INTERVISTE COL MISTERO: Gaetano Barbella

Gaetano Barbella e la Geometria Occulta

Gaetano Barbella è scrittore, esperto di geometria occulta e ricercatore molto insolito, che collabora con noi da anni (per conoscerlo meglio, leggete la sua scheda biografica). Gaetano ci ha abituato a punti di vista poco convenzionali, ma il saggio appena pubblicato è troppo anomalo e gli abbiamo chiesto lumi per soddisfare la nostra curiosità. Ecco la sua intervista.

SPAZIOFATATO – Parlaci di te e di quando hai cominciato a scrivere.

GAETANO – Prima di iniziare ringrazio la Redazione dello Spaziofatato per l’occasione che mi offre per perfezionare il mio profilo, già noto attraverso la mia biografia presente in questo sito che ha ospitato continuamente tanti miei saggi. Ed ora ecco la risposta alla domanda che mi è stata rivolta. Leggendo il recente saggio, che ho proposto di far pubblicare nello Spaziofatato, dal titolo Il concorso del caso in fatti esoterici di due Italie, presente nel mio sito, si perviene a valide risposte per correlarle a questa domanda. In questo scritto parlo di due Italie e, naturalmente, una di queste riguarda me e la natura esoterica che mi pervade e che il caso ha predisposto per me in modo che si esplicasse col mio concorso. Si tratta di un esoterismo assai diverso dalla tradizionale concezione che si ha di esso, perciò assolutamente fuori dai canoni. Nulla, dunque, che possa far capo – mettiamo – a qualche maestro che si è preso cura di me istruendomi, come di solito avviene.
Da giovane sono stato attratto dalle cose dell’occulto, dal paranormale e cose del genere. Però, per quanto esse mi siano piaciute, per contro mi sono reso conto di essere un pesce fuor d’acqua del loro mondo fascinoso. Tuttavia caparbiamente non ho mollato la presa e mi sono addentrato come un forestiero nei meandri dell’insolito. Mi interessava molto l’indagine rivolta alle cose del mistero e questo comportava scrivere annotazioni, resoconti, ma qui si inceppava il mio procedere che diventava difficile. Scrivere correttamente è stato sin da ragazzo la mia bestia nera, eccetto l’avere una eccellente disposizione per eseguire disegni – tecnici in particolare – tale da incanalarmi nelle progettazioni di macchine e impianti nell’industria. Ma debbo dire a mio vanto di aver fatto enormi sforzi di volontà per correggere l’indisposizione nello scrivere, prova ne è l’aver potuto mettere in bella copia tanti saggi assai originali presenti sul web attraverso il mio sito ed altri, come Spaziofatato che ha mostrato sempre di gradirli.

SPAZIOFATATO – Come ti è venuta l’idea del tuo libro (I due Leoni Cibernetici) e perché hai scelto la forma dell’E-book invece del cartaceo.

