GEOMETRIA OCCULTA: PROGETTO ORIONE di Gaetano Barbella

Progetto Orione: Giza come servomeccanismo giroscopico planetario

1. La parabola evangelica e la “Cintura di Orione”

Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa”, ammonisce Gesù nel vangelo di Lc. 12,35-36. E ancora: “Or sappiate questo, che se il padron di casa sapesse a che ora verrà il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe sconficcar la casa. Anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figliuol dell’uomo verrà.” (Lc. 12,3539-40).
Mi limito a questi preamboli evangelici per legarli effettivamente alla Terra vista come umanità creata dal Padre Suo, se esaminiamo alcuni suoi grandi monumenti del passato, le piramidi di Giza d’Egitto, Cheope, Chefren e Micerino unita alla grande Sfinge. Nell’insieme questi quattro giganti megalitici, in base a una teoria della piramidologia, sono stati visti come riflesso del cielo stellato, alle tre stelle della “cintura di Orione”, Alnitak, Alnilam e Mintaka, che fanno parte della omonima costellazione. Una correlazione, con le suddette citazioni evangeliche, che effettivamente sembrano avervi legame, tanto più che viene raccomandato anche di tenere le “lampade accese”, in relazione al fatto che si tratta di stelle sempre brillanti in cielo.

La teoria della correlazione di Orione fu accennata la prima volta da Robert Bauval nel 1983.
Una notte, mentre stava lavorando in Arabia Saudita, portò la propria famiglia e quella di un amico sulle dune del deserto Arabico, per una campagna esplorativa. Il suo amico indicò Orione, dicendo che Mintaka, la più piccola ed occidentale stella della “cintura di Orione”, era leggermente fuori asse rispetto alle altre. Di qui, Bauval ebbe l’intuizione del collegamento della tre piramidi di Giza con le tre stelle di Orione. Nel 1989 pubblicò questa idea in Discussions in Egyptology, volume 13 e in seguito, espose il concetto in collaborazione con Adrian Gilbert (The Orion Mystery, 1994) e con Graham Hancock (Custode della genesi, 1996), e in altre pubblicazioni separate. L’idea base della teoria è che la posizione relativa delle tre principali piramidi di Giza siano per scelta legate alla posizione delle tre stelle che formano la cintura di Orione, come apparivano nel 10000 a.C.
Secondo Bauval questa correlazione fu volontariamente creata da chi costruì le piramidi. Le stelle di Orione erano associate dagli egizi ad Osiride, il dio-sole della rinascita e dell’oltretomba. A seconda della versione di questa teoria, possono essere incluse altre piramidi per la ricostruzione della costellazione di Orione, mentre il fiume Nilo rappresenterebbe la Via Lattea. Inoltre, l’orientamento e la disposizione di sfinge, piramidi e fiume Nilo fu indicata come accurata rappresentazione di Leone, Orione (per la precisione della sua cintura) e Via Lattea. Questa idea fu esposta da Hancock nel 1998 in The Mars Mystery (con Bauval come coautore).
A questo punto l’allusione alle citazione evangelica dei “fianchi cinti” e della “lampade accese”, ed il resto conseguenziale, può far sorridere chi non vi intravede nessi sostanziali con il complesso di Giza legato con la “Cintura di Orione”, se si considerano i significati attribuiti nella religione che, in conclusione, si legano alla venuta del Signore per il giudizio delle opere dell’uomo.
In verità debbo dire che è stato proprio la riflessione sulla raccomandazione evangelica di Gesù a farmi sorgere delle idee per immaginare il nesso della “cintura di Orione” con il complesso megalitico di Giza, similmente all’idea sorgiva in Robert Bauval nel 1983 che fece il collegamento tra le tre stelle di Orione e le tre piramidi di Giza.

Mi son posto la domanda sui possibili riflessi sul complesso di Giza derivanti dal loro stretto legame con le tre stelle della “cintura di Orione”, cioè che funzione, svolgerebbe di così importante, forse molto più di una? Tale da disporlo a far da nocchiero, forse, per l’intero pianeta Terra? E così permetterle di girare intorno a sé e intorno al Sole, di conserva agli altri compagni pianeti, nei millenni? Già mi è stato possibile ipotizzare le funzioni specifiche attribuibili alle tre piramidi di Giza, e per questo ho scritto due saggi, uno su Cheope con “La Stele dell’Inventario di Giza la ‘sindone’ della Grande Piramide”, e l’altro su Chefren e Micerino con “La piramide di Chefren e il sigillo della triade superna del giudizio finale”. La funzione della Piramide di Cheope riguarda la rigenerazione delle energie eteriche, mentre la funzione delle altre due piramidi riguarda la corretta opera eterica, quali peculiari organi di giudizio. E questo già spiega il nesso con la parabola evangelica sopra accennata, quando si parla della “venuta del figliuolo dell’uomo”, relativa al giudizio universale.

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Autore: Gaetano Barbella
Messo on line in data: Settembre 2017