RAPPORTI TRA UFO E PARANORMALE di Giuseppe Colaminè

Questo articolo è un estratto della relazione presentata al Convegno Ufologico di San Marino nel 2001:

CORRELAZIONE FRA
GLI INCONTRI RAVVICINATI DEL QUARTO TIPO,
MESSAGGI SUBLIMINALI E FENOMENOLOGIA PARANORMALE

L’indagine sui soggetti coinvolti in Incontri Ravvicinati di quarto tipo, effettuata in stato di ipnosi regressiva, ha evidenziato una sequela di eventi così riassumibili: l’individuo viene prelevato in ore notturne o serali, in luoghi di solito lontani da zone densamente abitate. Non vengono effettuate coercizioni fisiche. Gli autori dell’adduzione vengono descritti come esseri umanoidi, di statura bassa (mediamente 150 cm), dal colorito roseo-grigiastro, vestiti con tute scure, il cui colore non si discosta da quello della pelle. La scena successiva si ambienta in locali dalle caratteristiche somiglianti a quelle delle moderne sale operatorie, dove l’addotto si ritrova disteso su lettino privo di mezzi di contenzione, ma comunque impossibilitato a muoversi. Alla presenza degli umanoidi rapitori, il soggetto viene sottoposto a manipolazioni dalle caratteristiche simili a quelle di esami radiografici o endoscopici. L’evento non viene descritto come doloroso. L’ansia del rapito viene contenuta da atteggiamenti rassicuranti da parte degli adducenti. Tali atteggiamenti non sono di solito espressi verbalmente, ma solo percepiti dal soggetto, come fossero stati trasmessi telepaticamente. L’addotto si ritrova nel luogo in cui è stato prelevato e percepisce un lieve disorientamento. Solo successivamente si accorge di avere una lacuna mnemonica circoscritta in un tempo variabile dai pochi minuti alle 3 – 4 ore (missing time). Incostante la presenza di minuscoli oggetti ,definiti impianti, all’interno dell’organismo dell’addotto.

Uno studio condotto dal C.U.N. su di un individuo portatore ha evidenziato emissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza dall’oggetto. Una variante dell’Abduction è la cosiddetta sindrome D.I.A.N.A. (Delirio Individuale da Aggressione Notturna Aliena) in cui il soggetto racconta di essere stato prelevato in stato di dormiveglia, nella propria camera da letto, descrivendo un evento di tipo pseudo-onirico, paragonabile ad una sorta di esperienza extracorporea.
Per queste particolari caratteristiche gli IR4 sono stati attribuiti dal mondo Scientifico Ufficiale a turbe allucinatorie della sfera psico-emotiva. Si tratta di una polemica ovviamente aperta, nella quale comunque la Psichiatria ufficiale non ha fornito spiegazioni sulla presenza degli impianti, né sulla straordinaria comunanza di contenuti dei racconti resi dagli addotti in stato di ipnosi.
Il problema che si sono posti i ricercatori che seguono la tesi cosiddetta Extraterrestre, non è più tanto quello della metodica usata dagli adducenti, piuttosto dell’obiettivo che essi si sono prefissati. Considerando che il primo IR4 ufficialmente riconosciuto risale al 1962 e che da allora ad oggi vi sono stati centinaia di casi, appare improbabile che si tratti di una pratica a fini esplorativi. In 50 anni eventuali creature intelligenti aliene avrebbero avuto informazioni sulla struttura biologica umana sufficienti a considerare espletato il loro programma d’indagine.
L’ipotesi che si tratti di un metodo per indurre in un numero crescente di esseri umani mutazioni genetiche finalizzate sulla lunga distanza ad ottenere una trasformazione delle caratteristiche neuro-biologiche nell’intero Genere Umano, è suggestiva, ma lascia sempre aperto l’interrogativo della metodica. Si tratta di un punto cruciale della questione, poiché solo conoscendo il tramite della manipolazione, se ne può ricavare una valutazione qualitativa.

