CHE COSA E’ L’ERMETISMO di Gaetano Dini
L’Ermetismo
Ermete Trismegisto (tre volte grandissimo) fu dai Greci ritenuto padre della parola, interprete e messaggero di Zeus, mediatore tra Dio e uomini. Fu assimilato a Thot, dio egizio delle lettere, della misura, dei numeri.
Il termine Ermetismo è derivato da Ermete ed è usato per indicare una corrente filosofico-religiosa di origine egizia. In essa si ritrovano i temi più importanti della magia e della astrologia orfico-pitagorica (metempsicosi), dell’aristotelismo (i quattro elementi) e le sette sfere planetarie di ispirazione caldea.
I Libri Ermetici sono riassunti di colloqui tenuti in ristretti circoli filosofici del tardo ellenismo (III sec. a.C). Di essi il primo gruppo è costituito dal Corpus Ermeticum, una raccolta di scritti presentati come rivelazioni di tre divinità egizie, Ermete-Thot, Asclepio-Imhotep, Iside.
Dopo la caduta di Costantinopoli del 1453 un manoscritto del Corpus venne in possesso di Cosimo dei Medici; la raccolta fu tradotta in latino da Marsilio Ficino nel 1463 e pubblicata nel 1471. Da allora gli scritti ermetici iniziarono la loro diffusione negli ambienti umanistici italiani; i loro temi filosofici e i loro temi di ispirazione platonica e magico-astrologica ebbero un peso notevolissimo nell’elaborazione del pensiero rinascimentale.
La speculazione ermetica affronta il tema dell’anima umana che passando attraverso i sette pianeti prima di giungere sulla terra ne assume i relativi vizi e passioni da cui si libererà dopo la morte simbolica del corpo, compiendo il viaggio iniziatico in senso inverso fino a giungere all’ottava sfera a contatto con Dio completamente purificata.
L’Alchimia
Deriva dal sostantivo arabo Al-kimiya, che viene fatto derivare sia dall’egiziano Chem (terra nera) o dal greco Chyma (fusione). L’alchimia vuole realizzare la Pietra Filosofale con cui i metalli vili possono essere mutati in metalli preziosi e la vita umana può essere prolungata. Tali pratiche richiedono l’intervento divino senza il quale non vanno a buon fine.
Lungi dall’essere una scienza antica e medioevale, l’alchimia è esteriormente un’attività chimica e interiormente un’attività mistica con un carattere misterioso e iniziatico, con implicazioni teologiche e filosofiche.
L’alchimia appare come disciplina ben definita nell’epoca alessandrina circa due secoli prima dell’era cristiana. La messa in relazione dei metalli con i corpi celesti era già tipica dell’astrologia babilonese. Con l’avvento dell’Islam gli arabi procedettero ad una salvazione sistematica della cultura greca di cui Alessandria d’Egitto era un centro culturale importante. Furono così tradotte opere matematiche, astronomiche, filosofiche.
Nell’opera araba Turba Philosophorum, composta circa nel 900 d.C., si raffrontano speculazioni alchimistiche con quelle presocratiche greche. Attraverso la conquista araba della Sicilia e poi con le crociate si diffonde nel mondo latino medioevale la cultura araba con al suo interno l’alchimia.
Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Ruggero Bacone, Arnaldo di Villanova, Raimondo Lullo furono appassionati cultori dell’alchimia nel medioevo. In epoca umanistica-rinascimentale abbiamo Nicols Flamen e Paracelso. Verso la fine del ‘600 all’alchimia viene a sostituirsi la chimica, solidamente organizzata in scienza.
L’Ermetismo non è una dottrina di ordine metafisico ma cosmologico e appartiene come realizzazione a quella dei Piccoli Misteri. L’Ermetismo raggiunge come dominio intellettuale il cosiddetto “mondo intermedio” dove si situano i prolungamenti extra-corporei dell’individualità umana e come dottrina deve essere praticata dalla classe dei guerrieri, non a quella dei sacerdoti che segue invece una dottrina di ordine metafisico.