GAETANO – Altra mia eccellente disposizione sin da ragazzo, in felice legame con il disegno, è stato la matematica, che però ha avuto come limite non oltre quella studiata nelle scuole superiori. Questo per dire che il libro, del quale mi si chiede di parlare, che si intrattiene, appunto, su un itinerario matematico, è così semplice da capire non complicando le cose col ricorso a concezione accademiche. Tuttavia è così denso di formulazioni matematiche, numeri a iosa, da richiedere doti di grande attenzione e pazienza, disciplina e ordine soprattutto. D’altronde il tema del libro è nientemeno connessa con la questione della quadratura della circonferenza per concepire una certa prigione matematica al più famoso dei numeri irrazionali, noto come Pi Greco, a ragione del fatto accertato che è anche un numero trascendente. Ma nulla che possa scandalizzare l’accademia dei matematici, poiché non si ribalta ciò che viene sancito sul conto di Pi Greco, 3,14 e infiniti decimali. Si tratta di un compromesso che è tutto da sondare per via accademica. Ma non è che l’interesse per i numeri abbia dato origine al concepimento del libro in questione, e qui chiedo scusa se mi dilungherò considerevolmente, perché è necessario che dica molte cose e una sola non basta a dare la giusta risposta alla domanda che mi è stata posta. E poi a Spaziofatato non dispiacerà divulgare, con l’occasione di questa intervista, note davvero interessanti, non presenti nel mio E-book, ma mi limiterò all’essenziale. Prima di tutto dico subito che il tema su Pi Greco, appena detto, non è stata la prima idea che mi è sorta per scrivere il libro in questione, mi è venuta in mente ad un tratto con sorpresa, dopo aver completato la prima versione relativa, dal titolo Sphere Packing. Tutto è iniziato dalla geometria facendomi fare delle riflessioni sul fatto che la circonferenza può contenere otto circonferenze in tangenza fra loro in un peculiare rapporto con quello della circonferenza che le contiene. Nulla che possa meravigliare un matematico, salvo a considerare la cosa in relazione alla sfera terrestre. In questo senso si riscontra che le otto sfere periferiche, in tangenza fra loro, corrispondono a quella del pianeta Mercurio con la piccola differenza di 2 km su 4878 km, il relativo diametro. Incoraggiato da questa cosa mi son dato da fare a considerare la sfera terrestre come un pacchetto di sfere – mettiamo di natura energetica, giusto per legarla, in via ipotetica, a fatti della fisica –, otto delle quali sono quelle suddette, e così sono riuscito a disegnare, con corredo di calcoli, altre sfere interiori e periferiche. Ed ecco la prima cosa che è emerso e che mi ha fatto mettere le ali, il fatto che, attraverso le varie viste e sezioni del pacchetto di sfere in studio, che ho chiamato Sphere Packing, si poteva ottenere la matrice delle famose tavole dei segni dei pianeti del famoso medico, mago e astrologo Cornelio Agrippa (1486-1535), attraverso precisi punti nodali.
Nel libro in discussione, I due Leoni Cibernetici, non faccio cenno a queste cose, avendo voluto evitare di legare le diverse argomentazioni, esclusivamente matematiche, a concezioni connesse all’esoterismo. Tuttavia ne parlo nel saggio Sphere Packing che lo ha preceduto nella stesura, giusto il nome del pacchetto di sfere suddetto. Se poi si medita sul fatto che i segni dei pianeti di Agrippa corrispondono ad altrettanti quadrati cosiddetti magici basati su numeri disposti secondo regole matematiche, si evince la natura della geometria sferica di Sphere Packing, supposta energetica.
