DONNE GUERRIERE di Jannine Davis Kimball

Donne guerriere. Le sciamane della Via della Seta di JEANNINE DAVIS-KIMBALL
Edizioni Venexia, Roma, 2009, 288 pagine, Euro 22,00
www.venexia.it

 

Nella nostra epoca, ovvero quella da molti definita “del risveglio”, le antiche prospettive di una storia spesso oscurata vanno man mano sgretolandosi per lasciare spazio ai fatti e agli eventi ristudiati alla luce di nuove scoperte. Come non apprezzare, quindi, quei libri che alzano il velo sulla formulazione dei valori fondanti della nostra società e portano alla luce pezzi di un passato sconosciuto, ma pur sempre vivo nella memoria dei tempi? Pensiamo a Il linguaggio della Dea di M. Gimbutas, pietra miliare dei nostri tempi per il recupero di una visione diversa della storia femminile, e a coloro che da questo esempio hanno desunto il coraggio di cercare. Tra questi, Jeannine Davis Kimball, archeologa americana che ha iniziato la sua attività quando era un po’ “in là con gli anni” e che forse, proprio per questo, ne ha fatto una vera e propria missione.

Il suo libro, Donne guerriere, è edito da Venexia Editrice e narra gli usi e costumi delle donne guerriere, mito che oggi, grazie ai rinvenimenti archeologici, va perdendo i suoi connotati di fantasia e diventa sempre più tangibile: un vero e proprio drappo della storia umana. Le protagoniste giungono dall’Età del Bronzo e hanno i corpi tatuati di simboli misteriosi, le cui tracce sono sparse in tutto il mondo. Da Oriente a Occidente, il libro guida il lettore attraverso le steppe, i mari e i campi sconfinati in cui il passato pulsa vivo nelle arterie della terra e aspetta soltanto di essere riesumato.

A dispetto del piacere che si prova leggendo il libro, le scoperte fatte dall’autrice sono state tutt’altro che “frutto di un percorso semplice o breve”: la Kimball vi è arrivata dopo un lungo giro di vita che l’ha condotta tra sentieri impervi e dolorosi, fin quando non è salpata alla volta del passato. Un passato da cui la figura della donna ha iniziato a emergere sotto una nuova luce: non più schiava di se stessa e di un mondo dominato dal maschile, ma incaricata di un ruolo di spicco che l’ha vista, se non leader, quanto meno figura significativa della sua collettività, in un interscambio di funzioni e compiti con gli esponenti del sesso opposto. A quei tempi e in quei luoghi, la donna viveva il pieno fulgore del suo essere complesso e articolato, fatto di luci e ombre e di una profondità tale che la rendeva non solo partecipe degli affari della società in cui viveva, ma co-responsabile assieme all’uomo dei principali eventi. Presso le tribù nomadi che da est si spostavano verso ovest alla ricerca di nuove forme di sostentamento, essa conciliava il suo aspetto di “custode del focolare” con un’abilità nel settore militare che non aveva nulla da invidiare a quella degli uomini, e l’archeologia lo conferma. Pensiamo alle guerriere sarmate e sauromate seppellite nei loro kurgan assieme a spade, pugnali, stivali e abiti degni del miglior soldato; oppure alla sacerdotessa-guerriera di Issyk, di cui la Kimball riporta una descrizione dettagliata.

Dotate di un potere ancor più importante, ovvero quello di presiedere alla vita religiosa e sacra delle tribù in cui vivevano, le guerriere sciamane giocavano un ruolo strategico nelle decisioni politiche ed economiche del loro gruppo e devono aver influenzato le sorti della loro storia. Alla luce dei reperti ritrovati, la Kimball riprende i miti e li illumina, li spiega e recupera il valore formativo che essi hanno avuto nell’elaborazione delle società moderne. Dalla donna-demone Lilith (figura presente tanto nella religiosità mesopotamica quanto in quella ebraica), in cui l’autrice rintraccia le prime forme di sovversione e autonomia femminile, si giunge alle regine guerriere irlandesi (come Macha, Deirdre e Medb) e fanciulle della morte, passando attraverso la storia delle Amazzoni, affascinanti eroine che sedussero e intimorirono gli autori dell’antica Grecia con la loro passione per i cavalli e per la guerra.

Sono dunque guerriere, sacerdotesse e dee le protagoniste di questo viaggio che attraversa l’intera Eurasia per raggiungere le isole britanniche e scendere sulle coste del Mediterraneo. Sono figure mitiche, archetipiche e reali al tempo stesso, che animarono le antiche vie della seta. Filo conduttore in Donne guerriere sono le loro voci e un simbolismo denso, fatto di immagini misteriose affascinanti e al tempo stesso grottesche (si vedano le sheela-na-gig) che, grazie alle scoperte archeologiche, hanno permesso agli studiosi di dissotterrare tra gli strati del tempo una storia diversa da quella che abbiamo imparato sui banchi di scuola, che l’opera massima della Gimbutas ha riscattato e che continua a svelarsi in tutto il suo splendore grazie al contributo di autori e studiosi, meritevoli di un’inversione di tendenza della storiografia maschile e misogina del passato (Recensione di Titti Fumagalli).

 

Jeannine Davis-Kimball, Ph.D. in Storia e Archeologia all’Università di Berkeley, California, è specialista in culture dell’Asia Centrale. Dopo una vita di studi e specializzazioni eclettiche, si è dedicata a tempo pieno all’archeologia e ha condotto importanti scavi e ricerche nel Kazakhstan, nelle steppe russe e in Mongolia. È autrice di testi di archeologia eurasiatica di grande interesse e dirige centri di studi archeologici negli USA.

 

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