IL 666 di Gaetano Dini

Significato di un numero controverso

Una volta c’era il 4 + 4 di Nora Orlandi, gruppo musicale misto attivo dal 1963 al 1983.
Ancora prima c’è stato il 666 di San Giovanni, numero questo ancora in attività.
Il Kalpa nella metafisica indù è lo sviluppo totale di un mondo, di uno definito stato o grado della manifestazione universale. Il nostro Kalpa umano, chiamato nella metafisica indù “Shweta Varaha Kalpa” cioè Era del Cinghiale bianco, si divide in due serie settenarie di Manvantara.
Ogni Manvantara dura 64.800 anni. La durata del nostro Kalpa è di 907.200 anni e ogni serie settenaria di Manvantara, sia la presente in via di completamento che la futura, dura 453.600.

Dimentichiamoci dei miliardi di anni di cui parlano l’Evoluzionismo e la Scienza esatta contemporanea. Quelle durate cronologiche, metafisicamente si riferiscono ai Kalpa cioè alle varie Ere geologiche che si sono susseguite sulla Terra nei periodi precedenti al nostro di Kalpa.
Nel nostro Kalpa, riguardo alla prima serie settenaria dei Manvantara di cui noi stiamo vivendo la fine del Settimo, bisogna mettersi d’accordo se l’uomo comparve nel primo Manvantara della serie o comparve in uno dei Manvantara successivi.
Avendo ogni Manvantara un proprio Manu di riferimento, se noi accettiamo di considerare il biblico Noè come Manu del nostro Settimo Manvantara, andando cronologicamente a ritroso incontriamo via via i patriarchi prediluviani fino ad arrivare alla coppia biblica Adamo ed Eva e continuando ancora per un po’ a ritroso incontriamo il primo Uomo biblico che ancora non si era diviso in Adamo ed Eva, non si era ancora diviso nella sua parte maschile e femminile. Era questi l’Ermafrodita primordiale di cui parla Platone.
Questo è il primo essere umano che compare nel nostro Kalpa.

Nella Kabbala ebraica si parla allegoricamente a questo proposito delle Sette Terre di Canaan messe in rapporto ognuna di esse con un regno dei Sette Re di Edom. I Sette Re di Edom corrispondono palesemente ai Sette Manu dei Manvantara della prima serie del nostro Kalpa.
Anche la narrazione dell’Apocalisse di Giovanni procede a serie settenarie. Sette Trombe saranno suonate in successione da Sette Angeli cui seguiranno in progressione. Sette avvenimenti catastrofici sulla terra alla rottura dell’ultimo Sigillo, il Settimo.
Le Sette Trombe e i Sette Angeli adombrano rispettivamente lo svolgersi dei primi Sette Manvantara ognuno col proprio Manu di riferimento, qui rappresentato da ogni Angelo, come adombrano la suddivisione di Canaan in Sette Terre ognuna collegata ad uno dei Sette Re di Edom.
Nell’Apocalisse inoltre Sette sono le Chiese d’Asia cui è indirizzato il testo e ognuna di esse è presieduta e protetta da un Angelo.
A questo periodo che chiude il presente ciclo, seguirà un periodo ciclico migliore con un crescendo spirituale e morale. La metafisica dei Cicli Cosmici e delle loro scansioni temporali era conosciuta allo stesso modo da tutte le civiltà di quel tempo.

Tornando al nostro Uomo Primordiale, e se questo non fosse comparso nel Primo Manvantara ?
Oppure, se questo Uomo fosse comparso nel Primo Manvantara proliferandosi poi in un’Umanità allargata nei Manvantara successivi, possiamo noi considerare le azioni, i comportamenti di questa Umanità come “umani” da un determinato Manvantara in poi perchè nei Manvantara precedenti queste azioni e comportamenti non rientravano nei parametri di giudizio che normalmente usiamo per riferirci a ciò che noi intendiamo come umano ?
Io penso di sì.
Questi comportamenti che noi classifichiamo umani erano stati preceduti da comportamenti che coi nostri parametri di oggi non giudichiamo umani ma super-umani e che incontriamo andando a ritroso da una specifica Umanità ed in quelle precedenti ad essa.
Azioni e comportamenti “super-umani” quelli che sfuggono alle nostre linee di pensiero di oggi e che non riusciamo a collocare in quella dimensione umana che oggi ci appartiene, dimensione questa fatta di azioni e comportamenti di un’ Umanità che lascia tracce di se, archeologiche e storiche, che lascia orme ed impronte leggibili dai noi i suoi posteri, azioni e comportamenti che hanno effetti “karmici” a volte positivi ma la maggior parte delle volte negativi sulle epoche future. Le Umanità precedenti a questa erano come incorporee e invisibili per le generazioni successive.

