ERBE MAGICHE: LA CAMOMILLA di Katia

Quando il caldo astro della bella stagione scende all’orizzonte e tutto è avvolto dalle sfumature purpuree del firmamento ed i profumi dell’estate diventano più intensi e confusi, e tutto si acquieta, pure la calura diurna lascia una lieve brezza ristoratrice; mi lascio trasportare meravigliosamente nella beatitudine del mio magico mondo, seduta sulla sedia a dondolo del balconcino di legno, ascolto in silenzio ciò che offre la natura, sorseggiando una tazza di un buon infuso di camomilla.

Sembrerà strano, ma quel sole racchiuso in quella tazza fumante mi lascia un senso di frescura ed ulteriore pace che, lentamente scioglie tutte le tensioni che porta una giornata afosa.
Nei ricordi di bimba affiorano alla mente atti di tenerezza, quando mia madre si avvicinava al mio letto e mi porgeva con amorevolezza l’infuso caldo di camomilla per calmarmi nei momenti di febbre alta.
Questoa piantina governata dal sole è una delle erbe officinali più conosciute, considerata fin dall’antichità per le sue enormi qualità terapeutiche.
Nella mitologia egiziana, il fiore della camomilla era dedicato a Ra, gran dio del sole; questa pianticella dai fiori bianchi a capolino con il centro giallo, era venerata per le sue grandi capacità medicamentose e soprattutto per sanare la febbre della malaria.

Gli antichi Greci la consideravano una panacea; pare che la sua fragranza, simile al profumo delle mele mature, abbia assegnato il nome alla camomilla, infatti nell’etimologia “khamaìmelon” significa mela di terra o piccola mela, da qui successivamente il latino “chamomilla”.

Nel Medioevo veniva coltivata non solo come medicinale, ma anche per difendere l’orto da eventuali malattie, per rinvigorire le piante deperite o per aumentate la freschezza dei fiori recisi: qualche fiore di camomilla (o una bustina) nel vaso dei fiori rende questi più vigorosi e li fa avvizzire più lentamente.

Una consuetudine in quei tempi oscuri, funestati da malattie infettive, era quella di cospargere quest’erba sul pavimento o di bruciarla lentamente sulla brace del camino come l’incenso, questo sarebbe servito per allontanare le infezioni della tubercolosi o della peste, inoltre si appendevano ciuffi di camomilla sulle culle dei neonati per conservarli da possibili malattie epidemiche e difenderli dalle forze malvagie. Un’altra tradizione di quel periodo era quella di lavarsi con l’acqua di camomilla, un filtro d’amore per le giovani innamorate, per attirare la persona amata, ma come molte erbe magiche, la raccomandazione era di raccoglierla durante la notte di San Giovanni prima della mezzanotte, per evitare che le streghe ci urinassero sopra.

La “matricaria camomilla”, o meglio la camomilla comune, nei rimedi dei semplici viene soprattutto usata per i classici disturbi femminili. Le sue proprietà antispasmodiche sono un ottimo calmante per i dolori mestruali; un tempo venivano somministrati infusi di camomilla più volte al giorno alle donne con il rischio di parto prematuro, ma da quanto emerge da nuove ricerche scientifiche, c’è una contraddizione, sembra che nella camomilla ci sia una sostanza che acceleri le contrazioni uterine.
Comunque sia, la camomilla ancor oggi è ampiamente usata e commercializzata, le mamme la usano come calmanti per i propri piccoli o per la famiglia in caso di bisogno, però, è sottovalutata ed usata scorrettamente; è doveroso sottolineare che quest’erba ha qualità analgesiche,antinfiammatorie, battericide, cicatrizzanti, digestive e vermifughe.

Nella tradizione erboristica popolare, ed oggi anche in fitoterapia, la camomilla viene impiegata per medicare patologie dermatologiche più o meno gravi come: acne, dermatiti, eczemi, punture d’insetti, ustioni. Un magnifico consiglio, detto “della nonna”, nel periodo del solleone, è quello di attenuare le scottature della tintarella sconsiderata con una lozione fatta con 50 grammi di camomilla romana in un litro d’acqua bollente, poi una volta raffreddata tamponare delicatamente la zona interessata più volte al giorno. E’ anche un eccellente rimedio per tonificare la pelle e dare sollievo in caso d’irritazioni cutanee.
Definita anche pianta del male sottile, la camomilla è un ottimo tranquillante, infatti si consiglia alle persone stressate, sofferenti d’insonnia, cefalee, emicrania, tensioni nervose. E’ un palliativo per i bambini con problemi d’irritabilità nel periodo della dentizione, placa il dolore e allenta la tensione dando un sonno rassicurante al neonato; ottima come lenitivo in caso di colite, ecco perché le mamme spesso mettono nel biberon del lattante quei fiori profumati. E’ anche consigliata nei casi di dolori gastrointestinali, nei problemi di diarrea o di stipsi, perché regola la peristalsi, due o massimo tre infusi di camomilla al giorno possono normalizzare il funzionamento del sistema digerente.

