PARACELSO di Pinuccia Cardullo

Philipp Theophrast Bombast von Hohenheim, detto in seguito Paracelso, medico e filosofo tedesco, trascorse tutta la sua vita viaggiando per l’Europa per studiare le malattie più diffuse tra il popolo, e raccogliendo, così, un vasto patrimonio di acquisizioni.
Appena diventato medico, Paracelso sconvolse i colleghi, bruciando pubblicamente i libri di Galeno e di Avicenna, come contestazione contro le dottrine mediche contemporanee. Nel 1527 fu nominato professore di medicina all’università di Basilea, ma non tardò ad abbandonare la città per contrasti con i colleghi e con i farmacisti del luogo. I colleghi gli rimproveravano di dimostrare scarsa dignità, dato che Paracelso amava la compagnia di gente semplice, preferiva il tedesco dialettale al latino e vestiva abiti spesso stazzonati e rattoppati.
I farmacisti trovavano insultanti i suoi consigli ai pazienti, che venivano da lui esortati ad usare medicamenti poco costosi fatti in casa.
Riprese, quindi, i suoi viaggi, finché venne chiamato a Salisburgo dal vescovo della città, vi si trasferì e vi morì poco dopo, nel 1541.
Fu sepolto nel cimitero di San Sebastiano, in una tomba che fu, fino ai primi anni del secolo scorso, meta di pellegrinaggi, perché una leggenda diceva che una preghiera sulla lapide proteggesse dalle epidemie.

 

Paracelso scrisse più di settanta opere, tra cui l’Opus paragranum del 1530 e l’Opus paramirum del 1531, pubblicate postume, in cui espose la sua concezione del mondo che si evolve chimicamente.
Per Paracelso l’uomo era un microcosmo che rifletteva il macrocosmo; essenziale per la sua salute era vivere in armonia in ognuna delle sue parti.
Basi della salute erano la conoscenza della teologia, che permetteva di usare gli influssi del divino per intervenire sull’umano; dell’astrologia, per utilizzare l’influsso degli astri, da cui dipendevano sia le malattie che le loro cure; dell’alchimia, che consentiva di individuare l’essenza delle cose.
Egli affermava che ogni medico doveva possedere una conoscenza profonda della natura, dei rapporti fra le cose e dei poteri delle varie sostanze sul corpo umano; doveva conoscere l’alchimia, la matematica, l’astrologia e le scienze naturali.

Paracelso vedeva nella materia un grande organismo vivente, dotato di una energia creativa e di una forza guaritrice universale, che non sbagliava mai nel suo operato perché era una creazione di Dio.
L’uomo era in grado di elevarsi a Dio con la sua mente; essendo un termine medio fra la natura e Dio, poteva quindi penetrare la realtà materiale e la realtà divina.
Egli si valse della calamita per curare alcune malattie, vedendo nel magnetismo una delle principali energie che collegano fra loro tutti gli esseri; suppose un principio universale del quale ogni cosa doveva essere impregnata e affermò che l’uomo possedeva in sé questa energia, per mezzo della quale riceveva l’influenza degli astri. Ai 6 pianeti che ruotano intorno alla Terra, Paracelso fece corrispondere gli organi del corpo umano: al Sole il cuore, a Saturno i polmoni, alla Luna il cervello, a Venere i reni, a Giove il fegato, a Marte la cistifellea.

 

Autore: Pinuccia Cardullo
Messo on line in data: Novembre 2000