GESU’ ERA ESSENO? di Gaetano Dini

Gesù e gli Esseni

I Vangeli Sinottici, i Vangeli Apocrifi, la Tradizione rabbinica, la Agiografia medievale parlano di alcuni Apostoli come parenti di Cristo.
Questi vengono definiti come suoi “Adelfoi”, suoi “Fratelli” in lingua greca.
Ma i testi al riguardo sono vaghi e il loro grado di parentela con Cristo doveva essere verosimilmente quello di cugini di primo e/o secondo grado. Questi erano: Giacomo il Maggiore, Giovanni Evangelista, Giacomo il Minore, Simone il Cananeo e Giuda Taddeo.
Mettiamoci nel gruppo anche Giovanni Battista, cugino accertato di 2° grado di Gesù essendo figlio di Elisabetta, cugina di Maria.
Cinque cugini di Gesù su dodici Apostoli e il Battista come cugino di 2° grado, non possono essere un caso.

Viene legittimo il sospetto che quella di Gesù fosse una famiglia allargata di Esseni che non aveva l’obbligo del voto anacoretico, non aveva l’obbligo di vivere in comunità nel deserto separata dagli altri Ebrei, ma era una famiglia essena che aveva licenza religiosa di vivere nei propri centri abitati in mezzo agli altri Ebrei.
Gli Esseni vivevano infatti come gruppo comunitario presso Qumran, località posta sulla riva nord-occidentale del Mar Morto.
Nella loro comunità, quelli tra gli Esseni che praticavano lo stretto monachesimo erano tutti rigorosamente celibi.
Altri appartenenti a questa confraternita religiosa non avevano invece l’obbligo di vivere nella comunità presso Qumran e continuavano a vivere nei loro ordinari luoghi di residenza anche se facevano frequenti pellegrinaggi al “Convento”. A questo ordine di Esseni dovevano appartenere Gesù e la sua cerchia di parentela.

Quella degli Esseni come entità religiosa si pensa sia sorta intorno alla metà del II sec. a.C. staccatasi dai Sadducei, questi dal ministero fortemente tradizionalista ma da ultimo compromesso col pensiero ellenista.
L’ebreo esseno osservante non era angosciato dal vivere all’interno di un impianto di rigidi precetti in quanto aveva la certezza di compiere in questo modo la volontà divina in terra. Ed era pronto anche al sacrificio, al martirio qualora i contenuti della sua fede fossero entrati in conflitto con le esigenze ed imposizioni di altri poteri costituiti.
Questa atmosfera di purezza spirituale essena emerge spesso dal contenuto dei Vangeli che si distingue da quello della “Legge” ebraica, fatta di rigorosi precetti che all’epoca di Cristo tendevano ormai ad essere fini a se stessi. D’altra parte la rigida impostazione religiosa essena poteva portare in alcuni casi anche a forme di partigianeria terrena quali lo Zelotismo.

Sappiamo da Giuseppe Flavio che gli Esseni possedevano una letteratura a sfondo magico e angeologico. Possedevano inoltre il Libro di Enoch in forma originale sia in lingua ebraica che aramaica. Libro questo dai contenuti fortemente iniziatici a sfondo escatologico-apocalittico.
Questo tipo di conoscenze, celate gelosamente ai lettori pagani, consisteva in contenuti che riguardavano la rivelazione della fine del mondo con i suoi terrori, riguardavano il Cielo, il Giardino dell’Eden, la Gehenna, gli Angeli, i Demoni. I testi esseni contenevano inoltre rivelazioni relative al “Trono di Gloria” ed al suo occupante, L’Altissimo, rivelazioni queste menzionate nei Rotoli del Mar Morto come “i meravigliosi segreti di Dio”.
Con la Diaspora ebraica questi temi di esoterismo sapienziale, prerogativa soprattutto della comunità essena, si cristallizzarono in forme di tradizionalismo mistico-pietistico che di esoterico ormai mantenevano ben poco.

I Vangeli Sinottici invece procedono per aforismi e similitudini a volte paradossali e inquietanti al fine di trasmettere più facilmente al lettore il risultato di considerazioni, conoscenze, esperienze sia di carattere esoterico che religioso-sociale. Inoltre al lettore attento queste forme aforistiche evangeliche richiamano spesso nel sapore e nell’atmosfera quelli degli aforismi destrutturati del Taoismo antico.
Viene quindi ovvio pensare che quello di Gesù non fosse stato uno sforzo ascetico individuale isolato, ma un naturale compimento avvenuto in un contesto religioso ben preciso e organizzato e che la scelta degli Apostoli, e di altre persone di stretto riferimento, non fosse stata casuale ma naturalmente indotta all’interno della propria cerchia di appartenenza, probabilmente essena.
Nulla vieta infatti che anche gli Apostoli non “Adelfoi” di Cristo potessero essere stati degli Esseni non comunitari.
Inoltre nei Vangeli l’esoterismo di Cristo affiora sempre come un qualcosa di naturale, di fisiologico, portato con una serena disinvoltura, esoterismo questo più frutto di una felice combinazione tra inclinazioni naturali personali del Cristo e conoscenze organizzate a lui trasmesse dalla propria comunità religiosa di riferimento che frutto di un lavoro individuale caparbiamente coltivato in serra.

 

Bibliografia
Soggin Alberto – Storia di Israele, Paideia Editrice
Gershom Scholem – La Cabala, Edizioni Mediterranee

 

Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Aprile 2020