MAGIA DEI SOGNI (PARTE QUINTA) di Luce Sorgente

Tenere un Diario dei Sogni

Sarà capitato a molti di voi di sentire persone giurare e spergiurare di non sognare… mai! La scienza ha dimostrato come in realtà ciò non sia possibile: ognuno di noi durante la notte non solo sogna, ma fa anche diversi sogni. Semmai il problema è che molte persone non riescono a ricordare i propri sogni o non ricordano di aver sognato. Eppure, come abbiamo detto in un precedente capitolo di questa cartella dedicata ai sogni, essi rappresentano un ricco tesoro di immagini, che il nostro inconscio elabora e che possono tornarci particolarmente utili per comprendere la risoluzione di qualcosa che ci assilla, o per gettare luce su questioni particolarmente ambigue della nostra quotidianità.

Se siete persone particolarmente introspettive, con tutta probabilità riuscirete anche a ricordare ciò che sognate quando chiudete gli occhi e cadete nello stato di sonno. Ma se così non dovesse essere, ecco qualche piccolo aiuto per iniziare a ricordare: innanzi tutto dovete desiderarlo.
La volontà attiva la capacità della mente di porre maggiore attenzione al momento del risveglio e di trattenere per qualche istante gli episodi, o le immagini, o i simboli che hanno popolato i sogni delle ore precedenti. Potete poi sempre utilizzare un’ametista: dopo averla purificata (per esempio lasciandola per qualche ora su una drusa di cristallo di rocca o di ametista e ponendola poi per una notte alla luce della luna – mai del sole) e programmata, potete chiuderla in un sacchetto o in una gabbietta per pietre e indossarla la notte, rivolgendole la richiesta di aiutarvi a ricordare i vostri sogni.

Nei laboratori per lo studio del sonno si è soliti svegliare il paziente proprio durante la fase REM (questa è la fase che copre il 25% del tempo del sonno ed è la fase onirica per eccellenza, quella in cui il tracciato encefalografico ha dimostrato che il cervello consuma ossigeno e glucosio come se il soggetto sognante fosse sveglio). Si potrebbe pensare di trasformare questo metodo da laboratorio in metodo “casalingo”, per esempio mettendo una sveglia che suoni sempre alla stessa ora, per esempio alle prime ore del mattino, ma è un procedimento faticoso e che non garantisce alcun risultato. Ancora, potreste comunicare con la vostra psiche come se fosse un’entità a sé stante, e prima di addormentarvi o durante una meditazione o uno stato di rilassamento profondo, chiederle di aiutarvi a ricordare i sogni il giorno dopo.
Solitamente, dopo aver deciso di voler ricordare il contenuto onirico, le persone iniziano a ricordare ciò che prima ignoravano del tutto e la mattina nella loro mente iniziano a riemergere alcune immagini nitide di quanto sognato nella notte precedente.

Un ottimo metodo per ricordare i propri sogni e comprendere cosa l’inconscio, attraverso il linguaggio simbolico in essi contenuto, ci vuole comunicare, è quello di tenere un “diario dei sogni”, in cui annotare tutti i sogni fatti di volta in volta, e da aggiornare costantemente e con pazienza.
Ma in cosa consiste un diario dei sogni?
Niente di magico, o strano, o bizzarro.
Basta che prendiate con voi un’agenda, un quaderno, un blocnotes che riserverete esclusivamente a questa attività. Poi dovrete avere con voi due penne di due colori diversi. Prima di andare a dormire, ponete il quaderno sul vostro comodino o accanto al letto. Il mattino dopo, nei primi istanti della fase di risveglio (col tempo le sensazioni e il ricordo sfumano), annotate sul quaderno il vostro o i vostri sogni, o le immagini e suggestioni che vi vengono in mente.

Ricordatevi, se non utilizzate un’agenda, di inserire all’inizio la data della notte in cui avete sognato. Cercate poi di essere più dettagliati possibile nella descrizione del contesto e delle vicende oniriche. Dopodiché, annotate anche le emozioni, le sensazioni che avete provato durante quel sogno, prima di addormentarvi e una volta svegli. Se sognate o avete sognato a colori, non dimenticatevi di registrare anche questi elementi, che sono importantissimi ai fini dell’interpretazione.
A questo punto sarete pronti a sottolineare con la penna dell’altro colore, o a cerchiare (in alternativa potete utilizzare un semplicissimo evidenziatore), i simboli chiave e più rilevanti del vostro racconto onirico.

Ricordatevi che i sogni spesso drammatizzano detti, proverbi e massime che derivano dalla tradizione popolare. Se, per esempio, c’è una situazione o una persona che vi “sta sullo stomaco”, potreste sognare di avere un grande e gravoso peso a livello addominale o di essere nauseati o addirittura di rigettare qualcosa. Di volta in volta, prendete nota dei simboli che si ripetono con una scadenza regolare o più spesso nei vostri sogni e segnateli su un quaderno a parte – o alla fine del vostro diario dei sogni: in questo modo creerete un vostro dizionario personale, organizzato in ordine alfabetico e corredato, non dimenticatelo, delle sensazioni o delle emozioni che ogni simbolo vi rievoca.

Poi, cercate di rintracciare avvenimenti ed episodi verificatisi nei giorni o nelle ore immediatamente precedenti il vostro sogno: cosa avete fatto, con chi, dove siete andati, com’era il luogo in cui siete stati, quali sensazioni avete vissuto ecc. a questo punto sarete pronti per la cosiddetta “associazione di idee”: ovvero, ogni personaggio o figura da voi cerchiato o sottolineato nel vostro racconto onirico a cosa vi fa pensare? Scrivete la prima cosa che vi viene in mente. Potreste, per esempio scoprire che una scuola vecchia vi fa pensare al vostro lavoro e sentire l’esigenza di rinnovarlo o modificarlo in qualche modo. Oppure, se per esempio avete sognato un gigante, potreste scoprire che lo associate direttamente a una determinata persona. Come mai? Cosa vi spinge ad associare quell’elemento a un altro elemento? Rifletteteci su, ma non troppo.

Man mano che raccoglierete i vostri sogni, sarete in grado non solo di imparare il linguaggio archetipico dell’inconscio collettivo, ma anche quello simbolico che è proprio della vostra persona, o meglio, del vostro inconscio. Potreste anche voler intrecciare tra di loro i racconti onirici e scoprire che sono accomunati da una tematica di fondo o da un filo sottile che li unisce in una sorta di “romanzo onirico” volto a permetterci di conoscerci meglio.

 

Autore: Luce Sorgente
Messo on line in data: Ottobre 2008