RACCOLTA DI AFORISMI (PARTE SECONDA) di Giorgio Gramolini

DI DIO, DI UMANITA’ E DI BESTIE

 

I – Chi commette crimini contro la Natura finge di non sapere di commetterli anche contro Dio e contro l’Umanità.

II – La discriminazione tra umanità e natura, umanità e animali, apre la strada a qualunque forma di razzismo.

III – Non credo a chi solidarizza con le sofferenze dell’umanità e non spende una parola per le atrocità che patiscono gli animali, sempre ad opera di quegli esseri umani che invocano – solo per se stessi – pietà.

IV – La fiducia nella razionalità si fonda su un terreno infido e cedevole: mettendo razionalmente in dubbio ogni presupposto non si può infatti evitare di mettere in dubbio la razionalità stessa.

V – Chi ottiene un diritto lo fa in virtù della propria forza e dell’altrui debolezza.

VI – Dio potrebbe continuare ad esistere anche se nessuno ci credesse più?

VII – L’eutanasia; la possibilità di interrompere la vita per abbreviarne le sofferenze: l’unico campo dei diritti in cui gli animali sono in vantaggio sulle persone.

VIII – E’ vero, la bestemmia è volgare, è oscena, è vergognosa; ma talvolta segnala un rapporto forte con la divinità, il bisogno di affermarne la presenza; quasi un desiderio di trascendenza.

IX – Si dice che gli umani si affannino a realizzare tante imprese per scacciare la paura della morte; io credo lo facciano per non cadere preda del terrore di essere vivi.

X – Se Dio è davvero infallibile non lo ha certo dimostrato creando l’uomo.

XI – Il rumore con cui la nostra società riempie le sue strade, le sue case, le sue giornate, le sue nottate, i suoi cervelli, le sue anime è il segno della non-volontà di ascoltarsi, di porre domande sul proprio destino.

XII – Nell’attuale civiltà tanto avanzata, con i suoi ritrovati tecnologici, la sua abbondanza di risorse e di beni, abbiamo spesso l’impressione che il nostro esistere non sia vita ma sopravvivenza.

XIII – Dio esiste anche se noi non ci crediamo. Questo pensiero ci dà sicurezza.

XIV – La presenza di Dio come spiegazione dell’esistenza del cosmo è senz’altro una manifestazione della nostra razionalità.

XV – Quando ti dichiari vegetariano, puoi incontrare negli sciocchi indifferenza o derisione, ma in altri, forse meno insensibili, una sottile inconfessata invidia.

XVI – Un’autorità degna di tal nome deve saper affascinare e terrorizzare a seconda dei momenti, o anche nello stesso momento.

XVII – Democrazia o tirannide? Diciamo che esiste la dittatura militare, quella a partito unico, la bipolare e la pluripartitica… E non sei neanche libero di scegliere quella che preferisci!

XVIII – Sostenere che la vita di un animale valga sempre e in ogni caso meno di quella di un essere umano è un’aberrazione priva di qualsiasi fondamento scientifico e filosofico.

XIX – Il vero limite dell’umano progresso sta nel non sapere porsi dei limiti.

XX – L’umanità usa in continuazione due parole, amore e libertà, senza conoscerne minimamente il significato.

XXI – Se ci analizziamo con attenzione, scopriamo che la maggior parte delle nostre angosce proviene dai nostri sensi di colpa. Non c’è niente di più frustrante del sentirsi responsabili dei propri mali; niente di più consolante del considerarsi vittime del destino.

XXII – Non so se dar credito all’ipotesi che l’umanità sia un esperimento messo in atto da civiltà extraterrestri altamente evolute. In tal caso non si comprenderebbe come mai esse non abbiano già posto fine alla fallimentare sperimentazione con la soppressione di tutte le cavie. O forse sanno che queste prima o poi ci penseranno da sole?

XXIII – Se Dio esiste davvero, ci dovrà prima o poi molte spiegazioni.

XXIV – Se Dio ci rivelasse, già in questo mondo, tutti i misteri che circondano l’Universo, la nostra vita sarebbe meno divertente. Soprattutto per Lui.

XXV – In quanto all’efficacia “propagandistica” che può ottenere una religione, è molto più valida la minaccia della dannazione eterna – fatta di sofferenze e tormenti che la nostra mente può facilmente immaginare – che non la promessa di una eterna e perfetta felicità, dinanzi alla quale il nostro senno si smarrisce, non trovando confronti nella propria esperienza materiale.

XXVI – La compagnia, la socialità, la convivialità rendono senz’altro più vivibile l’umana esistenza, ma è solo nella solitudine che la coscienza può costruire sé stessa e misurarsi con l’unico metro che veramente le compete: quello del proprio destino.

XXVII – La sconfitta militare è bruciante; la sconfitta elettorale è umiliante.

XXVIII – La vera assurdità non è il suicidio, ma il viverlo semplicemente come una fuga, un estremo atto di debolezza. Dopo una vita fatta di incertezze e vigliaccherie, sarebbe bene che l’ultimo fosse un gesto risoluto, dettato da una scelta finalmente coraggiosa (e definitiva).

XXIX – Chi vorrebbe cambiare il mondo ma dichiara di non averne il tempo, può fare una cosa che non gli farà perdere neanche un minuto e muterà in un senso rivoluzionario le sue abitudini: diventare vegetariano.

XXX – Vera giustizia e vera uguaglianza non è dare a tutti lo stesso, ma a ciascuno il suo.

XXXI – Ironizzare sui gatti è difficile; incarnano già di per sé il lato ironico della vita.

XXXII – L’umano progresso, ovvero: il tentativo di chi, cacciato dal paradiso terrestre attraverso la porta, tenta di rientrarvi dalla finestra.

XXXIII – Ciò che distingue l’uomo dalla bestia è che l’uomo sa essere più bestia della bestia stessa.

XXXIV – Uno dei peggiori crimini della modernità sta nell’avere distrutto con i suoi mezzi di comunicazione e di trasporto il senso originario del tempo e dello spazio, aprendo così la strada a tutte le nevrosi della nostra epoca.

XXXV – Ci si può uccidere per salvare qualcosa di sé stessi e della propria immagine, delle proprie speranze: il suicidio come forma di sopravvivenza.

XXXVI – Solo i poveri possono aiutare i poveri. Solo i ricchi possono derubare i ricchi.

 

Autore: Giorgio Gramolini
Messo on line in data: Giugno 2005