TAROCCHI E ALCHIMIA (PRIMA PARTE) di Emanuela Cella Ferrari

Numerosi esoteristi sostengono che i tarocchi siano metafore dei processi di trasformazione dei metalli. A parer mio il rapporto tra gli Arcani Maggiori e l’alchimia spirituale è una corrispondenza essenziale.

 

1 – BAGATTO o l’alchimista. Questo arcano simboleggia l’inizio della Grande Opera; il giovane in piedi davanti al tavolo è l’allegoria degli esseri dotati d’intelligenza: il ternario zolfo, sale, Mercurio o, in altre parole: spirito, anima e corpo. L’alchimista possiede i quattro strumenti mistici che simboleggiano gli elementi della natura, il quaternario presente in essa. Nella mano sinistra ha una bacchetta, simbolo del fuoco, ed è diretta verso il cielo; sul tavolo vi sono il calice, simbolo dell’acqua, la spada, simbolo dell’aria, la moneta, simbolo della terra. Questi oggetti rappresentano le prove iniziatiche necessarie per raggiungere la conoscenza. Egli deve realizzare il dominio di sé, della propria vita. La fase della grande opera è la fase iniziale; al quaternario del Bagatto corrispondono le quattro parole iniziatiche: sapere. volere, osare, tacere. L’alchimista con tale fase giunge alla conoscenza spirituale di sé attraverso l’analisi dei quattro umori: linfatico, nervoso, bilioso e sanguigno. Dato che possiede una buona conoscenza, si avvicina al suo Tempio interiore e, colmo di un desiderio indomabile, attraversa la soglia e penetra all’interno dei misteri, pronto a tacere sul sapere che acquisisce.

 

2 – PAPESSA o la materia prima dei saggi. In questa lama si riflette la sostanza spirituale dell’essere umano, la sua essenza più pura che può essere realizzata attraverso opportuni procedimenti. Tale sostanza è composta da tre elementi: la Papessa, il sale e lo zolfo. La fase operativa è la seconda. Dei tre elementi la Papessa rappresenta lo Spirito, è seduta su un trono sostenuto da due colonne; queste simboleggiano il sale è la materia fisica, il corpo e lo zolfo è la materia eterea cioè l’Anima. Tale sostanza simboleggia l’individuo nella sua totalità di corpo, mente ed anima. La Papessa ha un libro aperto davanti a sé; in esso è scritto l’enigma che l’alchimista deve risolvere se desidera intraprendere la grande opera alchemica. E’ il libro dell’essere, la scienza dello spirito; quindi in esso sono scritti i vari metodi di elevazione spirituale. Attraverso la conoscenza, l’alchimista raggiunge il controllo di sé e delle proprie funzioni psicofisiche; può sollevare il velo del tempio e penetrare all’interno di esso, della propria anima, e può elevarsi ad una dimensione spirituale superiore.

 

3 – IMPERATRICE o Acqua Celeste. Elemento mistico: il Sale. La materia prima è formata da tre principi: il sale, il corpo, lo zolfo, l’anima, Mercurio, lo spirito. La parte del sale è in relazione con l’Acqua Celeste; essa è il principio della fecondazione simboleggiata dall’Imperatore. La sovrana ò l’Intelligenza Creatrice, le cui radici fanno parte della materia del cosmo; lei è la Madre di tutte le forme fisiche; è colei che genera le idee nuove e le immagini, è la guida spirituale che trasmette alla ragione dell’uomo la conoscenza degli archetipi della creazione, nel luogo dal quale hanno origine tutte le cose. La fase alchemica è la terza; il rito riguarda l’analisi dei desideri, comunica la memoria e la fantasia creatrice. L’Acqua Celeste viene definita come la realizzazione di un desiderio, dato che simboleggia la procreazione degli esseri e l’invenzione della forma; è un miracolo che coincide con il mistero stesso della vita. L’Imperatrice simboleggia la Madre, è la parte femminile di ogni azione; l’Imperatore è il Padre, la parte maschile; il vento è l’aquila, la parte creativa, che proviene dalla materia; la Terra è lo scettro, la componente materiale che si alimenta della materia. E’ ovvio che questa figura femminile sarebbe sterile senza l’intervento della parte maschile. L’alchimista, allora, sa vedere in ogni aspetto della vita propria ed altrui, gli elementi maschili e femminile, li riconosce e comprende che, unendosi uno all’altro danno vita ad un altro essere, il figlio, già esistente nel mondo degli archetipi.

