CANTO IX DELL’INFERNO di Gaetano Dini

Dante e il suo tempo: Canto IX dell’Inferno

La scena dell’arrivo di un Messo Celeste in soccorso di Virgilio e Dante, che non possono entrare nella città di Dite, è preceduta da questa terzina di intensa pregnanza esoterica:

O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto il velame de li versi strani”.

Il Messo Celeste arriva sulle acque dello Stige e con una verghetta apre la porta della città di Dite, cinta da alte mura e sorvegliata da diavoli che hanno impedito l’entrata ai due poeti.
L’arrivo del Messo è preceduto da un suono possente e da un vento impetuoso. 
Questi apre la porta della città infernale, scompagina gli atterriti diavoli e se ne va con incedere potente quasi terrificante così come è venuto.

Tommaso Di Salvo, grande dantista che nei suoi studi si è senz’altro confrontato con le perifrasi di altri dantisti, vede nel Messo Celeste un potente Angelo inviato da Dio.
Un Angelo così potente difficilmente sarebbe stato lasciato da Dante senza un nome e una categoria angelica di appartenenza.
La critica ufficiale sembra non preoccuparsi di questo.
Luigi Valli, grande dantista esoterico, nel suo saggio Lo schema segreto del poema sacro vede, nel Messo Celeste che apre la porta della città di Dite con una verghetta, Enea, simbolo archetipo dell’Aquila romana, icona questa di giustizia terrena.

Nell’immagine sotto,
Dante, Virgilio e il Messo Celeste di Gustave Dorè (1832-1883)

Valli identifica la verghetta del Messo Celeste con “la verga d’oro” dell’Eneide, per mezzo della quale Enea può scendere negli Inferi.
Io nel Messo Celeste, con il suo incedere potente, senza esitazione, passando la palude stigia “con le piante asciutte”, vedo invece Cristo. 
Cristo camminava sulle acque come fa ora il Messo Celeste, inoltre Cristo è sintesi perfetta del potere dell’Aquila romana, simbolo di pace e giustizia terrena, e del potere del Legno sacro della Croce, simbolo di amore e carità cristiana.
La verghetta con cui il Messo Celeste apre la porta della città infernale viene da me identificata con il ramoscello d’ulivo, che nell’Antico Testamento è simbolo di rinascita dopo il Diluvio, nel Nuovo Testamento e nella catechesi cristiana è simbolo di pace e amore sia terreni, esteriori,  che interiori.

Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Ottobre 2022