Quale la peculiarità di questa relazione? Se in un quadrato magico si riuniscono con rette i numeri successivi per ordine di grandezza, si ottiene una linea poligonale avente per estremi il numero più basso o il più alto, che è caratteristica del quadrato stesso. Molte volte tali linee sono di disegno elegante e possono servire come aiuto mnemonico per ricordare la formazione del quadrato. Complessivamente Agrippa ha trattato i quadrati da tre fino a nove colonne: in ordine le Tavole di Saturno, Giove, Marte, Sole, Venere, Mercurio e Luna.
Occorre dire che nell’antica magia è fondamentale la disciplina della memoria quale corredo indispensabile di una lucida immaginazione altrimenti i rituali magici sono compromessi. Di qui l’importanza delle linee mnemoniche, chiamate Caratteri, per risalire ai numeri compresi nel quadrato magico. I numeri poi corrispondono a lettere ebraiche che danno luogo a nomi diversi, secondo lo scopo del rituale in atto – mettiamo – per invocare un’Intelligenza o evocare un Demone. Si capirà che l’antica magia ha solide basi nella Cabala ebraica che dei quadrati magici ne fa immenso uso per i rituali come accennato sopra da Agrippa. Ricordiamoci del famoso quadrato magico detto di Sator, chi non lo conosce fra gli interessati all’esoterismo, ma anche all’arte del Medio Evo?
Detto questo, le curiosità di carattere esoterico non finiscono qui, ma sarebbe lungo parlarne, e poi conta il vero tema del libro, I due Leoni Cibernetici, tradotto in E-book, che è la mia teoria rivoluzionaria su Pi Greco – come dire – messo in prigione, tutta una rocambolesca sfilza di operazioni numeriche, per niente trascendentali. Ma non è su ciò che mi è stata rivolta la domanda, cosa per altro molto complessa da parlarne in un’intervista. Tuttavia in Spaziofatato se ne trova il bandolo con una centrata recensione.
Resta l’altra domanda cui rispondere: perché ho scelto la forma dell’E-book invece del cartaceo? Ovvio che mi sarebbe piaciuto vedere nelle edicole librarie il mio libro, piuttosto che in forma digitale, ma non è stato possibile. Non è facile far stampare un libro su cartaceo, se non a contributo ed io non me lo potevo permettere. Salvo – mettiamo – proporlo corredato di recensione stilata da un matematico, magari famoso, trattandosi di un testo di matematica piuttosto intricato e fuori dai canoni accademici. Contavo sull’appoggio di un matematico che conoscevo bene e che mi stimava molto, un rinomato docente di didattica della matematica di una prestigiosa Università italiana, ma al momento decisivo di rilasciarmi la recensione venne meno. Egli mi disse, dispiacendosi, che non se la sentiva di poter esprimere un giudizio, soprattutto perché io – secondo lui – affrontavo temi di Matematiche Elementari (che sono in relazione al calcolo differenziale) a lui poco noti, ossia li conosceva come li può conoscere un matematico non specialista in queste cose. Occorreva che se occupasse uno specialista, cosa che fece chiedendo il soccorso ad un suo collega esperto in queste cose, ma questi, pur avendo ravvisato interessante il mio lavoro, a tutt’oggi non ha dato notizie sull’impegno che si era preso. Né io ho fatto pressione per saperne qualcosa capendo l’antifona. È rischioso per degli accademici prendere posizione su ipotesi matematiche, svolte da un dilettante come me, e per giunta non esposte come richiede la cultura accademica. A maggior ragione per il fatto che la questione su Pi Greco è chiaramente definita e riconosciuta invalicabile dalla scienza matematica moderna. Di qui la decisione di rivolgermi all’editoria digitale attraverso E-book e non mi è stato tanto difficile trovare chi accettasse la mia proposizione, e senza contributo.

