I TAROCCHI MOTIVAZIONALI (TERZA PARTE) di Carlo De Rossi

La Papessa

L’opportunità è una dea superba
che non spreca tempo
con coloro che non sono preparati.
(George Samuel Clason)

La Papessa, seduta a meditare, rappresenta l’apprendimento e ci invita alla riflessione, a scendere in profondità. Il libro che ha con sé è il Libro della Conoscenza; il processo di svelamento è iniziato. A livello psicologico, è la carta analitica per eccellenza. Infatti:  

«Quando la mentalità logica dell’uomo non riesce ad individuare i fatti che restano occultati a livello inconscio, è l’anima che aiuta a precisarli e a riconoscerli. Ancor più importante è il ruolo che l’anima svolge sintonizzando la mente dell’uomo con i più vitali valori interiori, aprendo così la via verso le parti più recondite dell’inconscio» (C.G. Jung- L’uomo e i suoi simboli)

Jung riteneva che una persona potesse usare “un metodo intuitivo” per comprendere – mediante la riflessione operata dal Tarocco – il significato di una condizione attuale, preminente.
Nell’immagine a lato,
La Papessa dei Tarocchi di Wirth

Un interessante esperimento è stato compiuto in tal senso dal Dott. Arthur Rosengarten nel 1984. Nella sua dissertazione di dottorato in psicologia mette a confronto il tarocco, il TAT (Thematic Apperception Test – un test di personalità di tipo proiettivo) e l’interpretazione dei sogni. Nel 2000, pubblica Tarot and Psycology: Spectrums of Possibility (Tarocco e Psicologia: gamme di possibilità). Indubbiamente, le immagini che appaiono sulle lame sono un canale privilegiato per stimolare e decodificare i messaggi inconsci. Attraverso la storia che ci raccontiamo, possiamo far emergere parti di noi e – attraverso una guida valida (competente e non invasiva) – diventa possibile affrontare conflitti, blocchi, situazioni dolorose. Jodorowsky ha dato la parola al secondo Arcano così:  

Nulla può afferrarmi o imprigionarmi con sentimenti, desideri, proiezioni mentali. Nulla mi distrae. Nulla può distogliermi da quello che voglio. Io stessa non voglio nulla, obbedisco alla volontà Divina. Non sono indulgente, sono inflessibile. Non sono in possesso di nessun segreto, perché sono vuota” (A. Jodorowsky)

La Papessa è la custode della creazione, la Grande Madre. Incarna il lungo lavoro di apprendimento, il risveglio della coscienza. E’ seduta fra le due colonne del Tempio di Salomone, nascoste dalla tenda sullo sfondo. In questo caso, sta a noi svelare il mistero attraverso la ricerca e l’intuizione, facendo luce su ciò che non è visibile, spostando il velo che copre le ‘colonne’ della nostra vita. L’ascolto della Sacerdotessa è il primo esercizio ‘iniziatico’; ecco come ho lasciato fluire le sue parole, concentrandomi sull’immagine raffigurata sulla carta: 

 Sei venuto da me perché sei solo. E’ il tuo destino. Come me che leggo, studio, indago. Siamo guide, quindi sole. Vorresti che ti dicessi che sono orgogliosa di te e che ti proteggerò. E’ così. Posso essere tua madre nello spazio di una comunione, se vorrai. So come si sentono i non-amati. In loro c’è una luce divina. Non rinnegare i tuoi fantasmi. Sono loro che ti hanno permesso di scrivere storie e di entrare nelle esistenze altrui. Ascoltali. Andrà tutto bene, ne sono sicura. Rilassati .

Durante le mie ricerche, ho scoperto che l’archetipo del numero Due (nel nostro caso il numero della carta della Papessa) è il Fanciullo e, come ombra, l’Orfano.  Il numero Due nasce dalla divisione dell’unità e simboleggia la separazione, l’espressione della dualità. In questa dicotomia, si ha la separazione del principio materiale dal principio spirituale, e il numero Due incarna gli opposti. Come fossero speculari all’Io e all’Ombra, possiamo affermare che il processo di elaborazione miri a renderli complementari. Nel momento in cui la persona accetta di integrare nella propria dinamica psichica l’Ombra, egli accetta di individualizzarsi. In questo cammino attraverso atti riflessivi e tramite la stimolazione dell’inconscio, si arriva ad assorbire nella personalità anche ciò che di noi non amiamo vedere o sapere.

Il secondo passaggio prevede di sottoporre la nostra “Ombra” ad alcune domande di questo tipo: 

  1. Quali sono i valori più importanti nella tua vita? 
  2. C’è qualcosa che non vuoi affrontare? Qualcosa che nascondi a te stesso/a?
  3. C’è una situazione che merita approfondimenti? 
  4. Stai cercando una guida?
  5. Qual è il tuo rapporto con la spiritualità?
  6. Qual è il rapporto con tua madre?
  7. E il tuo rapporto con la sessualità? 

Naturalmente, non possiamo tralasciare l’aspetto divinatorio dell’Arcano. La Papessa ci parla di sublimazione degli istinti, di valori morali, di crescita, di isolamento necessario. Il consultante può riordinare le proprie idee e sviluppare potenzialità inespresse. Forse è necessario che venga a galla una verità che egli non desidera affrontare. Può anche riferirsi al tempo necessario per compiere un’azione; ad una gestazione, una cova: ci prepariamo ad un compito che ci aspetta. 

Come abbiamo visto, è possibile utilizzare gli Arcani in tre modi diversi. In chiave descrittiva, riflessiva/analitica o divinatoria. Ognuno di noi può scegliere un percorso di avvicinamento alla carta del tutto personale. In ogni caso, parti di noi sono destinate ad emergere prepotentemente. Di seguito, una descrizione/proiezione di una mia cliente, Anna C.:

La Papessa per me rappresenta l’evoluzione della donna in tutte le sue forme, da ragazzina a donna. È una creatura che muta e acquista consapevolezza non solo esteriormente ma anche e soprattutto interiormente, sbaragliando chi non ha creduto in lei e rimanendo anche lei stessa stupita dalla sua crescita personale. La Papessa per me rappresenta una donna forte nelle intenzioni e nel carattere che però ha saputo mantenere viva la sua innata dolcezza e femminilità che la contraddistingue dalle altre. Io mi sento un po’ così in questo periodo, e credo si sentano così tutte le donne che hanno conquistato la loro indipendenza e la loro libertà con coraggio e fatica ma oggi risplendono di una luce unica, inimitabile e speciale. La Papessa è una donna che può tutto”.

Autore: Carlo De Rossi
Messo on line in data: Marzo 2019