Ogni Manvantara ha infatti avuto un tipo di Umanità che si è succeduta in una logica di crescente decadimento spirituale da un lato e di aumento di materialismo e “solidificazione” interiore dall’altro.
E se questo entrare nella dimensione umana propriamente detta fosse avvenuto da parte delle Umanità precedenti durante il Quinto Manvantara?
Ecco che allora si poterebbe matematicamente spiegare il significato del numero 666 citato nell’Apocalisse di Giovanni.
Al riguardo sono stati versati fiumi di inchiostro e oggi fatte anche tante digitate al computer.
Chi ha voluto vedere nel 666 il numero significante l’anti-Cristo, chi il numero simboleggiante alcuni imperatori romani, chi il Dragone, chi la Bestia, chi l’Uomo stesso, chi simboli numerici pitagorici …

San Giovanni scrive nell’Apocalisse: “Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia; essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è il seicentosessantasei”.
Studiosi della cultura biblica hanno evidenziato come il Sette significhi Completezza. Il mondo fu allegoricamente creato in 7 giorni.
Il 666 lo si è quindi voluto spiegare in questa logica numerologica cioè composto dal numero 6 che si avvicina per difetto al numero 7, senza raggiungerlo.
Così il triplo 6, il 666, potrebbe indicare la suprema imperfezione, arroganza e malvagità umana contrapposte alla perfezione divina.
Basandomi su questa interpretazione io propongo la somma dei numeri 5, 6, 7 corrispondenti al 5°, 6°, 7° Manvantara indu, alla 5^, 6^,7^ Terra di Canaan connessa ognuna al 5°, 6°, 7° Re di Edom della Kabala ebraica ed in ultimo corrispondente anche al 5°, 6°, 7° Angelo dell’Apocalisse.
Cioè l’Umanità che è diventata “umana” nella sua progressione cronologica e nella sua modificazione antropologica in queste tre specifiche tappe temporali, la 5^, 6^ e 7^.

Come la somma di 5 + 6 + 7 fa 18, così la somma di 6 + 6 + 6 fa 18. Il numero 6 rappresenta la media numerica del numero 18 quindi i 3 cicli temporali
5°, 6° e 7° si possono rendere anche con la somma di 6, 6, 6. Il numero 6 rappresenta quindi la “media umana” applicabile al 5°, 6° e 7° periodo
in questione. Cioè la media di Uomo + Uomo + Uomo che sintetizza i parametri umani presenti solo nelle tre epoche in argomento.
Nel 5° periodo la componente umana dell’Umanità è meno accentuata, nel 6° periodo lo è di più fino ad arrivare al 7° periodo in cui è massima.
Concetto questo di non immediata comprensione in quanto per usare termini matematici attuali, lo si dovrebbe rendere come Media Ponderata in quanto la “componente umana” dell’Umanità di ogni singolo periodo dei tre in argomento ha un “peso umano” differente.
Quindi San Giovanni, per esprimere al meglio ciò che voleva dire rendendo così partecipi il più alto numero di lettori, è passato dalla Media Ponderata alla Media Aritmetica rappresentata questa dalla somma di 6 + 6 + 6.
Quello di Giovanni è stato un espediente numerico facilitativo per far comprendere meglio al lettore questo significato metafisico e allegorico.
Il 666 rappresenta l’Uomo nella sua massima degenerazione temporale.

 

Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Dicembre 2021