INCONTRO CON L’AUTORE: Francesca VF

Cinque domande e un questionario per Francesca VF, autrice di Storie di Streghe e altre Donne Magiche (clicca qui per la recensione).

LE DOMANDE

A – Qualcosa su di te e sui tuoi esordi di scrittrice.
Buongiorno e grazie per avermi invitato in questo vostro Spazio Fatato!
Sono nata a Monza ma sono scappata dalla città dieci anni fa e mi sono trasferita, con mio marito e i miei gatti, a Colico, sul Lago di Como. E qui sono rinata. Avendo la fortuna di lavorare in proprio e da casa, ho potuto esplorare non solo i luoghi stupendi in cui ho scelto di vivere ma anche cosa volevo fare “da grande”. Con una laurea in architettura (mai utilizzata), un lavoro decennale come progettista di siti internet e, successivamente, come responsabile dei servizi di collaborazione a distanza, ho capito che raccontare cose su un argomento che mi appassiona da sempre, le Streghe, non è era solo un hobby piacevole e interessante, ma anche una necessità. E così ho cominciato, grazie anche a un laboratorio di scrittura creativa dal titolo affascinante di Sapori Letterari, tenuto da una donna e scrittrice meravigliosa, Loredana Limone, purtroppo scomparsa pochi anni fa. Lei non insegnava a scrivere, quanto a dar voce alle storie che tutti noi abbiamo dentro. L’esordio è avvenuto con la partecipazione alla prima edizione del concorso “Streghe d’Italia, o presunte tali” nel 2012, dove sono arrivata seconda con il racconto “La Regina di Maggio”, pubblicato insieme al primo e al terzo classificato nella raccolta omonima, edita da Fefè Editore.

B – Come ti è venuta l’idea di scrivere questo libro e di che cosa parla.
Le Donne Magiche mi accompagnano da sempre, da quando le preferivo alle principesse delle favole, o le incontravo, insieme a mia nonna, nell’entroterra ligure e mi regalavano le “erbe incantate”, o scoprivo le loro storie drammatiche. Ancora oggi, quando leggo di una donna uccisa per un qualsiasi motivo, penso sempre che un’altra Strega ha incontrato la sua Inquisizione. Per fortuna, non tutte le donne considerate Streghe hanno avuto un destino tragico: molte sono riuscite a portare e condiviso un sapere immenso nel campo delle erbe, della medicina, dell’arte, della letteratura, della cultura in generale. Altre hanno intrapreso battaglie in nome di diritti e libertà che noi diamo per scontate, ma per loro non lo erano affatto. Altre sono semplicemente donne che vivono la loro vita in modo non conforme e, proprio per questo, possono fare paura. Il libro è nato inizialmente come compendio di una buona parte dei racconti scritti nel corso degli anni, ma mi rendevo conto che non era sufficiente. Volevo che lettrici e lettori capissero che la parola “Strega” racchiude molto più della figura mitologica di una donna vecchia e cattiva, intenta solo a fare del male.  Così ho pensato di introdurre ogni racconto con una piccola ma intensa parte informativa che racconta l’universo delle Streghe sotto più punti di vista: antropologico, storico, folkloristico, magico ma anche medico e scientifico.

C – Come vivi il tuo rapporto con la scrittura?
Il mio rapporto con la scrittura direi che è piuttosto libero, nel senso che non sono una di quelle persone che riescono a produrre tantissimo e in tempi brevi. Io ho bisogno di sentirmi ispirata, altrimenti rimango a fissare il foglio senza che mi esca una frase che sia una. Infatti l’antologia Storie di Streghe è stata peggio di un parto, ci ho messo almeno tre anni a concretizzarla perché non ero mai soddisfatta di quello che avevo scritto. Ne sa qualcosa il mio editor, Germano Hell Greco, che mi ha seguito con pazienza e si è sorbito tutte le mie insicurezze e ripensamenti. Quando però parte l’ispirazione, vado come un treno e non mi accorgo nemmeno se crolla la casa. Ora ho trovato un “non metodo” che funziona. Mentre prima cercavo di scrivere in modo sequenziale, seguendo il filo della storia, ora, appena mi viene in mente una frase, un pensiero o anche solo una sensazione, la scrivo senza elaborarla. Poi, riorganizzo, aggiungo pezzi, collego o cancello. Ma ciò che più mi piace nella scrittura è la ricerca. In tutti i racconti di Storie di Streghe e altre Donne Magiche e, naturalmente, nelle introduzioni, c’è un mare di ricerca, anche solo per un piccolo riferimento. Questo non solo perché vorrei dare le informazioni corrette, ma proprio perché mi piace leggere, approfondire, scoprire quante cose non so. E dire che a scuola non sono mai stata una secchiona, anzi!