SPAZIOFATATO – Una curiosità che destano i tuoi articoli è il tuo potere di visualizzare, nelle cartine geografiche, il destino di una città o di una nazione: ce ne vuoi parlare? E’ una incredibile stranezza!

GAETANO – Siamo nel 1995 circa e giunge il tempo dell’inaspettata predisposizione ad eseguire disegni ricavati dalle mappe di centri urbani. E così trascorrono un paio di anni in cui sviluppo un ricco atlante di cartografie di questo genere, cosa che mi spinse a entrare in contatto con persone disposte ad apprezzarle in qualche modo. Una di queste persone fu lo scrittore Dario Spada, noto qui nello Spaziofatato, che mi propose un’intervista per farla pubblicare sulla rivista mensile italiana Il Giornale dei Misteri di cui era articolista abituale. L’articolo fu diffuso nel giugno 1997 e riguardava, naturalmente, i miei disegni in questione che allora chiamavo zodiaci, in contrapposizione a quelli del cielo dell’astrologia e astronomia. Oggi li definisco anche surrealtà mappali o anche geomanzie mappali, cosa che spiego nel saggio menzionato all’inizio, Il concorso del caso in fatti esoterici di due Italie.
Com’è che ho scoperto questi zodiaci? Fu la sorte a mettermi su questa strada, come di solito avviene per le cose insolite e inaspettate. E così osservando la cartina del Nord America, mi parve di intravedervi i quattro esseri viventi citati nell’Apocalisse: il vitello nel Canada meridionale, l’aquila nel Canada settentrionale e Groenlandia, infine il simile all’uomo, l’angelo, e il leone, nell’Alaska al limite dello stretto di Bering. Il fatto, di aver avuto queste idee, che al momento attribuii alla casualità, poteva anche farmi immaginare una spiegazione per capire un possibile nesso della correlazione geografica con i quattro esseri dell’Apocalisse, invece non ci fu verso di andare oltre, né io forzai le cose. Però col progredire delle ricerche su zodiaci mappali, la spiegazione della casualità non mi sembrò più adeguata e mi convinsi che si trattasse di una insolita capacità di leggere nell’astrale, ma che l’Uomo epocale non riusciva a concepire. Così mi fu spiegato dal curatore di una seria rivista bimestrale italiana di Scienza dello Spirito, ora non più in pubblicazione e ne parlo nel suddetto saggio delle due Italie. Egli si mostrò seriamente interessato ai miei ritrovamenti cartografici in questione, stabilendo con me un’amichevole relazione assai proficua per me. Ho imparato che le cose del mistero, dapprima sono come dei semi che se piantati in terreni adatti, hanno bisogno del giusto tempo per far nascere la pianta. Infatti proprio in questa circostanza, mentre procedo in questa intervista, è come se fosse giunto il tempo per capire qualcosa del nesso sui quei quattro animali apocalittici del Nord America, della mia prima scoperta di zodiaci mappali, cosa che non ero ancora riuscito a spiegare. Ma perché ora sì e allora no? Perché occorreva completare il quadro zodiacale includendo gli Stati Uniti d’America, gli U.S.A., il cui vasto territorio assume la configurazione di un lupo famelico nell’atto di addentare il collo del vitello. Ecco che tutto mi si illumina nella mente per farmi vedere nel tutto del Nord America, compreso il Messico (che lo perfeziona), l’Arcano Maggiore delle carte dei Tarocchi, noto col nome Il Matto. In apparenza è la raffigurazione della stoltezza, la demenza, al limite la follia, ma visto come simbolo esoterico è proprio la follia pura che permette di scrutare nuovi orizzonti, una nuova vita per ricrearla da principio. Ed è anche la carta zero o ventiduesima che si contrappone alla prima del Bagatto, dunque idonea per presagire una certa fine ed un inizio, giusto in relazione alla sfera terrestre e l’inizio che riguarderebbe il leone e l’angelo alaskino al limite dello Stretto di Bering. Lo sguardo perso del Matto dei Tarocchi simboleggia il distacco dalla realtà ed è ciò che è correlato al simile all’uomo, l’angelo, e il leone, dell’Alaska. Il fagotto della carta dei Tarocchi rappresenta le esperienze che un uomo si porta con sé e questo si correla al Messico, una sorta d’asino in groppa al lupo degli US.A. Quali le esperienze, se non il passato fulgido delle antiche civiltà del Messico, gli Atzechi, i Toltechi, i Zatopechi e i Maya? Essi evocano un mondo affascinante e ricco di misteri, alcuni dei quali rimangono tuttora irrisolti. Il Messico è stato la culla di straordinarie civiltà, che continuano ancora oggi a stupirci per il livello raggiunto dalla loro organizzazione sociale, dalla loro arte, la loro tecnologia, o per i riti cruenti della loro religione. Infine l’animale in agguato del Matto dei Tarocchi rappresenta l’istinto ed è l’unico elemento, che lega l’uomo al mondo reale, da correlare agli americani, rappresentati dal lupo o anche cane, che tanto hanno contribuito nel passato millennio e nell’attuale a fare da guida e soccorso al resto del mondo. È l’uomo che cammina e rappresenta il viaggio, simbolo a sua volta del passaggio dell’uomo sulla Terra. Mi è stato chiesto di parlare del destino di una città o di una nazione, ed ecco che mi ritrovo a concepire delle novità che neanche immaginavo fino a ieri. Valeva la pena di parlarne, anche se mi sono dilungato troppo nella risposta alla domanda fattami. Credo che in questo modo ho dato modo di far anche capire, come si esplicano certe potenzialità di riuscire ad immaginare le cose che ho appena descritto sul conto dello zodiaco del Nord America: esse crescono e si evolvono nella mente e al momento giusto si esplicano grazie a fidati interlocutori – mettiamo – gli amici della Redazione di Spaziofatato che se ne fanno carico accettandole e compiacendosi. Così è nell’esoterismo, è moltiplicatore l’Armonia e senza la quale è come la carta dei Tarocchi a rovescio. Ecco quanto conta la matematica della sezione aurea, fattore di questa armonia.

