APOLLONIO DI TIANA di G.R. Mead
Apollonio di Tiana, il filosofo riformatore di G.R. MEAD
Saggio introduttivo di Luca Valentini
Edizioni Stamperia del Valentino, Napoli, 2022, Collana “I Polifemi”, 250 pagine, Euro 20,00
www.stamperiadelvalentino.it
Nato a Tiana in Cappadocia nel 4 d.C., Apollonio arriva a noi come una figura mitica nell’ambito del neopitagorismo del I secolo dell’era volgare.
Tanto interesse suscitò negli ambienti occultistici tra l’800 e il ’900, tante anche le interpretazioni spurie o fantasiose. Apollonio di Tiana– Il Filosofo riformatore, opera di George Robert Stowe Mead, pur provenendo da quel mondo, presenta degli aspetti molto interessanti per una ricerca tradizionalmente e filologicamente sensata, verso la quale ci introduce la prefazione di Luca Valentini, tramite una disamina su Magia e Sapienza.
Questa edizione di Stamperia del Valentino è l’unica successiva a quella del 1926 a cura della casa editrice Fratelli Bocca di Torino, con la traduzione dell’Avv. G.B. Penne.
Inserito nella collana Polifemi, il libro, per una maggiore e proficua comprensione del testo, è introdotto da Valentini il quale spiega: “Apollonio è stato ricordato nei secoli grazie alla complessa, e non esente da arbitrarie interpretazioni, biografia scritta da Filostrato, sembra su indicazione dell’imperatrice Giulia Domna, figlia del gran sacerdote ad Emesa della divinità solare siriaca El-Gabal, seconda moglie di Settimio Severo.
In questa sede è riproposta l’opera che gli fu dedicata da un importante commentatore del ’900 degli studi classici, George Robert Stowe Mead (1863-1933, Londra) traduttore inglese e membro importante della Società Teosofica, in cui sono declinati i rapporti del neopitagorismo con il pensiero greco, con quello indiano, con la tradizione egizia e magica, con gli imperatori di Roma e con la sensibilità giuridico-religiosa dell’Urbe”.
Uno stralcio del libro
Un altro esempio ancora delle lezioni che Apollonio ritraeva dagli ordinari incidenti della vita: un giorno ad Efeso, trovandosi in uno degli ombrosi viali che circondavano la città, Apollonio spiegava ai suoi uditori come si debba aiutarsi gli uni gli altri. Molti passeri stavano appollaiati sopra un albero vicino, immobili e silenziosi. D’improvviso comparve un altro passero che si mise a cinguettare come se il medesimo annunciasse qualche cosa; tutti allora si diedero a cinguettare e si slanciarono dietro di lui. I superstiziosi uditori di Apollonio colpiti dalla condotta di questi passeri, vi cercarono un presagio. Ma Apollonio continuò il suo sermone.
Egli spiegò che il passero venuto da prima solo, aveva invitato i suoi amici a un banchetto, in quanto un piccolo garzone, a causa d’una caduta in un sentiero vicino, aveva sparso del grano che portava dentro un recipiente. Questo garzone non ne aveva raccolta che una parte, poi se ne era andato. Il piccolo passero, avendo scorti questi grani sparsi, aveva immediatamente ricercati gli altri passeri per invitarli in certo qual modo a questo festino.
La folla corse a verificare il fatto e poi ritornò mandando grida di meraviglia e d’ammirazione, sicché Apollonio soggiunse: «Voi vedete come i passeri si soccorrono tra loro e come essi condividono volentieri i loro beni. Gli uomini invece non approvano questo, ma per contro se vedono taluno partecipare i propri beni ad altri, lo tacciano di stravagante, di prodigo oppure con altri nomi simili, e inoltre battezzano quali adulatori e parassiti coloro che accettano una tale partecipazione. In siffatta condizione di cose, che ci resterebbe dunque a fare, se non di rimanercene in casa nostra e, come i volatili, da ingrassarsi, ingozzarci all’ombra fino a crepapelle?» (Scheda dell’editore)