D – Scrittori preferiti o ai quali ti ispiri.
Domandona! Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di lettori compulsivi e la libreria di mio papà è una specie di Biblioteca di Alessandria, quindi ho sempre letto di tutto. Da brava appassionata di cinema e letteratura gotica e horror, amo, Mary Shelley, Edgar A. Poe, Matthew G. Lewis, H.P. Lovecraft, Ann Radcliffe, Stephen King, Daphne Du Maurier, Shirley Jackson e, soprattutto, Antonio Fogazzaro, di cui ho appena riletto per la terza volta Malombra. Un altro libro per me imprescindibile è Le Nebbie di Avalon di Marion Z. Bradley, che narra il ciclo arturiano visto dalla prospettiva delle protagoniste femminili, soprattutto Morgana. Bulgakov, con Il Maestro e Margherita, è un altro libro che ho riletto più volte, soprattutto per la modernità dissacrante con cui è presentata la Strega Margherita. Amo gli autori sudamericani, soprattutto Gabriel Garcia Marquez, Amado e l’Allende. Non sono appassionata di fantascienza e fantasy, ma ho divorato tutte le opere di William Gibson e la saga del Trono di Spade, di cui trovai il primo volume in inglese in aeroporto tanti anni fa, prima che approdasse in Italia. Mi piace molto lo humor inglese di Jerome K. Jerome e Wodehouse. Leggo molti libri sulle erbe, su leggende e folklore regionale, sulle Dee Madri (altro argomento che mi appassiona); mi interessa tutto ciò che ha a che fare con il Medioevo e con la Guerra dei Trent’anni e, siccome studio le rune da cinque anni, studio anche libri sul tema, in particolare quelli legati alla mitologia Norrena. Sto andando a memoria, ma potrei andare avanti all’infinito. 

E – Progetti per il futuro.
Sto provando a scrivere un romanzo gotico ambientato qui sull’Alto Lario, nella baia di Piona per l’esattezza, un luogo tanto incantevole quanto ricco di quelle suggestioni del sublime care alla letteratura ottocentesca. Sarà un gotico classico o, almeno, ci proverò.

IL QUESTIONARIO

1) Francesca in tre aggettivi. curiosa, impulsiva, ironica.

2) Il mio peggior difetto: l’impazienza.

3) La mia dote migliore: senso dell’umorismo e autoironia.

4) Le qualità che preferisco in un uomo: senso dell’umorismo, amore per gli animali, i viaggi e la buona cucina, intelligenza speculativa.

5) Le qualità che preferisco in una donna: le stesse che cerco in un uomo.

6) Quello che apprezzo di più nei miei amici: che, come me, sono degli “introversi-estroversi”.

7) Quello che non sopporto nei nemici: atteggiamenti prevaricatori, violenti o lesivi della libertà nei confronti di terzi.

8) Cosa sognavo di fare da grande: la Strega! ^_^ Scherzo, sinceramente non mi ricordo, credo di essere passata da voler fare la hostess alla ballerina passando per la suora e la dottoressa. Per fortuna ho fatto tutt’altro.

9) Il dono di natura che vorrei avere: saper disegnare o cantare.

10) La mia decisione sbagliata che correggerei, se potessi: non essermene andata via prima da Monza

11) La cosa più pazzesca che ho fatto: ne ho fatte un po’ ma quella che ha dato una svolta decisa alla mia vita è stata mollare la tesi di laurea quasi terminata in Design per intraprendere un nuovo progetto sperimentale con una tesi in Comunicazione Visiva. Due anni di lavoro che mi hanno permesso di scoprire che era molto più divertente fare progetti multimediali che architettonici e mi hanno portato a conoscere persone meravigliose.

12) Il capriccio che non mi sono mai tolta: nessuno che non possa togliermi in futuro.

13) Cosa sarei capace di fare per sostenere quello in cui credo: rischiare l’arresto.

14) Che cosa cambierei negli altri se avessi la bacchetta magica: l’invadenza e la prevaricazione.

15) Che cosa cambierei in me se avessi la bacchetta magica: la mancanza di pazienza e l’insofferenza.

16) Il paese dove vorrei vivere: Irlanda.

17) Il colore che preferisco: impossibile dirne uno solo, diciamo che i colori autunnali mi piacciono tutti.

18) L’animale che preferisco: gatto, ne ho sette.

19) L’animale che vorrei essere: civetta, il mio animale guida.

20) Il mio passatempo preferito: quello per rilassarmi è guardare film o serie horror, ma anche cucinare mi rilassa molto.

21) Cinque libri da portare su di un’isola deserta: Le Nebbie di Avalon (M.Z. Bradley), Wraeththu Trilogy (Storm Constantine), I grandi romanzi gotici (a cura di Riccardo Reim), La grande enciclopedia delle erbe (ed. DIX), Malombra (A. Fogazzaro) e Runemal (Umberto Carmignani e Giovanna Bellini).

22) I peccati che mi ispirano maggiore indulgenza: gola, lussuria e accidia.

23) I peccati che non riesco a perdonare: avarizia e ira.

24) Il mio motto: “la scortesia, per me, è una deformità insostenibile” (rubato dal dottor Hannibal Lecter nel Silenzio degli Innocenti).

25) Come vorrei morire: con la consapevolezza di aver fatto ciò che amavo.

Autore: Redazione
Messo on line in data: Luglio 2023