SPAZIOFATATO – Domanda di rito, che consegue alla precedente: cosa vedi nel futuro dell’Italia? E’ una domanda che ci facciamo tutti, in questi tempi di crisi.

GAETANO – Indubbiamente la domanda è rivolta al disegnatore di carte zodiacale delle mappe terrestri, il sottoscritto che afferma di saperne anche cogliere il segno – non sempre. Ma essendo nato e vissuto fino ad oggi in Italia, di questi segni ne ho colti tanti, attraverso i quali potrebbe scaturire la risposta che mi si chiede sull’Italia appunto. Uno di questi segni, potrebbe essere quello della carta zodiacale di Caserta, la città dove sono nati e vissuti i miei genitori e dove ho trascorso la mia gioventù fino al mio matrimonio avvenuto nel 1969. Nella carta zodiacale di Caserta, mi ravviso nelle sembianze di un giovanissimo veggente con la bacchetta protesa e compenetrato nel mio maestro che è davanti ad uno specchio magico. Il volto del giovane veggente in erba coincide geograficamente con un paesino dove ho abitato per un tempo con la famiglia, Ercole quasi attaccata a Caserta. Questa carta zodiacale è a corredo del racconto, A tiana dei racconti di zi Maria, posto fra gli studi del mio sito. Di altre mie carte mappali zodiacali, ve n’è una che reca il sigillo della giusta Italia che preme all’apprendista veggente casertano in me. È di Brescia, dove, nel 1969, ho iniziato la vita di buon papà. Questa carta la si può vedere sul portale del mio sito in relazione ad un post, il secondo dall’esordio del sito. Vi si raffigura un certo Geometra, io naturalmente, col trofeo di Sphere Packing, il pacco di sfere del mio E-book. È qui la spiegazione di quale Italia io intendo, tutto proteso a concepire un suo rassicurante futuro, giusto il segno che vede Sphere Packing in luogo dell’Ospedale Civile di Brescia. Un ospedale che dà l’esatta Italia che mi sta a cuore. Sphere Packing è anche un trofeo di vittoria che, nel post, correlo a quello del gioco del calcio del campionato del mondo del 2006, giusto il segno traslato di un’Italia da primato. Sphere Packing è mostrata a tutti in quell’occasione dal famoso calciatore Cannavaro, io in modo traslato per un altro campionato per ora sul filo dell’occulto. Ecco il Geometra in me tutto ben disposto e pieno di sorprese rassicuranti per un Italia che vedo nel cuore di tutti nel mondo. Il mio cruccio, chiaramente è la geometria perché è insita nelle cose dell’essere umano. Essa si rivela mirabilmente nelle innumerevoli espressioni dell’arte. Di qui il relativo uso inconsapevole e spontaneo dell’uomo atto a modellargli il pensiero in modo che egli viva in felice simbiosi col resto della creazione cosmica. Ma ancor prima di me, dell’Italia se ne è presa cura il mio caro nonno paterno del quale porto il nome, Gaetano. Non l’ho mai conosciuto perché morì di polmonite poco dopo la nascita di mio padre e suo fratello. Sul web sono presenti vari saggi che parlano di una sua lettera toccante alla sua Gina, mia nonna. Eccone la mia presentazione con uno scorcio della lettera che io riassumo nel punto saliente. Ma cosa si dicevano gli innamorati nel secolo scorso? Solo parole d’amore? Non sempre, per esempio, s’intrecciava nei loro pensieri e parole la Patria, più di quanto si possa immaginare. Poteva capitare che il nome dell’amata si chiamasse Italia e non quella effettiva, come nel caso della suddetta lettera dai tratti lirici suggestivi. Qui si prefigura, grazie alla poetica penna di mio nonno Gaetano, una divina Italia in leggiadre sembianze che inizia a parlare supplichevole a mio nonno davanti a lei attonito. Gli si presenta e dice di chiamarsi Italia e così, ella sola, viene a cercare in lui, un sicuro cavaliere, quel che sia capace di sicuro appoggio, amore e difesa. Infine gli chiede con infinito amore, che poi ripete ancora, accetti? E così mi son proposto in modo determinato a dare man forte al mio nonno Gaetano, nato a Pozzallo della Sicilia, accettando l’analoga sua Italia, ma non quella di tutti gli italiani, molti dei quali presi per il gaudio. Ricalco ciò che disse Gesù nel vangelo di Matteo. Egli stava parlando alla folla e in risposta a un tale che gli sollecitava di sentire la madre e i suoi fratelli, disse con fermezza che per lui la madre e i suoi fratelli erano quelli che facevano la volontà del Padre suo in cielo e indicò i suoi discepoli. Ecco il significato riposto in quella sfera dell’Ospedale Civile di Brescia zodiacale, dove morì la mia prima figlia Ilaria di soli 4 anni investita da un’auto guidata da uno scapestrato. Quale il segno se non quello di Costantino imperatore, In hoc signo vinces, da issare, da parte degli italiani e del mondo intero per superare questi tempi di crisi? Ma è un segno nuovo che valica quello antico portandolo a compimento per i tempi moderni. E a proposito del cielo del Padre indicato da Gesù, anch’io non ho trascurato di alzare lo sguardo in alto e non ho mancato di ravvisarvi dei segni meravigliosi, servendomi della geometria sacra, come molti intendono, per correlarla alla posizione dei pianeti solari e il sole stesso in un singolare allineamento fra loro. Ne parlo compiutamente nel mio sito col saggio L’allineamento dei pianeti nel messaggio della Madonna di Capua, una cittadina vicinissima a Caserta. Il segno fondamentale è il riscontro dell’ortogonalità degli allineamenti di Marte-Sole con Venere-Terra, tale da comprovare la visione della croce che ho posto in relazione alle apparizioni della Madonna di Capua nei primi mesi del 2001 e che riguardano appunto una croce nel cielo. Giusto il segno premonitore da ricordare all’inizio del nuovo millennio? Ma non basta perché questa croce sormonta un triangolo ai cui vertici ci sono i pianeti lenti Plutone, Saturno e Nettuno, mentre Giove e Urano si trovano lungo due lati. Questa configurazione può essere interpretata come l’ideogramma del cuore della Madonna in cui è infissa la croce di Gesù, ma anche come l’ideogramma esoterico della conclusione dell’Opera alchemica, la Quintessenza, che capovolta rappresenta il sale alchemico. Senza parlare che la croce suddetta, per la singolare posizione dei pianeti fra loro, dà luogo a promettenti configurazioni all’insegna della Sezione Aurea. Che altro occorre per destare meraviglia e stupore, ma più che comparire sul web il mio vedere insolito, non c’è stato altro.

SPAZIOFATATO – Che cosa ti dà la scrittura?

