RISCHI DI STAR BENE di Massimo Citro della Riva

Rischi di star bene. Se curi le intolleranze alimentari di MASSIMO CITRO DELLA RIVA
Edizioni Verdechiaro, 2017, 192 pagine, Euro 16,50
www.verdechiaro.com

 

Hai mai notato una correlazione tra i tuoi dolori e quello che mangi? Tra la tua emicrania e il formaggio? Ti sei mai chiesto se la tua allergia ai pollini dipenda in realtà da qualche intolleranza alimentare?
Questo libro aiuta a scoprire la vera causa di moltissime malattie negli alimenti ai quali si può essere intolleranti e racconta come le intolleranze possono essere diagnosticate e curate. Da più di trent’anni in Germania è stato sviluppato un metodo d’indagine che consente d’individuare con certezza quali alimenti non sono tollerati. Si tratta di un test per risonanza, che si fonda sulla relazione tra le frequenze elettromagnetiche emesse dall’alimento e quelle del corpo umano. Metodo perfezionato dal medico italiano Massimo Citro, il cui nuovo approccio scientifico ha permesso a migliaia di pazienti di migliorare la propria qualità di vita, semplicemente curando le intolleranze. 
Dalla trentennale esperienza di questo medico, finalmente un libro del tutto nuovo che, in maniera divertente e ironica, ma rigorosamente scientifica, racconta i trucchi del mestiere, i segreti dell’arte e tutta la verità che si deve sapere sulle intolleranze alimentari. Un libro per i medici, per i pazienti, e per tutti coloro che intendono approfondire la relazione tra alimenti e salute.

Dal libro: 
Gli antichi già lo sapevano, poi nei secoli venne dimenticato. Sapevano che certe malattie sono condizionate da certi alimenti. Pensate che il primo a scrivere sulle intolleranze alimentari, per averle osservate, fu proprio Ippocrate, il padre della Medicina occidentale, nel IV secolo a.C. In un trafiletto dei suoi scritti esordisce, infatti, con l’umiltà del grande medico che sa osservare ed è sempre pronto a imparare:
«Non so per quale motivo» scrive Ippocrate «ma ho notato che se dalla dieta degli asmatici e degli eczematosi togliamo il latte, il formaggio, le focacce, la birra, i pazienti migliorano o addirittura guariscono.»
Aveva visto giusto, l’aveva intuito. Aveva osservato che alcuni individui non tollerano certi alimenti mentre altri invece li possono consumare senza alcun danno.
«Lascia che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il cibo» scrive.


Sapeva osservare, qualità ormai rara nella più moderna classe medica, più avvezza a seguire impersonali e deresponsabilizzanti protocolli. Voglio ricordarlo soprattutto ai giovani medici, ai neolaureati: sappiate sempre osservare, soffermatevi sul paziente che avete davanti, esaminatelo, non lasciatevi sfuggire elementi all’apparenza insignificanti ma in realtà fondamentali. Ascoltate ogni parola, quel che dice e quel che non dice. Scandagliatelo nei dettagli, il paziente, guardate come si muove, come parla, come si siede: se in punta di sedia o se vi sprofonda, se quella sedia l’afferra prima di sedersi o se parlando si espande sulla vostra scrivania. Tenete conto di quale sedia sceglie.
Osservate ogni sua espressione, ogni gesto, dalle mani fino alla punta dei piedi. Egli vi sta parlando. Soffermatevi sui toni di voce, cercate sul viso i segni della malattia, di qualche organo malato, e fate la stessa cosa sulle mani e in qualsiasi altra parte del corpo. Egli è un libro aperto per voi. Osservate i segni della malattia sul suo viso, nelle rughe, nell’espressione, nel colore. Controllate ogni parte di quel corpo. Annusatelo, visitatelo con calma e con attenzione quasi ossessiva, soprattutto gli organi più infingardi, come il cuore, la mammella, poiché dovete scovare dove si nasconde il male. Fare una diagnosi è come un’indagine di polizia, è appassionante poiché vi trovate sul luogo di un delitto e non avete ancora idea di che cosa sia successo né tantomeno del colpevole. Lo dovete cercare, ogni indizio può essere importante e non dovete tralasciare niente (Scheda dell’editore).

Massimo Citro della Riva, dottore in Medicina e Chirurgia, dottore in Lettere Classiche, specialista in Psicoterapia, lavora come medico a Torino e si occupa d’intolleranze alimentari da più di trent’anni. Come ricercatore scientifico ha scoperto il “Trasferimento Farmacologico Frequenziale”. Come scrittore e sceneggiatore ha pubblicato diversi saggi.

 

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