L’Alchimia è la procedura tecnica dell’Ermetismo e comprende l’Alchimia materiale, sperimentale, che è di ordine inferiore, e l’Alchimia interiore, spirituale, che è di ordine superiore, chiamata anche “Alchimia della felicità”.
L’Alchimia materiale rientra nell’ambito delle attività magiche, che sono applicazioni inferiori della conoscenza tradizionale e coloro che l’hanno praticata sono sempre stati chiamati con distacco dagli ermetisti “soffiatori e bruciatori di carbone”.
Oro e argento erano metalli sacri per gli antichi in quanto riflessi terreni del Sole e della Luna.
Sono riscontrabili due tendenze nell’alchimia: una presenta le caratteristiche di opera artigianale; l’altra si serve dei procedimenti della metallurgia per realizzare “l’opera interiore, la trasfigurazione dell’anima”. L’Alchimia è una dimensione operativa dell’Ermetismo, incentrato questo sullo studio dell’origine unica e trascendente di ogni forma di esistenza. L’alchimia è una dottrina dell’essere, è un’ontologia e si avvicina come impostazione alla Gnosi la quale vuole esaminare oggettivamente l’anima legata a Dio.
Mistero deriva dal greco “Myein” che significa “Tacere”. I veri alchimisti si esprimono esclusivamente per simboli, metafore e immagini affinché solo i santi, i saggi e le anime illuminate possano capirli. Il mantenimento del segreto alchemico è assolutamente necessario affinché nessuna persona indegna riesca ad acquisire un potere pericoloso.
La Pietra Filosofale permette di trasmutare i metalli vili in oro ed assicura una vita lunga e senza infermità a colui che la possiede il quale detiene in sé più oro e argento di tutti i conquistatori del mondo.
Gli alchimisti sostengono che il maggior ostacolo al perseguimento della loro opera siano la cupidigia e l’avarizia. Come ogni arte sacra, l’alchimia muove da un’iniziazione: il maestro deve autorizzare e seguire il discepolo nel conseguimento dell’opera e solo in casi eccezionali di interruzione della catena, può intervenire un influsso spirituale dall’alto.
La visione ermetica delle cose si fonda sull’analogia tra universo, macrocosmo ed uomo, microcosmo. Tutto ciò che si trova nel primo deve necessariamente trovarsi nel secondo. La scienza ermetica grazie alla sua natura cosmologica può essere combinata con tuttele religioni rivelate senza entrare in conflitto con loro.
Quanto più i cori angelici sono vicini all’origine divina, tanto più ruotano velocemente. Nelle sfere cosmiche invece il movimento si accelera proporzionalmente alla loro prossimità al centro terrestre.
La scienza dell’eliocentrismo ha spogliato l’uomo della sua dignità cosmica considerandolo un nulla che si dissolve nell’infinito cosmico. E’ la concezione della materia separata dallo spirito umano ridotto questo a pensiero razionale e discorsivo, privato di qualsiasi immanenza universale, cosmica. L’Astrologia e l’Alchimia derivano entrambe dalla tradizione ermetica. L’Astrologia interpreta i significati dello zodiaco e dei pianeti, l’Alchimia si interessa ai significati degli elementi e dei metalli. I dodici segni zodiacali rappresentano l’immagine semplificata degli archetipi divini, gli elementi della natura, fuoco, aria, acqua e terra rappresentano i componenti primari della sostanza universale. Lo zodiaco rappresenta la via attraverso cui lo Spirito Divino discende sulla terra, i metalli rappresentano i primi frutti di questa influenza. I metalli sono maturati nel grembo oscuro della terra sotto l’influsso dei sette pianeti, il sole, la luna ed i cinque pianeti visibili ad occhio nudo.
La prima fase della Piccola Opera, dominata da Mercurio, corrisponde all’annerimento, alla putrefazione intesi questi come eliminazione delle scorie, impurità presenti nell’uomo. Nella seconda fase, dominata da Giove, l’anima risorge dalla terra a cui era tornata. Nella terza fase, dominata dalla luna, l’anima ha raggiunto il suo pieno sviluppo.