GAETANO – Che strane cose in concomitanza a questa domanda! Mi riportano alla memoria un fatto che avevo dimenticato. Avevo poco più di 11 anni e vivevo con la mia famiglia a Trento. Mi vergogno a menzionarlo, ma ora ne traggo il costrutto poiché mi sembra che costituisca il segno per ciò che avrebbe disposto il destino per me e così fornire la risposta preliminare su che cosa mi dà la scrittura? Meglio – com’è che mi sono messo a scrivere saggi e articoli, ma, con tanta difficoltà, come ho già spiegato in risposta alla prima domanda. Ritornavo dalla scuola e mi capitò di trovare per terra un portafogli e subito lo presi e vi rovistai dentro trovando del danaro ed altro. Avrei dovuto decidere, senza pensarci, di consegnarlo a mio padre perché poi lo facesse recapitare al proprietario, ma così non feci. Trattenni il danaro e lasciai il portafoglio col resto del contenuto là dove lo avevo trovato, comportandomi come un ladro, ma neanche ci pensavo in quel momento, nella mia ingenuità. Avevo un desiderio che era un mio forte cruccio, poter avere una bella penna stilografica e così, senza riflettere su ciò che stavo per fare, decisi subito di comprare una di quelle che avevo visto tante volte esposta nella vetrina di una cartoleria, e quel danaro, che non era tanto, era sufficiente. Il poi è assai vago, ricordando a mala pena che la penna in questione dovetti tenerla solo per pochi giorni. Riflettendovi ora, penso che prima o poi a casa, mio padre l’avrebbe notata e non avrei potuto dirgli di averla acquistata. A casa si viveva in modo gramo e l’unico denaro erano pochi spiccioli che mio padre metteva a disposizione per andare al cinema con i miei tre fratelli a fine settimana. Forse – ora che ci penso – avrei potuto dirgli di averla trovata per terra, cosa credibile, ma non mi venne in mente di fare così. Sicuramente dovetti decidere di privarmene pur di non essere severamente punito da mio padre che era integerrimo, non avrebbe tollerato ciò che avevo fatto. In quanto alla mia azione riprovevole per il portafoglio trovato e non restituito, oggi ci penso senza potermi spiegare il mio gesto da ladro, io che ero considerato un ragazzino assolutamente buono e assai mite. Detto questo, e per legarlo alla domanda postami, ancora senza risposta, se ha colto nel segno l’episodio della penna stilografica posseduta solo per pochi giorni, potrebbe preconizzare che non c’è stato modo di ottenere la dignificazione che poteva derivare dal potere riposto nel suo simbolo e così diventare un valente scrittore. Ma questo non significa che ero tagliato fuori dal poterlo diventare da grande. Infatti si impara ad usare le stampelle per camminare, quando le gambe non reggono, e così anche per lo scrivere per bene. Con la differenza che è diverso da chi lo fa con naturalezza perché nasce con questa disposizione. Ecco che ora si può capire che la scrittura per me ha comportato molto spesso sofferenza e non tanto la gioia. Tuttavia, volendo dare una spiegazione al fatto di avere avuto fra le mani quella bella penna stilografica, si può ipotizzare che poteva essere valsa comunque come una occulta auto-iniziazione, e mi permetto di dirlo perché mi rivolgo alla Redazione di Specchio Magico in sintonia con questo modo di parlare. In fondo c’erano i giusti ingredienti perché si attuasse un certo rito iniziatico interiore, primo fra questi una reale morte iniziatica, cosa che ha visto un bambino buono costretto occultamente a fare il ladro. E così deve essere bastato quel poco preso a simbolo, per innescare un processo interiore inteso a predisporre – mettiamo – determinati centri yoga, i cosiddetti chakra, o loro ramificazioni, in modo da farli funzionare, una volta sviluppati, per concepire tutte quelle cose insolite delle quali se ne sta parlando in quest’intervista. Perché questo doveva essere il vero scopo della mia vita, divulgare delle concezioni nuove e non importa tanto se fatto in modo poco ortodosso, ma nel mondo dell’occulto è diverso. E conseguentemente la riparazione alla forzatura da me operata inconsciamente, in seguito avrebbe comportato un corrispondente grande sacrificio, quello di non poter montare in cattedra e riceve riconoscimenti nella vita del di qua. Ma sono ipotetiche mie conclusioni all’azzardo, perché prive di sostegno. E questo può fa capire quanto sia difficile la mia vita che per coerenza a queste mie fantasiose spiegazioni sono portato a fare l’irredentista per un’Italia tutta personale e, naturalmente, in nome di una Beatrice dantesca personale, la stessa Italia che mio nonno Gaetano intravide nelle sua sposa Gina. Ma non c’è iniziato del mondo dell’occulto che non si distingua per simili intenti, infatti così era per quelli della setta, i Fedeli d’Amore, cui apparteneva Dante, Cavalcanti e diversi altri poeti.