Come prevenzione o semplicemente come istinto materno, per combattere il virus della poliomielite, tempi addietro le donne con il timore che i propri figli venissero contagiati da questa malattia somministravano regolarmente infusi di camomilla ai bambini. Sembra che, da alcuni studi non ancora accertati dalla medicina moderna, la camomilla impedisca il contagio o perlomeno impedisca la ricaduta in caso di guarigione di questa malattia ormai debellata in Italia.
Largamente usata in commercio, la camomilla è presente in vari prodotti: saponi, detergenti, bagnoschiuma, shampoo. Nella farmacopea trova impiego in molte cure nella fitoterapia: negli unguenti lenitivi, sotto forma di tintura madre, pomate decongestionanti, sciroppi, collirio o per preparazioni antispasmodiche.
Nell’aroma–terapia troviamo gli oli essenziali di camomilla comune e camomilla romana (anthemis nobilis), più apprezzata e dispendiosa.
L’olio essenziale viene estratto dalle sommità fiorite, tramite distillazione in corrente a vapore; da questo processo si passa ad una ulteriore purificazione e da qui si ricava l’assenza assoluta, contenente il camazulene “camomilla blu”, che sfuma al color ambra all’esposizione della luce. La quantità ricavata è limitata, inoltre la data di scadenza del prodotto piuttosto breve, perché irrancidisce facilmente anche se conservata bene, valere a dire in luoghi freschi e privi di luci; per questo motivo l’olio è molto pregiato e costoso.
Poche gocce d’essenza in un olio vettore, come quello di mandorle o germe di grano, sono l’ideale per massaggi rilassanti, rinvigorenti e quindi quest’unguento è un eccellente tonico del sistema nervoso.
Nell’aroma–terapia sottile, la matricaria camomilla viene impiegata per armonizzare il quinto chakra o più adeguatamente il chakra della gola, perché il colore blu di quest’essenza è intenso, come il colore di questo centro d’energia, ed è ottimale per infiammazioni alla gola, tonsilliti, raucedine; mentre la camomilla romana, per la sua gradazione più tenue ed evanescente, armonizza gli strati più eterici del chakra, per problemi d’espressione, timidezza, conflitti emotivi, blocco della creatività; calma l’agitazione nei momenti d’ansia, inoltre viene usata dai guaritori per operare sui piani sottili, mettendosi in contatto con il disagio della persona, e successivamente riconoscere il tormento interiore che porta alla sofferenza, quindi aiutandola a superare i blocchi inconsci che portano alla malattia.

Una leggenda narra che Gesù e i suoi genitori, Giuseppe e Maria, durante la fuga dalla tirannia di re Erode per raggiungere l’Egitto, si trovarono in pieno deserto esausti e ridotti alla sete, ma il buon San Giuseppe, sapendo che un interruzione del loro estenuante cammino sarebbe stata fatale, esortò la sua famiglia a non lasciarsi andare ed a marciare, fino a quando trovarono la salvezza in una piccola oasi. Maria era stanca e spossata dal caldo afoso; affranta prese una ciotola dalla sua logora sacca per attingere dell’acqua, nei bordi del minuscolo specchio d’acqua, c’erano sparsi qua e la tanti fiorellini di camomilla; Gesù fece cenno a queste umili corolle di cadere nella scodella di legno della madre sconsolata. La Madonna, bevendo quell’acqua fiorita, dopo un po’ si calmò e sentì le sue stremate membra prendere vigore.
Da quel giorno quel umile fiorellino ebbe la benedizione di Gesù, la camomilla fu la pianta dedicata alle mamme ansiose ed insonni e prese il nome di “erba del sonno”.
Con questa novella possiamo capire che la camomilla ha qualcosa di veramente magico, forse per me questo fiorellino profumato da il messaggio di una grande manifestazione d’amore e tenerezza; è sufficiente pensare alla madre che coccola il suo piccino cullandolo, e dandogli da bere l’infuso di camomilla per calmarlo canta alla sua creatura una soave ninnananna.
Nella simbologia dei fiori quest’erba è la rappresentazione della forza nelle avversità, quindi oltre ad essere dolce e amorevole la pianta da la forza di combattere contro le ostilità della vita quotidiana.

 

Curarsi e farsi belle con la camomilla

Problemi al cavo orale: bocca, gengive arrossate, escoriazioni o infiammazioni. Infuso di camomilla
– 60 grammi di fiori di camomilla
– 1 litro d’acqua bollente
Lasciare in infusione per 10 minuti. Si consiglia di fare risciacqui tiepidi per quattro volte al giorno.

Per avere riflessi biondi: decotto di camomilla
– 100 grammi di fiori
– 1 litro d’acqua
Bollire il tutto per 10 minuti, filtrare e con il liquido risciacquare abbondantemente i capelli dopo lo shampoo.

Oppure quest’altra ricetta:
– 2 gocce di olio essenziale di camomilla romana
– 20 grammi di fiori secchi di camomilla
– 250 ml. d’acqua fumante
Lasciare riposare il tutto in un recipiente chiuso. Da usare come scritto sopra, ma con l’accortezza di risciacquare i capelli solo dopo circa 15 minuti di reazione.

Bagno di camomilla per le persone molto stressate e ipereccitabili
– 200 grammi di fiori
– 4 litri d’acqua
Lasciare le corolle tutta notte in infusione nell’acqua, il mattino seguente fare bollire il tutto per circa cinque minuti, versare il decotto filtrato nella vasca da bagno, rilassarsi per 15 minuti sommersi dall’acqua aromatizzata.

 

Autore: Katia
Messo on line in data: Febbraio 2004
Il disegno è opera dell’Autrice.