GEOMETRIA OCCULTA: LA PARABOLA AUREA di Gaetano Barbella

L’alba dell’intelligenza matematica

Nelle raffigurazioni dell’antico Egitto, come questa accanto, tratta dall’affresco della cappella funeraria di Thutmose III (XV secolo a.C.),  l’umano è quasi una realtà astratta tale da dubitarne, se non fosse per i colori morbidi e densi di calore. I geroglifici hanno questo potere, simili a immaginari strumenti nelle mani di ipotetici geni.
Come quest’essere in atto offerente verso il faraone Thutmose III, che qui non si vede. La vita, in questo contesto, può intravedersi in quei due rivoli sgorganti dall’anfora nella destra del nobile dignitario. La ravvisata vita dà l’idea che provenga dal suo strano indumento, visibilmente intonato ad una geometria monumentale nota in Egitto, la piramide: quella di Cheope in particolare. A questo punto non ci vuole molto per immaginare una scienza in azione in tutto ciò, a cominciare dai rivoli parabolici e per completare il perfezionamento con la sezione aurea cui è congegnata la piramide. Ma come capire l’arcano della genialità che vi si sprigiona se non attraverso il segno del cuore che è nella destra del servitore fedele? Qui occorre possedere immaginazione per supporre un altro sgorgare, ma dall’ignoto. Ecco dove inizia la nobile funzione del dignitario dei due rivoli energetici, della matematica, in questo caso, e dove risiede il potenziale della funzione regale del genio del suo inaccessibile mondo delle cause: proprio nel cuore degli uomini, appunto.
Che dite? Se il segno della piramide della sezione aurea è la fonte e meccanica intermediatrice dell’armonia di tutte le energie, le due parabole da cui esse sembrano transitare per riversarsi nei due slanciati contenitori, non possono che ritenersi auree anch’esse. Ma sappiamo della sezione aurea, del rettangolo aureo, della spirale aurea, di un angolo aureo, ma non di una parabola aurea. Ed è appunto l’intravisione di questa aura parabola il tema del presente scritto, ma sorge subito nel lettore questa domanda a ragione del titolo “La parabola aurea”: perché i due rivoli energetici nell’immagine egizia e non uno, se la mia introspezione allegorica è sostenibile? La risposta verrà alla fine nel far capire la doppia natura della sezione aurea, il segno della sua regalità.

 

Una e-mail inaspettata

Una inaspettata e-mail, giunta da un giovane studioso della sezione aurea di Padova, ha riaperto in me una parentesi nuova su questa concezione antica quanto il mondo. Me ne sono occupato tanto che credevo di ritenere appagato il mio interesse su di essa, invece no. In seguito, dopo aver letto lo scritto pervenutomi ho capito che la visione che avevo della sezione aurea era incompleta: occorreva capire che la sua auricità, quale attributo regale, non poteva sussistere senza una meravigliosa corte di peculiari numeri intorno a sé per farle da auro manto. Il messaggio diceva proprio questo, con merito che riconosco nel suo latore preso dall’entusiasmo di costatare a modo suo “il primato della sezione aurea” che così titolava il suo studio matematico. Niente di meglio, allora, che intraprendere un ulteriore attrattivo viaggio nel mondo di questa illustre concezione matematica e cominciare a riparlarne, iniziando naturalmente dai noti ragionamenti matematici sulla sezione aurea e così procedere poi a trattare le cose nuove che il dottor Andrea Salmaso, il latore della suddetta e-mail, mi ha gentilmente recapitato…

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Autore: Gaetano Barbella
Messo on line in data: Marzo 2008
Apparato iconografico a cura dell’Autore.