Ma non ho parlato di un sogno fatto ancorché ero un ragazzino di 9 anni, che preconizza ciò che ho appena detto, giusto la convalida degli ostacoli frapposti nel dispormi in modo sofferente a fare lo scrittore di cose che, forse, ignote forze interiori hanno sempre ostacolato. Aggiungo che il procedere della mia vita, non solo in relazione al discusso scrivere e disegnare, è stato quasi sempre anticipato da sogni premonitori. Ecco il sogno in questione disposto in quattro quadri sequenziali, alcuni dei quali si sono ripresentati successivamente. E qui chiedo altra pazienza per tollerare il mio dilungarmi nel parlare, quasi a ruota libera, ma si tratta dei lettori di Spaziofatato assai disposti all’ascolto di cose quasi della magia, alla Harry Potter. Nel primo quadro del sogno io mi vedevo su una croce, ma non mi sentivo sofferente. Mi rivedo ancora oggi in quella posizione e ricordo che mi chinavo per indicare con la mano destra al carnefice come o dove introdurre il chiodo nei piedi. O, forse, interpretando oggi questo gesto, preconizzavo cose future che mi avrebbero coinvolto, come l’interesse per gli zodiaci terrestri, mettiamo. Senza voltarmi, ma è come se avessi gli occhi anche di dietro, vedevo dietro di me una schiera di crocifissioni in uno scenario tenebroso di un rossastro mortificante. Altro parallelo ancora alle tante carte zodiacali appena supposte? Ma anche un possibile preavviso che altre persone, a me accanto e molto care, avrebbero diviso con me la stessa mia sorte, ognuna per il corrispondente carisma? Nel secondo quadro, ma forse lo scambio col primo, ero sempre io, ma da bambino, e mi trovavo fra le braccia di una donna, incertamente mia madre o una Madonna. Tutto incoraggiante fin qui, salvo a rendermi conto che il resto del corpo di lei era immerso in un bidone colmo di escrementi. I fatti della geografia terrestre tradotti in zodiaci? Tant’è che nel mio stato di fanciullo non ne avvertivo ripugnanza, similmente a quello precedente, tuttavia non era neanche felice e incoraggiante, come a voler far capire anche che sarei stato aiutato a sopportare gli inevitabili ostacoli della vita che mi aspettavano da grande. Nel terzo quadro, era come se mi trovassi ancora sulla croce suddetta e guardando in basso vedevo come in trasparenza un corpo, che era anche il mio. Vedevo un uomo che era come sepolto in stato avanzato di putrefazione e mi guardava fissandomi nella sua allucinante disperazione. Si rivela comprensibile il parallelo col bidone degli escrementi della donna col bambino precedente, giusto per confermare che si tratta di un tutto compenetrato nella mia personale astralità corporea. Nel quarto quadro si passa ad una visione non tanto tenebrosa, ma al contrario appena amabile se pur con la coscienza di una realtà sommersa attraverso i suddetti tre quadri. Io ne facevo parte, ma non mi ci vedevo, invece mi si presentava una collina tutta ammantata di un verde prato e notavo sulla cresta tre pie donne. Quest’ultima visione mi sembrò buona e rassicurante. Ci vedo, tra l’altro, il risultato di un processo ecologico che conferma la preziosità dell’indagine attraverso le cartine zodiacali, un tesoro di informazioni immenso tutto da mettere in luce, prenderne atto e provvedere al risanamento terrestre col contributo di tutti. Beh! a conclusione, se è così che va visto il mio scrivere, la risposta alla domanda, che cosa ti dà la scrittura? E’ in quella verde collina del sogno, con quelle tre pie donne, un tutto certamente promettente, ovvero di una nuova vita rigenerante.

