GESU’ NAZIREO di Gaetano Dini
Esoterismo della Bibbia: Gesù Nazireo
Alcuni studiosi sostengono che Gesù fosse un Nazireo, quindi non Gesù il Nazareno così come è passato alla storia, ma Gesù il Nazireo. Infatti il villaggio di Nazareth dove visse Gesù, posto in Galilea, ai tempi di Cristo sembra fosse demograficamente insignificante e che acquistò importanza dal IV sec. d.C. in poi come meta di pellegrinaggi cristiani. Sostengono quindi questi studiosi che Cristo non si poteva presentare alle genti come Gesù il Nazareno in quanto il suo piccolo villaggio era sconosciuto ai più, ma si presentasse come Gesù il Nazireo, aggettivo questo che a seguito di un equivoco linguistico si trasformò appunto in Nazareno.
Furono noti Nazirei ebraici il profeta Samuele, che unse re prima Saul e poi Davide, Giovanni Battista, che battezzò Gesù, e Giacomo Maggiore, fratello di Giovanni Battista e apostolo.
Le norme dettagliate che dovevano seguire i Nazirei sono contenute nel libro dei Numeri.
Sansone è stato l’ultimo dei Giudici che hanno governato Israele prima dell’avvento dei re. Era figlio di Manoach della tribù di Dan. L’Angelo del Signore si presentò alla moglie di Manoach, che sembrava sterile, raccomandandole che se voleva avere un figlio doveva astenersi dall’uso del vino e di tutti i prodotti da questo derivati come l’aceto e inoltre non doveva mangiare cibi impuri.
Il bambino fin dal grembo materno sarebbe così stato consacrato a Dio come un Nazireo e sarebbe diventato da grande il liberatore di Israele dal popolo dei Filistei.
Nazireo significava “Consacrato” e “Separato” dal resto della comunità. Altro obbligo di voto dei Nazirei, oltre ad astenersi dai prodotti della vigna e dai cibi impuri, era quello di lasciarsi crescere i capelli dividendoli in trecce senza mai tagliarli e quello di non toccare cadaveri e di conseguenza di non partecipare mai a funerali.
In ebraico Shimshon (Sansone) significa “Piccolo Sole”.
Narra la Bibbia che Sansone era un giudice dotato di forza sovrumana legata alla lunghezza dei suoi capelli.
Nell’immagine sotto,
“La cattura di Cristo e il bacio di Giuda” di Caravaggio (Michelangelo Merisi) (1571-1610)
Galleria Nazionale d’Irlanda, Dublino
Anche in questo quadro, come sempre, Gesù è raffigurato con barba e capelli lunghi
Nel suo ministero pubblico Gesù si presentò e fu presentato come il Nazareno, cioè originario di Nazareth in Galilea. Nazareth è citata solo nel Nuovo Testamento e in nessun altro testo fino a dopo il III secolo. Era sempre stato non un Vicus, ma un Viculus insignificante abitato da un centinaio di ebrei. Era posta a 6,5 km dalla città di Zippori, questo sì era invece un centro abitato importante e conosciuto. Nel suo ministero pubblico svolto anche lontano da Nazareth avrebbe avuto senso che Gesù o chi per lui per farsi(lo) inquadrare subito geograficamente dicesse “sono (od è) Gesù di Zippori”. Poi una volta fattosi(lo) conoscere, in seconda battuta avrebbe potuto essere citato Nazareth come suo villaggio specifico in cui era cresciuto.
E’ come se oggi una persona che vive a Spadarolo di Rimini si presentasse in altre parti d’Italia direttamente come “Pinco Pallino di Spadarolo”.
Non avrebbe senso, tutti direbbero: “Sono Pinco Pallino di Rimini”. Poi eventualmente la successiva specifica geografica di Spadarolo.
Gesù prima dell’inizio del suo ministero pubblico doveva essere stato un ebreo consacrato Nazireo (Nazareo) e come tale conosciuto da molti. E Nazireo doveva essere stato anche Giovanni Battista, suo parente.
Il Nazireo, ebreo consacrato a Dio, doveva seguire dei rigidi precetti di vita quali:
– astenersi da vino, aceto di vino, uva;
– non tagliarsi i capelli (vedi il nazireo Sansone);
– non toccare cadaveri né partecipare a funerali, né entrare in cimiteri.
Da qui l’errore di dizione e scrittura di Gesù Nazareno invece di Gesu’ Nazireo o Nazareo. Troppo minuscola infatti era Nazareth per essere direttamente citata.
Con il battesimo cristiano Gesù pose termine al suo nazireato ebraico e ai relativi vincoli. Gesù il Nazireo, aggettivo, in epoche successive si trasformò in Nazareno.
L’Ordine nazireo (mie considerazioni)
Nelle regole dell’ordine religioso nazireo si evinceva la cristallizzazione degli antichi ideali nomadici, quando gli Ebrei non erano ancora un popolo sedentario.
– Riguardo i capelli lunghi: durante i loro spostamenti nel deserto, gli uomini trovavano infatti poco tempo per accudire la loro persona, quindi avevano capelli e barbe lunghe.
– Riguardo il non toccare i cadaveri: i morti della comunità nomade venivano sepolti nel deserto e giocoforza abbandonati sul luogo con i successivi spostamenti delle tribù. Quindi la vicinanza alle tombe dei morti con il loro accudimento non esisteva.
– Riguardo l’astenersi dal vino: ubriacarsi era proibito in quanto sarebbe stata una condizione pericolosa per chi doveva essere vigile nei propri spostamenti, in un deserto dove sbagliare rotta o non arrivare alle oasi nei tempi stabiliti poteva significare la differenza tra la vita e la morte per questi nomadi.
– Riguardo il non mangiare cibi impuri: nel deserto gli animali al seguito erano quelli in grado di tenere il passo della tribù negli spostamenti, non certo i maiali, più adatti a un allevamento sedentario, da cortile. Quindi, non potendo portarli in migrazione con loro, i sacerdoti ebrei li fecero passare agli occhi del popolo come animali impuri. C’è da aggiungere anche che nei climi caldi e torridi, dove vivevano le popolazioni semite, la carne suina se ingerita “riscalda” il corpo delle persone e quindi era un vantaggio sanitario non cibarsene.
Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Luglio 2023