RACCONTO: FRAU FAUSTUS di Anna Cattaneo
A una mia cara amica è capitata una cosa proprio strana.
Se avete tempo ve la racconto, per amore di cronaca; però ci tengo a precisare che io non le credo.
La mia amica vive sola in un palazzo antico che risale al Medioevo, e dipinge soggetti altrettanto fuori moda. E’ molto, ma proprio molto, brava.
Bene. Una sera di tanti anni fa ritorna a casa, nel suo appartamentino malandato al primo piano, e, comodamente seduta sull’unica vecchia poltrona del salotto, chi ti trova?
Una signora con un abito di pelle rosso fuoco. Una tizia elegante, con lunghissimi capelli neri raccolti in una treccia e, in un bocchino di avorio, una sigaretta accesa.
Un profumo intensissimo avvolge la mia amica, che, stupita più che spaventata, le chiede:
– Come ha fatto a entrare qui?
La signora sembra trovare la domanda divertente, perché scoppia a ridere, e ride, ride ancora. La mia amica è turbata, seccata, ma anche catturata dall’insolita situazione e dal fascino di quella strana figura.
– Ma davvero non mi riconosci?
La mia amica resta muta.
La signora in poltrona la osserva, aspira lentamente e, con atteggiamento un po’ teatrale, sbuffa:
– Credevo fossi una persona di cultura…
La mia amica ha la fronte corrugata: questa storia non le piace. Ma è da sempre una donna di grande coraggio, per cui finge di essere tranquillissima e si siede su una sedia, fissando l’ospite non invitata.
L’altra sorride ironica.
– Pensi forse che il diavolo abbia un sesso particolare? Non sai che può assumere a suo piacimento la forma che più gli aggrada?
La mia amica resta a bocca aperta, sbalordita. Poi chiede:
– Perché sei qui? Che cosa sei venuta … cioè, venuto a fare?
La signora risbuffa.
– Rieccoci. Ma non hai davvero letto nulla? Sono venuto a ricordarti che con l’arte non si scherza. Tu ti limiti a dipingere così, quasi per gioco, fai cose che ti rendono pochi soldi e perdi tempo con quel ragazzo, quel noioso di Valeriano. Non sai che non si può avere tutto?
– Ma io non ho grandi esigenze, mi basta poco; e poi sto per sposarmi, come fanno le altre …
La signora sobbalza sulla poltrona e le punta contro il bocchino come se fosse una lancia.
– Ma è proprio questo il punto! Tu fai come le altre. Stai per trasformarti in una scipita casalinga con marito, figli e l’hobby saltuario della pittura. Proprio tu, che potresti essere la più grande. Devi scegliere. Vuoi essere un’artista? L’inferno non è altro che la vita stessa di un grande artista. I migliori sono sempre soli e tu sarai sola. Non troverai nessuno, mai, che ti possa capire. L’arte è un tiranno e gli artisti sono i suoi schiavi. Io sono solo un messaggero, in verità. Angelo, diavolo, che importa? Il bene e il male si fondono.
La signora ride con sarcasmo, poi riprende:
– Devi scegliere. Devi. Non puoi servire due padroni: o l’arte, o l’amore.
– Ma come faccio?– balbetta la mia amica– Come posso spiegarlo a Valeriano? E poi io lo amo …
Con uno sventolio della mano destra, che fa volare la cenere sul pavimento, la signora l’interrompe.
– Prima di tutto, non è affatto vero che tu ami Valeriano. La sua bellezza appaga il tuo senso estetico; in realtà, tu vorresti usarlo per il tuo lavoro. In secondo luogo, Valeriano è il tuo alibi per rifugiarti in una tranquilla mediocrità, che non fa per te. Decidi. Valeriano ti capirà, si consolerà e ti dimenticherà presto. Tu sarai la più grande, ricca, famosa e sola. Sei disposta a pagare questo prezzo?
La mia amica vive nell’attico dello stesso palazzo medievale, ora restaurato e interamente di sua proprietà, in cui è cominciata questa storia. Vive in solitario splendore, tra magnifici oggetti e stupendi mobili. Mi ha raccontato questa vicenda, così come io la ho detta a voi, per spiegarmi perché non si è mai sposata.
Ci tengo a precisare che io non le credo…
Autore: Anna Cattaneo
Messo on line in data: Ottobre 2000