La tesi proposta in questo lavoro è che l’approccio del tipo IR4 ad individui umani sia un metodo per introdurre nel loro sistema neuro-psichico segnali specifici di tipo radio, finalizzati ad indurre mutamenti del comportamento, dell’assetto neuroendocrino. Tali segnali sarebbero inseriti come un codice crittografato nell’evento che gli addotti raccontano in ipnosi. In quest’ottica, l’impianto potrebbe avere una doppia funzione.
– Recezione di un segnale inviato dall’esterno in supporto a quello già introdotto durante l’adduzione.
– Amplificazione del segnale introdotto e supporto allo stesso tramite una emissione tonica o variabile in base a specifiche condizioni del soggetto.
In chiave medica questo meccanismo potrebbe essere paragonato a quello di un pace-maker “a domanda”, che fornisce una scarica elettrica quando il cuore ne ha bisogno.
Nella valutazione dell’ipotesi relativa al messaggio crittato, vengono presi in considerazione alcuni aspetti particolari della comunicazione. Il primo fenomeno in esame è quello dei cosiddetti messaggi subliminali. Si tratta di messaggi visivi o acustici, non percettibili sensorialmente, inseriti in altre comunicazioni percettibili che fungono da veicolo. Queste ultime sono solitamente musicali, oppure si tratta di videomessaggi trasmessi.
Il meccanismo di occultamento consiste per lo più nell’inserire un’informazione condensata in una sequenza di segnali che la coprono. La condensazione fa in modo che il messaggio venga trasmesso in maniera estremamente veloce, tanto da non poter essere percepito sensorialmente a livello cosciente, anche perché gli organi recettivi sono già saturati dal messaggio veicolante. In pratica, in un brano musicale possono essere nascoste piccole sequenze di note che l’orecchio non riesce a percepire. Il messaggio comunque arriva al sistema nervoso centrale, passando per strutture non collegate direttamente alla sfera cosciente, ma connesse ad aree specifiche per le funzioni emozionali (ipotalamo, epifisi, area limbica).
L’individuo conseguenzialmente mette in atto risposte riflesse che comunque bypassano la funzione cosciente; in pratica si verificano eventi neurochimici sganciati dalla volontà.

Attualmente la valutazione etica di una simile pratica è oggetto di polemiche. Di fatto i messaggi subliminali servono ad orientare gli individui verso specifici stili di comportamento, senza che essi siano stati posti coscientemente di fronte ad una scelta. In pratica si tratta di una sorta di pubblicità occulta.
L’affinità con la tesi proposta per gli IR4 è evidente. Tutto quanto l’addotto racconta in ipnosi regressiva potrebbe essere un evento confezionato, un ricordo trasmesso, con tanto di sceneggiatura, in pratica un sogno innestato nel subcosciente e per questo evidenziabile solo in stato di trance ipnotica. La comunanza degli eventi raccontati potrebbe rappresentare un ulteriore indizio a favore della tesi, considerando il ricordo indotto come una sorta di informazione di copertura standardizzata, capace di contenere in maniera ottimale uno specifico messaggio attualmente inintelligibile.
Studi condotti dal Dottor Giorgio Pattera, Biologo, ricercatore del CUN, hanno evidenziato la possibilità che l’addotto produca alte quantità di sostanze neuro-ormonali. Si tratterebbe di endorfine e della DMT (dimetiltriptamina). Queste molecole avrebbero un’azione globalmente sedativa, antidepressiva, antidolorifica, inducente atteggiamenti psichici di tipo riflessivo-contemplativo. Una valutazione da me effettuata su di un soggetto impiantato, presentata a questo stesso convegno nel 1999, evidenziò la possibilità di una iperproduzione di VIP, sostanza che a livello cerebrale induce depressione dell’ippocampo. In questa situazione si hanno degli effetti praticamente simili a quelli descritti a proposito della produzione di endorfine e di DMT.
Molti addotti riferiscono una sensazione di soggettivo benessere dopo l’evento, anche se non ne ricordano le dinamiche. Non è un fenomeno costante: alcuni invece incominciano a soffrire di turbe emozionali. In ogni caso l’IR4 rappresenta un evento che modifica la qualità di vita dei coinvolti.

