EDITING DI UN LIBRO: CHE COSA E’ di Redazione

Il libro, questo magnifico amico che ci accompagna durante magici momenti di vita, è spesso rifugio in cui sfuggire dai problemi della quotidianità o specchio della realtà circostante, una finestra sul mondo e una porta per le emozioni. Quando ci affezioniamo a un libro, quasi di riflesso si crea un intimo rapporto con chi l’ha scritto, il suo autore, ma spesso dimentichiamo l’intenso lavoro che ha permesso a quest’oggetto di venire alla luce. Un libro è sempre frutto della collaborazione tra scrittore, editore, redattore, grafico (o impaginatore) e correttore di bozze, e le fasi che portano alla sua pubblicazione sono numerose e complesse.

Le figure che lavorano all’interno di una casa editrice hanno ognuna un ruolo funzionale alla pubblicazione di un’opera. Solitamente l’editore, o il direttore editoriale, sceglie se un libro può essere pubblicato attenendosi a criteri specifici, ad esempio verificando che il contenuto sia pertinente al taglio editoriale scelto, cercando di capire in quale collana inserirlo e intuendo, sulla base dell’esperienza, se quel libro “venderà” o a quale tipo di pubblico potrà rivolgersi. Una volta che lo scrittore ha ricevuto il fatidico “sì” alla pubblicazione della sua opera, il manoscritto passa nelle mani del redattore che intraprende con lui un rapporto di collaborazione ed elabora il testo, correggendolo, uniformandone lo stile, dando coerenza ai contenuti e curandone l’intero aspetto formale. Dopo questa prima fase, si passa all’editing e poi ai vari round [giri] di bozza.

Non bisogna confondere l’editing con la correzione di bozze, poiché sono due attività sostanzialmente diverse. Il primo, infatti, consiste in un vero e proprio intervento sul testo, al fine di smussarne gli angoli e “sgrezzarlo” per dargli una forma che sia il più possibile gradevole alla lettura. Attenzione, però, non bisogna mai snaturare lo stile originario dell’autore ma, anzi, ne vanno messi in evidenza i punti forti cercando di depotenziare quelli deboli. Capita, ad esempio, di trovarsi dinnanzi a un libro dal contenuto strepitoso ma con una forma mediocre (errori di ortografia o di punteggiatura, frasi sconclusionate o non bene legate le une alle altre, italiano non proprio corretto ecc.); l’editor dovrà allora lavorare sul testo dandogli un aspetto uniforme, correggendo gli errori formali e intervenendo sull’aspetto stilistico (ma non storpiandolo) in modo da renderlo fruibile e comprensibile. Oppure può capitare di ricevere un’opera scritta in modo accattivante e originale, ma il cui potenziale è “nascosto tra le righe” per inconsapevolezza dell’autore che non utilizza nel modo più appropriato i suoi mezzi espressivi o non riesce a far fluire liberamente la comunicazione con il lettore. Fine dell’editing è quindi quello di lavorare sul manoscritto con una sorta di scalpello, valorizzandone sostanza e apparenza.

La correzione di bozze segue quasi sempre all’attività di editing ed è affidata a persone competenti in materia. Si tratta innanzi tutto di lettori appassionati ed esigenti, dotati di un occhio attento a ogni piccola sfumatura e con una grande capacità di concentrazione. Il correttore di bozze ha infatti un compito delicato, ovvero quello di limatura e raffinamento del manoscritto. In passato, le case editrici avevano correttori di bozze interni, ma con l’avvento di Internet e la capillarizzazione del lavoro editoriale, oggi gli editori tendono a rivolgersi a service editoriali (agenzie che, tra i vari servizi, offrono anche quello di correzione di bozze) o a correttori esterni e freelance.

La correzione di bozze non avviene mai in un unico passaggio, ma si ripete per due, tre o più cicli di seguito. Solitamente la bozza viene distribuita a più persone per garantire l’accuratezza della correzione e una “pulizia” più approfondita possibile del testo. Questo succede poiché non è detto che un unico correttore riesca a identificare tutti gli errori contenuti in un’opera, vuoi per “assuefazione” dell’occhio (ovvero, dopo la prima lettura il cervello tende a non registrare certi errori e il correttore legge ciò che ha in mente, non quello che c’è effettivamente scritto), vuoi perché anche la lettura più attenta non sempre permette di cogliere i più piccoli refusi. Gli interventi dei vari correttori saranno poi collazionati (raccolti) in un’unica copia, che conterrà tutte le correzioni da apportare al testo.
La prima bozza può presentarsi in due modi diversi: in colonna o in preimpaginato. La colonna, o strisciata, è il testo scritto in un’unica colonna, senza alcuna formattazione o intervento di tipo grafico. Il preimpaginato si presenta invece come inserito nella gabbia definitiva (lo spazio delimitato da utilizzare per l’impaginazione) e rispetta le specifiche stabilite per il progetto grafico.

La correzione di bozze è condizionata dalle così dette “norme di stile” o “norme editoriali”, cui il correttore di bozze deve attenersi durante il suo lavoro. Queste sono regole – alcune ufficiali, altre decise dall’editore e, quindi, cambiano da casa editrice a casa editrice – codificate al fine di allineare il testo e renderlo uniforme. Un esempio classico è quello della d eufonica (contrario di “cacofonica”, identifica un suono gradevole e di facile pronuncia) che è oramai in disuso nella maggior parte dei casi, tranne rare eccezioni: si scrive a esprimere e non ad esprimere, ma ad esempio (eccezione) e non a esempio; si scrive a essere e non ad essere; si scrive e anche e non ed anche ecc.

Strumenti del correttore di bozze sono segni specifici con cui evidenziare l’errore all’interno del testo e richiamarlo a margine di pagina. Le segnalazioni vengono sempre fatte nel margine più vicino all’errore, e vengono quindi applicate a sinistra per refusi presenti nella prima metà del rigo e a destra per refusi che si trovano nella seconda metà del rigo. In caso di ripensamento, non è necessario cancellare o pasticciare il manoscritto, ma basta aggiungere la scritta “vive” o “vive testo” vicino alla correzioni di cui non bisogna tenere conto. La correzione di bozza avviene per lo più su materiale cartaceo, quindi sulla copia stampata del manoscritto; ma nel caso di correttori esterni si può ricorrere agli utilissimi Strumenti di revisione di Word, che registrano ogni modifica apportata e hanno il vantaggio di identificare con colori diversi, in riquadri a margine di pagina, gli interventi di ogni correttore. Una volta concluso l’ultimo round di bozza, il libro sarà pronto per essere stampato e, in seguito, pubblicato.