GEOMETRIA OCCULTA: LA FLAGELLAZIONE di Gaetano Barbella

Resterà per sempre un segno indelebile nel tempo, come tanti altri, il tragico evento dell’11 settembre 2001 a New York, allorché furono viste sbriciolarsi e crollare su sé stesse le due Torri gemelle con le persone che vi si trovavano prigioniere, fra nuvole di polvere e le grida strazianti degli astanti, da tutto il mondo attonito incollato ai video!
Oggi, a distanza di cinque anni, non manca di sentir riecheggiare quei terribili momenti che si presentarono improvvisamente alla gente intenta alle solite cose di routine giornaliere di una New York, città simbolo di un’America modello di civiltà trainante per il millennio da poco iniziato. Un giorno di una data memorabile che ha cambiato il mondo contemporaneo proiettandolo in un nuovo evo denso di turbamenti ed incertezze.
C’è chi si domanda «cosa ci rimane»? dopo una simile tragedia, con le tante conseguenze di guerre ed attentati terroristici che ne sono derivate in tutto il frattempo da quell’11 settembre.

È una domanda che mi suggerisce un’altra, non troppo diversa, posta dall’autorevole scrittore Franco Cardini, riportata dal sito www.identitaeuropea.org, che è questa:

«A differenza di altri grandi fatti del passato l’11 settembre 2001 è stato subito riconosciuto come data epocale. Ma quali le conseguenze?».

Ma prima del suo intervento su questo tema, Cardini cita questo trafiletto del giornale Avvenire del 9 nov. 2003, a firma Agorà: «stanno ridefinendo gli equilibri del mondo e fondando un Nuovo Ordine mondiale sulla nuova, solida base dell’egemonia politica, tecnologica, finanziaria e militare degli Stati Uniti, che si fanno garanti di esso e della nuova pace».
Di qui poi, l’articolo suddetto del quale trascrivo di seguito solo la prima parte, cosa assai utile per le mie riflessioni e risposta sulle due domande iniziali.

«L’11 settembre del 2001 ha sconvolto non solo gli Stati Uniti d’America, bensì l’Occidente e il mondo. Una data nodale. Un simbolo, come tutte le date nodali? Come il 12 ottobre del 1492, quando Cristoforo Colombo approdò sul primo lembo di terra del Nuovo Mondo? Come il 20 settembre del 1792, la giornata di Valmy dalla quale – secondo una celebre frase di Wolfgang Goethe ‘comincia la nuova storia’? Come il 28 giugno del 1914, il giorno delle revolverate dì Sarajevo? Come il 6 agosto del 1945, la livida alba atomica su Hiroshima? Come il 9 novembre del 1989, giorno dell’apertura delle frontiere tra le due Germanie e dell’inizio della demolizione del Muro di Berlino? Conosciamo tutti il valore convenzionale, spesso soprattutto simbolico, di queste e di altre Grandi Date. Sappiamo bene che quella della pars Occidentis dell’impero romano, nel 476, fu «una caduta senza rumore», come ebbe a definirla – e la definizione è quasi passata in proverbio Arnaldo Momigliano. E noto che in quella giornata d’ottobre del 1492 nessuna folla si riversò sulle piazze delle città d’Europa, festante perché era finito l’oscuro Medioevo e si annunziava il luminoso Rinascimento».

Il seguito è prevedibile, perché viene sviluppato conforme al tema racchiuso nel trafiletto dell’Avvenire di Agorà, e per il nostro caso potrebbe bastare per immaginare una giusta idea sulla risposta alle domande introduttive, «cosa ci rimane dopo quell’11 settembre?», e può essere buona quella sviluppata a suo modo dal Cardini.

A questo punto sembrerebbe chiusa la questione, ma emerge un problema che rimette in piedi ogni cosa, e che fa sorgere quest’altra domanda: ma è veramente completo l’elenco delle date memorabili fatto dal Cardini? Io dico che ne manca una, grazie alla quale potremmo, chissà, far progredire il ragionamento, sul tema in questione, secondo un verso imprevisto, seppur legato al solito piccolo filo della casualità, una scienza che, però, non convince, quella dei simboli.
Nondimeno Cardini non trascura di dar un certo peso al “sottile” legato al simbolo dando prestigio alle «date nodali» quando rileva che «Conosciamo tutti il valore convenzionale, spesso soprattutto simbolico, di queste e di altre Grandi Date».

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Autore: Gaetano Barbella
Messo on line in data: Febbraio 2007
Apparato iconografico a cura dell’Autore.