Queste prime tre fasi della Piccola Opera sono caratterizzate da un movimento ascendente, di “spiritualizzazione del corpo”. Le successive tre fasi, appartenenti alla Grande Opera, sono di natura discendente, simboleggianti “l’incorporazione dello spirito, la fissazione del volatile”.
La Piccola Opera ha come fine il ritorno dell’anima al suo stato di purezza e ricettività originale; la Grande Opera ha come fine l’illuminazione dell’anima da parte dello Spirito. La quarta fase, la prima della Grande Opera, è dominata da Venere; la quinta fase, seconda della Grande Opera è dominata da Marte; la sesta fase, terza della Grande Opera, è dominata dal segno del Sole e rappresenta la discesa della Spirito Divino nella sfera terrena e nel corpo stesso degli uomini. L’iniziato al compimento della Grande Opera si trasforma in Androgino, figura che simboleggia la realizzazione dell’opera alchemica.
Certi storici della scienza riducono l’alchimia a una chimica allo stato infantile e mitologico. Gli alchimisti usano un linguaggio cifrato fatto di simboli e allegorie. Ermete sottrae lo scettro a Zeus, a Venere la cintura, a Vulcano i suoi utensili. L’Arte Regale crea una razza nuova, i figli di Ermete. Nel mondo antico la natura non era studiata ma vissuta interiormente. Nei tempi moderni la Filosofia ha rappresentato un’intellettualità irreale e la Scienza una conoscenza materiale. L’alchimista deve saper eliminare le proprie parti combustibili e terrose che sono gli elementi istintivi ed impulsivi della personalità.
La Pietra Filosofale ha tre proprietà: elisir di lunga vita – conoscenza del passato, del futuro, del bene, del male – trasformare in oro i metalli vili.
Grande Opera: processo con cui l’uomo realizza la sua natura divina, spirituale, l’ascesa al mondo celeste.
Gnosi: illuminazione razionale proveniente da Dio per mezzo della quale l’uomo avendo natura divina, può compiere la risalita verso il Creatore.
Altra via all’illuminazione è l’interpretazione delle “Vestigia”, le tracce lasciate da Dio nella natura.
Athanor: forno in cui avviene il processo alchemico. Rappresenta simbolicamente il corpo umano dove avvengono le combustioni alchemiche ed in cui arde il Fuoco Segreto. Il forno rappresenta le qualità fisiche, mentali, spirituali dell’uomo le cui trasformazioni lo condurranno al conseguimento della Pietra Filosofale.
Opera alchemica: Opera al nero, Nigredo significa distruzione, decomposizione, putrefazione intese come distruzione delle impurità interiori umane. Simbolo della Nigredo è il Corvo.
Il secondo stadio della Grande Opera è l’Opera al bianco, Albedo. L’alchimista ha eliminato le sue scorie interiori ed ha raggiunto la luce, sorgente di vita, dono di giovinezza eterna. In questo stadio l’alchimista passa spiritualmente dallo stato di androgino a quello di ermafrodita compiendo dentro di se la sintesi degli opposti. Simbolicamente questo stato è rappresentato dal sole che sorge a mezzanotte. Simbolo dell’Albedo è il Cigno.
Con l’Opera al rosso, Rubedo la luce interiore, lo spirito volatile, l’argento vivo interiore che l’alchimista ha conquistato, deve essere fissato, materializzato, coagulato, quindi reso durevole nel tempo. L’alchimista consegue in questo modo la Pietra Filosofale, realizzando la Grande Opera. Simbolo della Rubedo è la Fenice uccello che nella mitologia rinasce dalle proprie ceneri.
I sette corpi celesti erano associati ad un determinato metallo:
Sole – Oro; Luna – Argento; Mercurio – Mercurio; Venere – Rame; Marte – Ferro; Giove – Stagno; Saturno – Piombo
Bibliografia
Enciclopedia Vallardi
Evola Julius – La Tradizione Ermetica, Ed. Mediterranee, Roma
Burckhardt Titus – Alchimia, Ed. Guanda, Milano
Guenon Renè – Considerazioni sulla via iniziatica, Ed. Il Basilisco, Genova
Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Marzo 2019