I FIORI DELL’ANIMA di Susanna Volterri

Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti,
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.
Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore,
perché i ciliegi tornassero in fiore…

Così inizia una stupenda ma triste canzone di Fabrizio De Andrè, intitolata ‘Un medico’ e tratta da un vecchio suo album, ‘Non al denaro, non all’Amore né al Cielo’, ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Significativi versi che sembrano bene adattarsi alla vita, agli obiettivi alle amarezze, alle delusioni di Edward Bach, il ‘padre’ della Floriterapia…

Nato il 24 settembre del 1886 a Moseley, un villaggio immerso nella verde campagna del Galles, in Gran Bretagna, Edward dottore lo divenne veramente, laureandosi in medicina presso l’Università di Birmingham nel 1912, affinché sul serio “…i ciliegi tornassero in fiore…”.

Curioso e riflessivo fin dalla più tenera età, egli aveva sempre amato ‘rintanarsi’ nel silenzio e nell’osservazione della natura che circondava la ‘sua’ campagna.
La decisione di occuparsi delle sofferenze degli esseri umani, di fare il medico, fu molto precoce e i suoi primi anni di lavoro furono contraddistinti da infinito entusiasmo e dal desiderio, che non l’abbandonò mai, di fare di più, di andare oltre, di percorrere innovative strade, di avventurarsi in ancor sconosciuti territori di ricerca.

Il bambino curioso e riflessivo che voleva “… guarire i ciliegi…” era adesso diventato un adulto che continuava a osservare il mondo e a porsi infinite domande, senza perdersi d’animo anche quando non trovava le risposte. Esse sarebbero venute più tardi…
Il giovane medico pensava che la medicina tradizionale avesse una visione eccessivamente ‘meccanicistica’ di quella complessa ‘entità biologica’ che chiamiamo Uomo. La medicina gli appariva come una scienza incapace di prendere in considerazione l’essere umano nella sua interezza e di rispettarne la specificità. L’uomo non è soltanto una ‘macchina elettrica’, l’uomo è un’entità ‘dinamica’, un vero e proprio Microcosmo in cui la mente e il corpo non possono venire separati, in cui, ogni singolo organo è in diretto collegamento con tutti gli altri, forse con il Macrocosmo intero…

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Autore: Susanna Volterri
Messo on line in data: Giugno 2017