E’ ancora presto per poter effettuare una valutazione a distanza, tuttavia è stato notato che la maggioranza dei cosiddetti “rapiti” si avvicina a pratiche meditative peculiari della cultura Orientale. E’ un fatto normale che un evento positivo, vissuto o sognato, aumenti il tasso di endorfine circolanti. L’adduzione però, così come viene raccontata in ipnosi, è un evento fondamentalmente freddo, neutro, spesso marcatamente ansiogeno, una sorta di fascinazione cui l’individuo soggiace senza un reale compiacimento. E’ quindi da considerare seriamente l’ipotesi che questo evento contenga segnali di altra natura, che stimolando aree specifiche del cervello, inducano produzione di encefaline.
Il meccanismo attraverso cui questo evento chimico possa indurre variazioni globali dell’assetto psicofisico è intuibile. Gli ormoni agiscono infatti provocando meccanismi a cascata, in cui A agisce su B, B su C e così via. Un cambiamento dell’assetto neuro-ormonale può a distanza di tempo indurre una sostanziale modificazione dell’intero assetto organico.
Il secondo aspetto della comunicazione valutato è quello cosiddetto parapsicologico, in cui vengono incluse le percezioni extrasensoriali, i viaggi extracorporei e la psicofonia. Si tratta di un insieme di fenomeni fondamentalmente misconosciuti dalla Scienza, che stanno tuttavia diffondendosi in larghe fasce sociali.
Le percezioni extrasensoriali (E.S.P.) includono una serie di eventi che globalmente portano alla trasmissione interpersonale di pensieri non espressi verbalmente. La cosiddetta ipnosi indiretta, praticata da molti esperti del settore, è una via di mezzo fra telepatia e comunicazione subliminale. L’ipnotizzatore induce nell’ipnotizzato specifici comportamenti, senza mandarlo in trance ma trasmettendogli altri messaggi che ne stimolano le risposte volute. E’ un esempio di come si possa comunicare ad un individuo un messaggio X trasmettendogli  sensorialmente un’informazione Y. Nel racconto degli addotti è costante questa sorta di impossibilità a reagire di fronte agli adducenti, senza che questi abbiano messo in atto costrizioni palesi. L’individuo si sente come soggiogato, letteralmente ipnotizzato e spesso percepisce frasi che l’adducente non pronuncia vocalmente ma che letteralmente “gli risuonano nella mente.”

I viaggi al di fuori del corpo, oltre ad essere materia di studio della psichiatria, sono anche parte di eventi inclusi nel bagaglio dottrinario di molte religioni. Il fatto strano è che la Scienza ufficiale non si pronuncia su questi ultimi, mentre annovera con decisione gli altri nella categoria delle affezioni mentali. Uno studio recente, condotto su pazienti trattati in unità Rianimative per arresto cardiaco, ha evidenziato ricordi di esperienze extracorporee (visione del proprio corpo inanimato, sensazione di levitare a mezz’aria, sensazione di essere proiettati in una sorta di tunnel che terminava con una forte sorgente luminosa). Si è arrivati alla conclusione, comunque parziale e momentanea, che tali percezioni non sono compatibili con l’anossia cerebrale che si verifica durante l’arresto cardiaco e che pertanto non è possibile fornire una spiegazione scientifica dei fatti.
Comunque stiano le cose, è un dato certo che tali pazienti non erano affetti da turbe mentali. Se ne può dedurre, senza entrare nel campo delle considerazioni mistiche, che una situazione di dissociazione psico-corporea, simile a quella descritta nella sindrome di D.I.A.N.A., rappresenta comunque un evento possibile, anche se tuttora non spiegato.
Probabilmente gli individui coinvolti nel fenomeno D.I.A.N.A. sono stati raggiunti da un segnale esterno che ha dato loro le sensazioni successivamente raccontate. Comunque questo segnale era organizzato in modo da fornire una percezione appartenente alla categoria del potenzialmente percettibile. Anche questo è un punto di massima importanza. Chiunque sia l’artefice delle Abductions, per avanzato che sia sul piano scientifico, si confronta ugualmente con dei limiti tecnici. La necessità di creare un ricordo veicolante, di inserirvi un segnale subliminale, di trasmetterlo in modo da lasciare comunque una traccia nell’individuo, indicano un lavoro che appartiene tipicamente ad esseri viventi.
Non sappiamo con chi abbiamo a che fare, riteniamo che si tratti di creature intelligenti extraterrestri altamente progredite, ma certamente non si tratta di entità spiritiche, semidivine o Divine, le quali non avrebbero comunque bisogno di veicoli e di artefatti.

