L’ULTIMO ALCHIMISTA ITALIANO di Roberto Volterri

L’Alchimista di Misano Adriatico

 

 … Tutti i minerali, secondo la voce ermetica, gli hanno apportato l’omaggio del loro nome. Lo si chiama ancora Drago nero coperto di squame, Serpente velenoso, Figlia di Saturno, la più amata dei suoi bambini. Questa sostanza primitiva ha visto la sua evoluzione interrotta dalla interposizione e dalla penetrazione di uno zolfo infetto e combustibile che ne appesantisce il puro mercurio, lo trattiene e lo coagula. E, sebbene sia interamente volatile, questo mercurio primitivo, corporificato sotto l’azione essiccante dello zolfo arsenicale, assume l’aspetto di una massa solida, nera, densa, fibrosa, fragile e friabile, che la sua poca utilità rende meschina, abietta e disprezzabile agli occhi degli uomini. In questo soggetto, – parente povero della famiglia dei metalli, – l’artista illuminato trova tuttavia tutto quanto di cui necessita per cominciare e finire il suo grandioso lavoro, perché, dicono gli autori, entra all’inizio, a meta’ ed alla fine dell’Opera…  È la ragione per la quale hanno rappresentato simbolicamente la loro materia, nella sua forma primitiva, con la figura del mondo che contiene in se i materiali del nostro globo ermetico o microcosmo, raccolti senza ordine, senza forma, senza ritmo né misura.

È questa la criptica, immaginifica, descrizione che il misterioso alchimista Fulcanelli fa dell’Antimonio, ricavato dalla Stibnite, ovvero un Solfuro di Antimonio, nel libro Le Dimore Filosofali (Edizioni Mediterranee, 1973).
Del  Drago Nero, coperto di squame, serpente velenoso, figlia Saturno  scrive anche Basilio Valentino ne “Il Carro Trionfale dell’Antimonio” ove compare anche la rappresentazione dei “pianeti alchemici” e dei loro simboli, quali Saturno, Marte, Mercurio, Venere e la Luna mentre trascinano il carro condotto dal mitologico Vulcano, carro che trasporta proprio l’Antimonio solitamente rappresentato da un globo sormontato da una croce.

Ma perché parlare dell’Antimonio in questo articolo?

Perché negli ultimi tempi – grazie all’amico Antonio Bortolotti che della Grande Opera e… di molte altre cose “misteriose” sa moltissimo – ho avuto modo di ricevere dell’inedito materiale appartenente ad un interessante personaggio che possiamo considerare – almeno nel nostro strano Bel Paese – l’ultimo degli Alchimisti, una sorta di Fulcanelli del XXI secolo.

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Autore: Roberto Volterri
Messo in line in data: Marzo 2019