REINCARNAZIONE: LE CONCEZIONI DEI GRECI di H. van der Hecht

L’Aldilà e la reincarnazione secondo gli antichi Greci è parte di una serie di articoli dei relatori presenti al Seminario di Studi Teosofici, tenutosi a Roma nel 2009. Per la pubblicazione di questo articolo si ringrazia il sito www.teosofica.org

Robert Graves nel suo libro sui miti greci (The Greek Mythos) mostra come le concezioni dei greci sull’aldilà si sono evolute attraverso i secoli. All’età classica (V-IV secolo a.C.) la rappresentazione popolare era la seguente: l’anima del morto raggiunge gli inferi (il mondo inferiore o di sotto), l’Ade, un immenso mondo sotterraneo sul quale regna Ade e la sua sposa Persefone. Per questo il cadavere è stato bruciato liberando l’anima (l’incenerimento libera immediatamente l’anima dal doppio eterico). L’anima, condotta da Ermes, lo Psicopompo, o conduttore delle anime, supera la soglia degli inferi, la cui principale entrata si trova in un boschetto di pioppi neri ai bordi del fiume Oceano.

Ogni anima è munita dai pii parenti di un obolo, pezzo di moneta collocato sotto la lingua prima dell’incenerimento. L’anima può così pagare Caronte,  il traghettatore, che la trasporta con una barca pazza attraverso lo Stige, questo fiume vituperato che costeggia l’Ade sul suo lato occidentale. Le anime senza obolo devono attendere eternamente ai bordi dello Stige, a meno di essere sfuggite al loro conducente Ermes e di essere scivolate attraverso un’entrata posteriore, come a Tenare in Lacconia o ad Aorne in Thesprotie…

 

Scarica il file in formato .pdf  Reincarnazione presso i Greci

 

Autore: H. van der Hecht
Messo on line in data: Ottobre 2010