GLI ANGELI DI NASCITA (prima parte) di M. Antonietta Pirrigheddu
Gli Angeli di nascita sono i portatori dei nostri talenti, delle aspirazioni più elevate, delle nostre inclinazioni; al contempo sono Forze che ci invogliano e ci guidano verso il compimento del nostro scopo di vita. Sono 72 Pensieri di Dio per l’uomo, e riflettono 72 sfaccettature o Volti divini.
Possiamo immaginarli come delle correnti di energia che ci attraversano al momento della nascita, e che permangono in noi fino alla morte. Non permangono dopo il nostro passaggio, ma nell’Oltre portiamo con noi quel che abbiamo realizzato grazie ai loro doni.
L’antichità ci ha tramandato i loro nomi, che stabiliamo in base alla data di nascita: gli uomini che vengono al mondo nello stesso periodo hanno lo stesso angelo e ricevono le stesse tendenze. Più o meno, perché poi molto viene determinato dal carattere, dall’ambiente e soprattutto dalla volontà. Ogni uomo è accompagnato da tre Angeli di nascita. Essi intrecciano e armonizzano le loro energie dentro di noi influenzandoci, ispirandoci e guidandoci verso quella che dovrebbe essere la nostra piena realizzazione, e quindi verso la felicità. Una realizzazione che passa attraverso i princìpi e i desideri più profondi.
Il percorso della vita, prevalentemente, è dato dai doni che essi concedono alla nascita. E’ inevitabile, infatti, che le scelte siano condizionate dalle tendenze personali e dalla propria vocazione, intesa come aspirazione ad un tipo di vita piuttosto che ad un altro. Spesso la nostra vita è infelice perché ricerchiamo con testardaggine ciò che non fa per noi, ciò verso cui ci hanno sospinto gli altri, abbandonando e rifiutando quel che invece ci aspetta. Fare quel che non ci piace e non ci compete rende la vita approssimativa e pesante: si diviene persone indecise, che si arrabattano faticosamente senza neanche sapere il perché. La felicità può giungere solo attraverso l’attuazione di ciò che siamo davvero, di ciò che in un certo senso siamo destinati ad essere. Nessuno è più appagato di colui che ama quel che fa, o meglio di colui che può fare ed essere quel che ama. L’esistenza è sicuramente più facile e scorrevole quando sappiamo quel che vogliamo fare e siamo disposti ad impegnarci per questo, e le soddisfazioni non mancano.
Ecco il vero significato della parola “vocazione”. Vocazione è fare ed essere ciò che il cuore davvero desidera. E gli Angeli di nascita hanno proprio questo compito: portare il dono della vocazione e aiutarci a metterlo in atto. Essi costituiscono il nostro bagaglio di talenti, che possiamo esprimere come meglio crediamo. Il dono dell’angelo è ciò che aiuta l’uomo a divenire un tutt’uno con la sua vera essenza, ossia con ciò che è realmente. Non tutti siamo in grado di percepire la “voce” degli Angeli di nascita: siamo abituati a trascurare le sensazioni e le ispirazioni che provengono dall’Alto e dall’interno di noi stessi, e spesso non conosciamo nemmeno le doti che possediamo. Ciascuno è libero di seguire le loro indicazioni oppure di ignorarle: sta a noi scegliere se mettere a frutto i talenti concessi o sprecare ciò che siamo e il nostro potenziale. È sempre l’essere umano a decidere.
Gli Angeli di nascita non vanno confusi con l’angelo custode, che possiamo immaginare come una alta Energia individuale e intelligente che accompagna ciascun essere umano durante la sua vita, con compiti assai diversi. Una parte dell’immensa Energia divina è stata suddivisa in miriadi di frammenti per poter affiancare ogni uomo. Quando si dice che Dio è onnisciente, ossia che vede e conosce tutto, ci si riferisce – almeno per quanto riguarda gli uomini – proprio a questo suo frammento che ci sta accanto. L’angelo custode è l’Occhio di Dio che veglia su di noi. Esso è in sintonia strettissima con il nostro Sé superiore. Si può dire che, per tutta la durata della vita, l’angelo custode e il Sé superiore siano un tutt’uno. L’angelo custode ha compiti di protezione ed è voce di coscienza. E’ un compagno di vita, il sostegno morale che spesso l’uomo non tiene in considerazione: lo relega tra le credenze infantili, mettendone in dubbio l’esistenza. Eppure, se riuscisse a capire e a sentirne la presenza, non vacillerebbe tanto facilmente e non si lascerebbe cogliere dalla disperazione e dalla negatività. D’altra parte “pregare” l’angelo custode non ha senso: lui farà quel che deve fare indipendentemente dalle nostre preghiere, perché il suo compito è l’uomo.
Come possiamo figurarci quest’Essere?
Di solito gli diamo volto umano e ali, e pensiamo che ci “parli” usando le parole della nostra lingua. Ma qualunque immagine ci si possa fare di lui sarà sempre creata dalla nostra mente; e qualunque ispirazione possa venirci da lui, sarà sempre filtrata dalla mente che provvederà a tradurla in parole a noi comprensibili. Quindi dare un nome a questa Energia significherebbe… usare la mente! In qualsiasi modo lo si chiami, sarà sempre una nostra creazione o immaginazione. Così, quando qualcuno sostiene che gli è stato “rivelato” il nome del proprio angelo custode, è solo il suo gran desiderio di conoscerlo che ha prodotto quel nome, o suono, o visione. Dio stesso ha più nomi, ma siamo stati noi uomini a darglieli! Lo chiamiamo Jahvè, Allah, Elohim… Dio è sempre lo stesso, ma noi ci rivolgiamo a Lui in modi differenti. E allora come mai gli angeli di nascita, invece, possiedono un nome? Anche in questo caso c’è stato l’intervento dell’uomo, che ha anzitutto la necessità di distinguerli l’uno dall’altro, poiché si tratta di 72 “Pensieri divini” attribuiti a diversi periodi dell’anno. Ma la storia dei loro nomi è decisamente particolare… Potremo conoscerla nel prossimo articolo.
Autore: Maria Antonietta Pirrigheddu
Messo on line in data: Dicembre 2010