SPAZIOFATATO – Nei temi e nello stile ti ispiri ad autori che ami oppure cerchi linguaggi e stili nuovi?

GAETANO – Già ho fatto capire come io sia stato ostacolato dal destino nel dispormi a fare lo scrittore ma non per produrre le carte zodiacali delle mappe di città e altro della geografia terrestre, menomale. E grande è stato il mio impegno a coltivare l’aspro terreno della mente incapace di arricchirsi di cultura umanistica e scientifica tale da tradursi poi in bello scrivere. Come già detto mi sono lasciato coinvolgere in cose dell’esoterismo, dell’insolito, di qualsiasi cosa strana che destava la mia curiosità. Ecco che mi sono disposto a una dura disciplina per far violenza alla mente e ottenere una raccomandabile memoria. Era qui che le cose erano un disastro per me sin da ragazzo. Sono seguiti sempre più duri esercizi per memorizzare forzatamente nozioni, e non solo termini per una corretta ortografia, – per esempio – dei quattro evangeli ascoltandoli in sordina attraverso un registratore a nastro durante il lavoro di disegnatore o altro. Questo, al punto da tendere a concepire un esagerato scrivere omeletico, cosa che però ho portato alla moderazione. Oppure, leggendo forzatamente, ma a volte, senza tanto capire le cose, moltissimi libri, in particolare dell’Antroposofia di Rudolf Steiner. Da un lato le cose di Steiner mi hanno giovato, non solo come arricchimento culturale, ma anche per la disposizione a non trascurare alcun dettaglio nel procedere nell’indagine, di fatti non solo esoterici, perché è esemplare l’accuratezza di questo filosofo in tal senso. Per contro, poi mi son fatto l’idea che egli forse esagerava nell’addentrarsi nell’indagine del mistero con minuziosità di particolari, facendo conto sulla sua visione spirituale. Ecco, lo Steiner che mi attraeva, la sua grande disposizione all’analisi. Leggendo altri maestri dell’esoterismo, come Giuliano Kremmerz, al secolo Antonio Formisano, mi attraeva la sua disposizione al comando, alla categoricità, cosa che comportava sicurezza del pensiero ben incanalato e corretto. Anche in tal senso il mio stile dello scrivere ha cercato di conformarvisi per quel che è stato possibile. Altra tendenza nel procedere alla mia formazione in questione mi è venuta dall’aver conosciuto di persona il famoso astrologo Tommaso Palamidessi, fondatore dell’Associazione Archeosofica, morto nel 1983. Egli cercò di conciliare varie dottrine esoteriche, in particolare quelle dello Yoga Tantrico con il Cristianesimo. Di lui ne parlo nel saggio, I segni della Terra nella visione di Nostradamus, presente in un sito di Pisa, Stilepisano. Raccomando di leggerlo giusto in relazione alle carte zodiacali della mappe urbane e simili.

SPAZIOFATATO – Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

GAETANO – Da come ho parlato del futuro dell’Italia, si può capire che i miei progetti per il futuro vi seguono di pari passo, meglio del nostro pianeta Terra retto da un piede speciale che si identifica allo stivale geografico dell’Italia, in stretta relazione con i miei ritrovamenti zodiacali relativi. Non c’è questa ideale Italia senza di me e con Sphere Packing, una concreta arca di uomini in attesa di una nuova Terra, naturalmente nel mio immaginario di un uomo avviato verso la tarda età, non più preso come tanti altri a dar corpo a progetti di lavoro ed altro in cantiere, in attesa di realizzarsi. Da giovane ero come tanti altri preso la vita pratica, tutto proteso ad affermarmi nel lavoro, quello di fare il progettista di macchine e impianti, cosa che mi era assai congeniale. Di qui la possibilità di fare invenzioni e infatti la cosa sembrava concretizzarsi perché mi trovai ad un passo di un magnifico sogno, brevettare una nuova tecnologia del processo di preparazione della miscela che poi si riversava in un forno fusorio per la produzione di vetro piano per grandi produzioni. Tutto sembrava andare in porto, ma per la mia impreparazione nella gestione amministrativa di simili cose, l’idea andò in mano ad altri e tutto andò in fumo, vuoi anche perché l’azienda coinvolta in questo progetto finì male al punto da limitare quasi del tutto la sua attività. Oggi non c’è più. Altre disavventure simili vi seguirono, era chiaro che il destino mi era avverso, come già detto in precedenti risposte di questa intervista. E così, sulla soglia degli ultimi anni del lavoro, a poca distanza dalla pensione, mi sono proiettato tutto nelle cose che sono oggetto di questa intervista che prima le consideravo un hobby. Come dire punto e daccapo, agognando di veder diffusa la mia teoria sulla mappe zodiacali e trovare la relativa apertura nel mondo degli studiosi, non solo dell’esoterismo ma anche della scienza ufficiale. E poi veder diffusa l’altra teoria quella su Sphere Packing col libro I due Leoni Cibernetici. Siamo all’oggi e mi accorgo che è volando il tempo anche per queste mie ambizioni che però restano salde in me, avendole legate al progetto Italia, come già spiegato. Come dire che solo l’età ci fa capire il valido futuro da agognare, giusto quello che è capace di valicare la morte e vederci legati a ciò che vi sopravvive, là dove, al minimo una sua via, una piazza, un monumento, porta il mio nome. In generale questo avviene, comunque, con la progenie. Una fittizia immortalità? No, se per me l’Italia è la Terra stessa, una sua altra via, giusto la stessa simbolica Sphere Packing di un matrimonio più che alchemico, di Pi Greco e Sezione Aurea. Due numeri irrazionali speciali, gli stessi che, insieme a infiniti altri, sono alla base della vita fisica e, dunque di tutto il cosmo. Mancava alla concezione metafisica della vita il suo piedistallo, l’atomo dei fisici, una certa Italia dello stivale che in questo modo prende corpo attraverso le mie configurazioni zodiacali per la resurrezione dei morti.

Autore: Redazione
Messo on line in data: Luglio 2011