse, non stava scrivendo solo un racconto. Forse è il caso di credere che davvero questo passaggio della Bibbia sia stato in qualche modo “ispirato”. O, meglio, possiamo ritenere che qualcuno l’abbia scritto proprio per criptare questi Nomi. E non è certo un caso se i tre versetti in questione cominciano parlando di un angelo guida…

La Terra Promessa non è altro che la personale realizzazione di ogni uomo: una terra che è possibile raggiungere solo se si è capaci di attraversare il mare della propria incoerenza, dell’indecisione, della superficialità, del lasciarsi vivere. La Terra Promessa è ciò a cui l’Angelo di nascita tenta di condurci: anzitutto indicandocela e poi “passando indietro”, sospingendoci e vegliando affinché non cediamo alla tentazione di tornare sui nostri passi – alla schiavitù delle vecchie abitudini – quando già abbiamo imboccato la giusta strada.

 

Autore: Maria Antonietta Pirrigheddu
Messo on line in data: Febbraio 2011