LE OSSA ORACOLARI CINESI di Leonella Cardarelli

Introduzione

Un popolo che possedeva tanti abitanti quanti l’Europa già più di mille anni or sono, un popolo che inventò la stampa e la carta prima di noi e che tanto intensamente si è interessato della propria storia è un popolo che fornisce materia prima per riempire biblioteche intere. Un popolo che offre temi in gran copia, che si riflette in mille sfaccettature diverse. […][1]

Neanche queste parole di Hermann Schreiber, per quanto suggestive, riescono a rendere conto del patrimonio culturale della Cina, uno stato da una storia lunga, feconda, complessa e purtroppo anche sofferta, della quale molto è stato scritto ma non si può mai dire di saperne abbastanza.

 

Cenni di storia della Cina

La storia della Cina si articola in cicli dinastici. Le prime tre dinastie furono la dinastia Xia [leggi sci-à] (XXI-XVI sec. a.C.), la dinasta Shang [leggi scion] (XVI- XI sec. a.C.) e la dinastia Zhou [leggi ciù] che si divide in periodo degli Zhou occidentali e periodo degli Zhou orientali. Complessivamente, la dinastia Zhou ha regnato dall’XI sec. a.C. al 221 a.C. Nel tempo si sono susseguite molte dinastie, tra le più importanti ricordiamo la dinastia Qin [leggi cin] (21- 207 a.C.) da cui deriva il nome Cina.
Questa dinastia è famosa dal punto di vista archeologico in quanto ad essa risale l’esercito di terracotta; ricordiamo inoltre la dinastia Tang (618-927) in cui si diffonde il buddismo e sii verifica una ricca creazione scientifica e letteraria. Le ultime dinastie, dette anche dinastie moderne, sono la dinastia Ming (1368-1644) e la dinastia Qing [leggi cing] (1644-1911). La prima fu una dinastia propriamente cinese, la seconda fu mancese, cioè governata dagli abitanti della Manciuria. Quest’ultima dinastia governò fino al 1911, anno in cui perse il “mandato celeste” e si decise di passare alla Repubblica.

 

Il periodo Shang e le ossa oracolari

Le parola shang in lingua cinese significa commercio. Il periodo Shang è stato uno dei periodi più fiorenti e produttivi della storia cinese. Per molto tempo ci si è chiesti se questo periodo fosse davvero esistito, in quanto non c’erano abbastanza resti da poter dimostrare al cento per cento la sua esistenza finché furono trovate le ossa oracolari.
Le ossa oracolari sono state scoperte, per puro caso, solo recentemente, nella città di Ngan Yang. Le scoprì un filologo nel 1899, in epoca coloniale, durante la rivolta dei Boxer in Cina (la rivolta dei Boxer fu una famosa rivolta popolare). A causa dei tumulti di quel periodo molti reperti furono dispersi. Le ossa oracolari rappresentano la più importante prova scritta e concreta della dinastia Shang e per il valore scientifico questo ritrovamento è equipollente se non superiore alla scoperta dei rotoli del Mar Morto. Si tratta di ossa di animali (in particolare scapole di bue, cervo e maiale, infatti questa pratica è detta anche scapulomanzia) o gusci di tartaruga (la parte inferiore del guscio, quella piatta) su cui venivano incisi dei segni.

Qualcuno ha congetturato che questi segni rappresentassero dei numeri ma è molto più probabile che si tratti di lettere, frasi, in quanto tramite questa tecnica si volevano fare delle richieste agli antenati perciò l’ipotesi dei numeri sembra piuttosto inverosimile. Le ossa oracolari, infatti, avevano uno scopo divinatorio e nel periodo Shang la divinazione e lo sciamanesimo erano molto praticati.
Le ossa e le corazze di tartaruga venivano levigate ed ammorbidite con una speciale sostanza. Poi su un lato di esse venivate create delle cavità in file regolari, in modo da poter provocare una reazione dall’altra parte tramite fonti di calore. Le cavità erano le domande, le reazioni tramite il calore erano le risposte. Una divinazione simile è tuttora praticata in Africa quando si gettano ossa nella sabbia, e in Mongolia quando si gettano bastoncini nella polvere. Il criterio è il medesimo.