La psicofonia è un altro fenomeno paranormale oggetto di controversie. Il fenomeno risale all’esperienza del Dottor Konstantin Raudive, il quale negli anni 60 riuscì a scoprire per puro caso che un comune magnetofono lasciato in assetto di registrazione in ambienti totalmente silenziosi ed isolati dai riverberi acustici esterni, registrava una serie di suoni e voci. Il fenomeno si sviluppò ulteriormente quando molti radioamatori riuscirono a sintonizzarsi su frequenze normalmente silenti. In pochi anni venne raccolto un ampio bagaglio di comunicazioni da parte di sedicenti entità spiritiche appartenenti ad individui deceduti. Non è questa la sede per valutare il significato di un fenomeno che davvero appartiene al mondo della spiritualità e del misticismo, tuttavia fra i messaggi raccolti ve ne sono alcuni che potrebbero fornire altri ragguagli alla tesi base di questo lavoro. In pratica alcune voci sostenevano l’impossibilità effettiva per entità incorporee a creare un suono, in assenza di organi vocali. In queste condizioni le entità facevano veicolare il loro pensiero da onde radio e le modificavano, fino ad ottenere un messaggio intelligibile. Per questo motivo era possibile ascoltare i messaggi attraverso magnetofoni e apparecchi radio, strutture in grado di convertire in segnali acustici le onde elettromagnetiche di cui le presunte entità si servivano come veicolo. L’intera questione è un mistero, ma ci troviamo ancora di fronte ad un aspetto comune ai messaggi in Abduction: segnali non percettibili vengono veicolati attraverso onde radio, fino a divenire percettibili ai sensi umani. Sarebbe a questo punto di estremo interesse riesaminare le registrazioni rese in psicofonia e cercarvi eventuali messaggi subliminali.

Se la psicofonia può essere considerata un fenomeno a parte, la fenomenologia delle percezioni extrasensoriali e dei viaggi extracorporei ci pone di fronte alla possibilità che creature aliene stiano trasmettendo segnali in codice agli esseri umani da un tempo ben più lontano rispetto alla data ufficiale della prima abduction. Siamo di fronte alla possibilità che esseri non terrestri stiano portando avanti un programma di interferenza sull’Uomo a lunghissima scadenza, nascosto in una catena di eventi che solo a partire dagli anni 60 hanno preso corpo come fenomeno di matrice extraterrestre, uscendo dal campo della magia.
Al di là di tutte le interpretazioni proposte, dobbiamo ammettere di non conoscere il vero senso di questa messa in atto, ma dobbiamo anche chiederci se alcuni sviluppi della nostra tecnologia non siano frutto di suggerimenti occulti da parte di una o più specie aliene.
Per fare un esempio, anche la diffusione dei messaggi subliminali potrebbe non essere frutto di un pensiero UMANO nel senso pieno della parola. Creature estranee al nostro pianeta potrebbero star portando a termine un programma di induzione che avvicini l’Uomo gradualmente ai loro modi di essere e questo programma potrebbe essere antico non di anni e nemmeno di secoli, bensì di millenni.
Ma se le cose stanno davvero così, dobbiamo ammettere di non essere già da tempo individui con prerogative esclusive del nostro pianeta, piuttosto saremmo già infarciti nel nostro essere di contenuti extraterrestri, dettatici a nostra insaputa nel corso dei tempi. E la consapevolezza a cui ci stiamo avvicinando oggi, barcamenandoci fra un’ipotesi e l’altra, è frutto di un caso, oppure rappresenta il preludio all’esteriorizzazione dell’intero programma, destinato a culminare con un contatto palese?

 

Autore: Giuseppe Colaminè
Messo on line in data: Settembre 2001