LA GENESI di Vito Foschi
La Genesi è il primo libro della Bibbia e descrive la creazione del mondo da parte di Dio ed è interessante sotto vari punti di vista. In particolare sono interessanti i capitoli che raccontano la storia del diluvio. In questi capitoli abbondano le ripetizioni e le ambiguità. Innanzitutto il capitolo 6 inizia con delle frasi piuttosto enigmatiche. Si parla che i figli di Dio presero per moglie le figlie degli uomini:
“I figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano adatte, si presero in moglie tutte quelle che loro piacevano” (Genesi 6,2).
L’interpretazione immediata, che è anche quella del commento della Bibbia in mio possesso, è che i figli di Dio sono i discendenti di Set, terzo figlio di Adamo e devoto a Dio, mentre i figli degli uomini sono i discendenti di Caino. Però questo non ci può non far venire in mente dei testi apocrifi ed in particolare il Libro di Enoc, che parla di come un gruppo di angeli, chiamati figli del cielo, presero per mogli delle donne umane. Essi generarono una progenie semidivina, i Giganti, che, diventata violenta ed infedele a Dio, fu da questi distrutta, come farà Dio nella Bibbia con il diluvio, che sterminerà la discendenza dei figli di Dio e delle figlie degli uomini.
Un altro punto curioso è il versetto 6,4:
“In quel tempo c’erano i giganti sulla terra e anche dopo, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini, le quali generavano loro dei figli. Sono essi quegli eroi famosi fin dai tempi antichi”.
Anche se l’interpretazione ufficiale sembra corretta, questa frase successiva ci ricorda inevitabilmente i Giganti dei racconti apocrifi del Libro dei Giubilei e del libro etiopico di Enoc. Non solo. La frase ci dice che i Giganti ci saranno anche dopo. Dopo il diluvio?
Nell’immagine sopra,
“Storie della Genesi. La creazione” di Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
Cappella Sistina, Palazzi Vaticani, Roma
Un’altra particolarità è la presenza di ripetizioni. Quando viene descritta la costruzione dell’Arca la storia è ripetuta due volte. I capitolo 6 e 7, fra ambiguità e ripetizioni, non risultano particolarmente “riusciti”, anche se per altri versi risultano particolarmente importanti. Sul diluvio si è scritto tantissimo e non aggiungeremo altro, però faremo un accenno alla teoria ciclica del tempo che sembra mancare nella Bibbia e che rappresenterebbe la novità nel panorama religioso antico.
La teoria ciclica è diffusa in ogni dove, fra i greci, i maya, gli indù, i cinesi e così via. L’idea, brevemente, è che il tempo è diviso in varie età e alla fine dell’ultima c’è un nuovo inizio con un nuovo ciclo diviso nelle stesse età. Ad ogni età c’è un progressivo allontanamento dalla perfezione iniziale. Ci sono differenze fra chi pensa ad una ripetizione pedissequa della storia e chi dice semplicemente che la storia si svolgerà in maniera simile a grandi linee. Alla fine di ogni età c’è un cataclisma che cancella il vecchio mondo e pone le condizioni per il nuovo mondo nella nuova età. Tutto questo ci ricorda il diluvio. È abbastanza diffuso fra le varie antiche religioni l’idea che il ciclo sia diffuso in 4 età.
Nella Grecia classica ad ognuna delle 4 età corrisponde una razza umana, progressivamente più imperfetta. La prima è l’età dell’oro, segue quella dell’argento, quella di bronzo ed infine la nostra quella di ferro. Anche nella denominazione si nota la progressiva degenerazione e l’allontanamento dalla perfezione dell’inizio. Ora nella Bibbia si parla del solo diluvio e quindi sembrerebbe che la storia si divida in due, ma in realtà c’è almeno un’ulteriore suddivisione. Nell’età d’oro della mitologia l’uomo era perfetto ed era con Dio e questo periodo sembra riecheggiare il periodo in cui Adamo ed Eva soggiornarono nel giardino dell’Eden. In effetti si parla di perfezione dell’uomo e di caduta in seguito al peccato originale e del fatto che Dio passeggiava nel giardino e risiedeva con l’uomo. Si può ben dire che si tratti dell’età dell’oro per l’uomo. Un altro parallelo lo si può fare fra i Giganti biblici e i Titani della mitologia classica. In quest’ultima i Titani si ribellano a Zeus capo degli dei e vengono sconfitti e relegati nel Tartaro. E il diluvio non fa altro che spazzare via gli uomini e si immagina anche i Giganti dalla faccia della terra. Possiamo trovare alte corrispondenze fra i Titani greci e i Giganti dei testi apocrifi del Vecchio Testamento citato più sopra.
Un’altra curiosità è la torre di Babele. Rappresenta chiaramente una sfida a Dio ed in un certo qual modo sembra replicare il peccato originale e quasi rappresentare un’ulteriore caduta dell’uomo dalla perfezione iniziale ad uno stato sempre più imperfetto. In effetti Babel significa confusione e con tale episodio aumenta la confusione fra gli uomini ovvero un allontanamento dalla Verità. La Torre di Babele è un’opera ciclopica, titanica e ci sembra in relazione con i Giganti. Con il diluvio dovrebbero essere morti, ma le parole “anche dopo” ci porta a pensare che dopo il diluvio sussistono ponendo il problema della loro generazione ritornandoci in mente il Libro di Enoc e quindi l’origine semidivina dei Giganti.
Qualche altra nota merita l’Arca di Noè. È divisa in tre piani e non a caso; i tre piani rappresentano i tre mondi: minerale, vegetale e animale. Ora, essa deve garantire un nuovo inizio è come tale deve contenere in nuce tutte le potenzialità future e quindi i tre mondi. L’Arca può essere considerata equivalente all’uovo primordiale che nella sua unità contiene tutta la molteplicità futura. Credo che non a caso l’uovo primordiale, il punto d’inizio ricordi molto la teoria del Big Bang, in cui un punto ha in sé tutto lo sviluppo futuro. Con l’esplosione iniziale, con il dischiudersi dell’uovo si sviluppa tutta la creazione nella sua immensa molteplicità e diversità.
Autore: Vito Foschi
Messo on line in data: Novembre 2006