L’ARTE DELLA DIVINAZIONE (PARTE TERZA) di Aurora

Continuiamo con le divinazioni: la Bibliomanzia (con la Bibbia), la caromanzia (con il sonno), la coracomanzia (con i corvi) e la coronomanzia (con le cornacchie).

La Bibliomanzia

Questa divinazione (detta anche BIBLIOMANZIA) viene praticata mediante l’uso di un libro sacro: nei paesi cristiani viene usata la Bibbia. Nonostante la Chiesa la vietasse, questa pratica era molto diffusa nel Medioevo.
Dopo aver pronunciato la domanda, con uno spillo d’oro si apriva la Bibbia leggendo il versetto che iniziava la pagina a destra, trovando così la risposta.
Un metodo simile a questo era usato dall’Inquisizione contro gli imputati di stregoneria. Su uno dei piatti di una grande bilancia veniva posta la Bibbia, sull’altro l’imputato. Se questi risultava più pesante del libro, veniva considerato colpevole e condannato al rogo.

 

Divinazione col sonno

CAROMANZIA è il termine con cui si indica la divinazione fatta da un indovino in stato di sonno naturale o provocato, di ipnosi o di trance. Fin dall’antichità esiste la convinzione che il sonno favorisca la divinazione e, in quei tempi, abbondavano i sogni profetici. Nel Timeo Platone afferma che

 “durante il sonno un soffio dolce e leggero, venuto dall’intelletto, calma l’anima e la rende capace di usare la divinazione, perché non partecipa né del ragionamento, né della riflessione“.

E sostiene che ogni stato che tende a rompere la connessione tra l’anima e il corpo libera le facoltà divinatorie.
Nel Medioevo Guillaume d’Auvergne scriveva che i sogni premonitori si verificavano nei pazzi, nei malati gravi, nei dormienti, perché il loro stato li distraeva dall’oggetto esteriore e li avvicinava a quella luce che la natura ha riposto al di sopra di ogni essere umano. I nostri sogni possono, comunque, indicarci qualcosa, darci un messaggio, e, in questo caso, diventano sogni premonitori.

Al di là dell’indovino, possiamo noi stessi comprenderli e imparare ad interpretarli. Ciò che risulta utile è cercare di ricordarli, poiché al nostro risveglio, spesso e volentieri, l’immagine del sogno svanisce senza lasciare traccia; basta abituarci, appena apriamo gli occhi, a scrivere ciò che ricordiamo. Basta una parola, un’immagine, una sensazione: più avanti, durante la stessa giornata, o in quella successiva, riusciremo a ricordare maggiormente e ad interpretare ciò che abbiamo sognato. Ad ogni modo rientrano nella CAROMANZIA tutti i fenomeni chiaroveggenti e precognitivi ottenuti in ogni tempo e in ogni luogo in stati di coscienza alterati.

 

Divinazione con i corvi

La CORACOMANZIA è una antica divinazione che avviene per mezzo dei CORVI. Fin dai tempi remoti il corvo fu considerato l’animale mantico per eccellenza. Gli Etruschi e i Romani ne osservavano il volo; in Grecia era considerato sacro ad Apollo; due corvi erano i messaggeri del dio Odino.
Oggi il corvo viene considerato un portatore di presagi funesti, a causa del colore nero delle sue piume. In Bretagna ogni casa è protetta da due corvi; uno di essi presiede alla vita, l’altro alla morte. In Islanda esiste la credenza secondo cui quando un corvo va ad appollaiarsi sul tetto di una casa, annuncia la morte di un membro della famiglia.
De Plancy racconta che in Belgio, nel Medioevo, il corvo veniva usato per un’ordalia. Si posavano su un tavolo, in riva al lago di Ixelles, due focacce e poi venivano liberati due corvi. Se essi si limitavano a sbriciolare una focaccia, senza, però, mangiarla, la parte in causa che l’aveva donata era considerata vincente.

Come animale magico e misterioso il corvo appare spesso nella letteratura romantica. Ha ispirato numerosi scrittori, come per esempio EDGAR ALLAN POE e LECONTE DA LISLE. Una divinazione affine è la CORONOMANZIA. Essa si occupa dei presagi ottenuti attraverso l’osservazione della cornacchia. Questo tipo di divinazione era, presso gli antichi, diametralmente opposta a quella del corvo. Al giorno d’oggi la cornacchia è considerata, in molte regioni, la protettrice del matrimonio, perché, secondo una credenza comune, quando in una coppia muore un coniuge, l’altro osserva una sorta di vedovanza e  questo lo accomuna al comportamento della cornacchia.

 

Autore: Aurora
Messo on line in data: Febbraio 2002