Non è molto chiaro in che modo veniva letto il responso, forse si guardava l’ampiezza degli angoli formati all’incrocio delle due incrinature principali. Era lo sciamano che interpretava il responso, in sua assenza questo compito veniva svolto dal re in quanto un re in Cina DOVEVA avere dei poteri magici, ad esempio doveva poter guarire.
Nel periodo Shang la scapulomanzia raggiunse livelli molto complessi e nell’ultimo periodo si prese l’abitudine di registrare sulle ossa anche i dati relativi alla divinazione, quindi sull’osso si scriveva altresì:
– una prefazione: giorno e luogo in cui avvenne la divinazione
– il tema della divinazione
– il responso
– la verifica, cioè se a distanza di tempo quel responso si è rivelato esatto o no. La verifica non c’era sempre.

Le ossa oracolari sono di estrema importanza, una scoperta colossale perché segnano il passaggio dalla preistoria alla storia e hanno dimostrato che la storia cinese è più antica di quanto si credeva: oggi gli studiosi sostengono che la Cina abbia una storia di settemila anni. E’ estremamente complicato decifrare i segni sulle ossa ma quel poco che si riesce a decifrare è comunque importante a livello storico ed archeologico, ad esempio si sono scoperti i nomi degli imperatori e della loro famiglia. Gli esperti sono riusciti a decifrare solo un quinto di questo immenso patrimonio. Se si riuscissero a decifrare tutte le ossa la cultura riceverebbe un contributo immenso.

 

Gli Shang e il mondo degli dei

Gli Shang avevano un rapporto molto forte con gli dei e praticavano la divinazione per qualsiasi cosa: caccia, sacrifici, condizioni meteorologiche, lavori agricoli, sogni, costruzione di edifici ecc. Questo aspetto divinatorio è solo uno dei tanti che riguardano lo sciamanesimo. Tra le varie tecniche sciamaniche degli Shang vi erano anche le libagioni, cioè gli Shang consumavano bevande alcoliche per raggiungere la trance. Durante i loro rituali sciamanici vi erano sempre degli animali, senza la presenza di essi il ‘viaggio’ non si poteva compiere. I sacrifici riguardavano sia persone che animali.

La divinità più importante degli Shang era SHANGDI, vale a dire una divinità suprema che decideva il destino di tutti gli uomini. Per rivolgersi a Shangdi gli Shang dovevano rivolgersi agli antenati reali, considerati i mediatori tra il popolo e la divinità. Questa mediazione ha portato a pensare che forse Shangdi era un antenato, un antenato antico, realmente esistito e poi “divinizzato”. I cinesi infatti credevano che gli antenati, poiché li avevano generati, continuassero a vegliare su di loro nel bene e nel male, perciò vi rendevano omaggio costantemente. Verso la fine del periodo Shang sia i sacrifici che la divinazione stavano cadendo in disuso. La divinazione era considerata più una formalità.

Dopo gli Shang ci fu la dinastia Zhou. Gli Zhou mantennero il culto di Shangdi, ma ovviamente rifiutarono il passaggio degli antenati tra il dio e la popolazione perché essi provenivano da un altro clan. Gli Zhou avevano elaborato il concetto di una divinità celeste, di un dio del cielo e sostenevano che Shangdi aveva trasferito il mandato celeste agli Zhou: il mandato celeste è il permesso di regnare che secondo la tradizione cinese deve arrivare dal cielo. E’ il cielo, secondo questa tradizione, che sceglie chi deve regnare e fino a quando. La tradizione del mandato celeste si è perpetuata fino all’ultima dinastia, la dinastia Qing, che ha regnato fino al 1911, anno in cui sia i Qing che la monarchia stessa persero il mandato celeste.

 

Autore: Leonella Cardarelli
Messo on line in data: Febbraio 2008

 

Riferimenti bibliografici
– Bozza, E. (1992), Miti della Cina arcaica, Mondadori, Milano.
– Sabattini, M.- Santangelo, P. (1994), Storia della Cina, Laterza, Roma-Bari.
– Schreiber, H. (1978), Die Chinesen, Econ Verlag GmbH, Wien und Dusseldorf; trad. It. (1980), La Cina. Tremila anni di civiltà, Garzanti.

Nota
[1]Cit. Schreiber, pag. 7.