LA COSCIENZA DELLA PIETRA di Emy Blesio

I tre Guna, qualità e caratteristiche della Natura (Prakriti) e di una semplice e insignificante pietra

Perché questo titolo? Perché ho scelto un titolo così provocatorio… la coscienza di una pietra?
Nell’immaginario comune si è ben lontani dal dare coscienza a una pietra. La si ritiene senza vita, inutile. Ma questo titolo mi serve per palesare qualcosa che mi sta veramente a cuore. Che l’idea della separazione, del sentirsi separati dalla Vita, dalla natura porta a conseguenze di insofferenze, intolleranze e di razzismi che nascono appunto dalla non conoscenza del fatto che tutto ha la stessa composizione, che tutta la materia ha come base una composizione similare. Anche se in differenti dosi.
Già molti secoli prima di Cristo, in Grecia, filosofi e naturalisti erano divisi in due scuole di pensiero: una considerava la materia continua, ovvero divisibile, in porzioni sempre più piccole, all’infinito. La seconda scuola di pensiero riteneva la materia discontinua, costituita da particelle molto piccole “finite”, ovvero indivisibili, gli atomi (atomos = non divisibile).

Ma prima di procedere vediamo meglio cosa sono i Guna. I tre Guna sono:
– SATTVA, ritmo, conoscenza, e serve a illuminare, bianco, elevato, spirituale, cosciente.

– RAJAS, attività, causa movimento, e serve ad attivare, rosso, attivo, mobile, passionale.

– TAMAS, inerzia, causa staticità, e serve a limitare e consolidare, è nero, solido, letargico, statico.

La parola Guna può significare cose diverse. I filosofi Samkhya attribuiscono al termine il significato di “qualità” o “caratteristiche”. Queste sono i tre ingredienti fondamentali dei quali Prakriti è composta, in maniera inscindibile, così come il calore è la caratteristica fondamentale, inscindibile, e inerente del fuoco e da esso non può mai separarsi (un fuoco che non avesse calore non sarebbe tale). Prakriti (come viene anche chiamata Mula-Prakriti) e l’armonica mistura dei tre Guna sono la stessa cosa. Definiamoli con maggiore precisione.
La definizione di sattva è ritmo, o esistenza stabile, esistenza che si mantiene, o anche la capacità intrinseca di mantenersi secondo un proprio “ritmo” o “ragione” di esistenza. È leggero e luminoso, assimilato al colore bianco. La definizione di rajas è attività, capacità e ragione di muoversi, di trasformarsi, di procedere in altri stadi di esistenza. È stimolante e mobile, assimilato al colore rosso. La definizione di tamas è inerzia, o stato di non-movimento, prossimo dunque alla distruzione delle forme che la materia, soggetta alla sua influenza, assume. È pesante, scuro e opaco, assimilato al colore nero.

Come ho già detto, ogni cosa, oggetto, persona o vegetale ha la stessa natura: la stessa base, ma agglomerata diversamente, a dosi differenti, ricette diverse. Ed è molto importante comprenderlo.
Se l’uomo e la donna comprendesse tutto questo non ci sarebbero intolleranze e razzismi e questo cambierebbe moltissimo il mondo come è inteso nell’epoca attuale. Questa comprensione della Vita ci fa vedere l’illusorietà dell’essere sopra o sotto, più o meno, bello o brutto.
Io, uomo, che faccio parte del regno animale, sono superiore all’animale perché questo è un agglomerato di cellule apparentemente diverso da me e, di conseguenza, sono superiore a quell’altro uomo che somaticamente è diverso da me ma un tantino simile ai nostri fratelli animali. Ogni diversità, a paragone con il nostro ego, viene vista come un sottoprodotto della natura. Ed è proprio quest’ignoranza di appartenere a un tutto, unico, che provoca intolleranza e razzismo, insofferenza e malattie.

Anche nella filosofia dello Yoga si sostiene da millenni che ogni essere, animale o cosa, vegetale o umano, possiede queste tre qualità. Se si comprende questo si eliminano tutte le varie discriminazioni. L’essere umano dedito allo spirito e all’elevarsi sarà composto di più Sattva che lo rende spirituale, di un adeguato Rajas che lo aiuta nel movimento verso l’alto e di un po’ di Tamas che gli consente di consolidare la sua ricerca spirituale. Oppure con le componenti in dosi contrarie se è un essere attratto dalla materia.
E l’animale cosiddetto inferiore? Colui che è il nostro tramite con la Natura? Ebbene, con grande dispiacere dei mangiatori di carne, sarà anche lui composto di Sattva che gli dà la coscienza di essere animale, con più Rajas se è un essere energico o più Tamas se è una specie di bradipo.
E allora? Arriviamo al punto. Il nucleo di questo argomento. Di che cosa sarà composta dunque una pietra?

Vediamo. È sicuramente tamasica, perché data la sua composizione possederà molto Tamas, che le dà compattezza; fatta chiaramente di materia solida, non si muove, almeno visibilmente. Perciò siamo sicuri che di tamas ce n’è da vendere. Ma, anche se non la vediamo cambiare, sappiamo che alla fine anche una pietra si trasforma; quindi, c’è anche un po’ di Rajas, il movimento. E, alla fine, la cosa che sconvolge di più chi si crede al centro dell’universo, anche di quel tanto di Sattva che le consente la coscienza di essere pietra. Altrimenti sarebbe un’altra cosa! Si fonderebbe con gli oggetti in contatto.
E tutto ciò si può applicare anche al regno vegetale.
Dunque, alla luce di questa conoscenza, chi se la sente di essere orgoglioso di appartenere a una specie di popolo eletto? Chi se la sente di credersi più grande, più importante, più di qualcun altro? Io sono in alto, più elevato, più sattvico!
Ma se si appartiene a un tutto infinito e abbiamo gli stessi componenti di questo tutto, come si può ritenere che qualcuno sia sopra o sotto di questo tutto infinito?

Nell’infinito che cosa si può ritenere più avanti o più indietro?
E quando questo concetto entrerà non solo nelle nostre orecchie ma profondamente dentro la nostra anima, allora molto della nostra sfera mentale cambierà; quando si realizzerà l’unità del Tutto, cadranno tutti gli orpelli e si comprenderà pienamente il senso della Vita.

 

Autore: Emy Blesio
Messo on line in data: Ottobre 2008