 

4 – IMPERATORE o il Realizzatore. L’elemento mistico a lui associato è lo Zolfo dei Saggi. La componente sulfurea corrisponde all’Imperatore; il fuoco brucia a spese dello zolfo e arde all’interno di tutti gli esseri umani. La sua irradiazione permane per tutta la vita, traducendosi in calore vitale che si esaurisce quando lo zolfo si spegne al termine dell’esistenza. Lo Zolfo dei Saggi è il Realizzatore Universale, un principio fondamentale; è il fuoco che simboleggia la connessione con un’altra energia opposta acquatica e ricettiva. La fase operativa è la quarta; il rito riguarda la concentrazione razionale e comunica la creazione materiale. L’Imperatore, secondo elemento creativo, ha gli stessi simboli vitali dell’Imperatrice: l’aquila come parte creativa, lo scettro come parte intuitiva, la sua polarità è complementare a quella dell’Imperatrice. Infatti, mentre l’Imperatrice fornisce il corpo fisico nel quale la vita viene concepita, cresce e si alimenta, l’Imperatore simboleggia la parte fondamentale necessaria alla sua fecondazione e, sul piano materiale, è il sostentamento della vita generata.
Il quarto arcano simboleggia l’INTELLIGENZA RAZIONALE; è il Padre, il generatore di tutto ciò che è tangibile; è la guida materiale che trasmette alla ragione la capacità di trasformare gli archetipi in forme visibili. Ma anch’egli sarebbe sterile se non vi fosse l’intervento dell’Imperatrice, la regina delle idee; ciò significa che senza l’immaginazione la creazione non è possibile. Anche questa conoscenza si rivela utile all’alchimista perché gli permette di raggiungere la piena consapevolezza delle sue azioni; vi è però il pericolo di una forma di egoismo che conduce ad un attaccamento alle cose prodotte, come se queste fossero parte integranti di se stessi. Questo legame deve essere superato poiché, in tal modo, potrà cadere il velo che nasconde l’entrata del Tempio e quindi sarà possibile entrare nella notte interiore nella quale lo Spirito potrà evolversi ed entrare in comunione con il cosmo.

 

5 – PAPA o il Grande Animatore. Questa lama rappresenta il Mercurio dei Saggi, è la parte materiale dell’essere e la sua dimensione spirituale. Questo elemento è definito il “grande animatore” poiché, grazie a lui, l’alchimista può porsi in cammino su uno dei due sentieri della grande opera. Parliamo del fluido universale che penetra tutte le cose integrando e purificando sia le azioni dello zolfo, di cui alimenta la fiamma, sia le azioni del sale di cui mantiene ed alimenta la solidità. Tale elemento è in grado di porre in relazione tra loro i diversi livelli dell’essere, corpo, mente e spirito, simboleggiati nella lama dai tre livelli della tiara. Per raggiungere questo obiettivo l’alchimista deve raggiungere in sé l’armonia tra il Sole e la Luna, la parte maschile e la femminile della propria personalità, simboleggiate dalle due figure ai piedi del Papa. La fase operativa è la quinta; il rito riguarda l’analisi delle forze opposte e comunica l’armonia interiore.

 

6 – INNAMORATO o l’iniziato al bivio. L’elemento mistico associato è la tintura dei metalli. Questa lama simboleggia la scelta volontaria e la capacità personale di decidere; a livello alchemico è la mente in conflitto tra ragione e sentimento. Il percorso che conduce all’evoluzione è diviso in due sentieri: la via secca o razionale, la via umida o intuitiva. Dobbiamo ricordare che la pietra filosofale, l’oro dei saggi, si ottiene sia coltivando la scienza, sia nutrendosi delle fede. In entrambe le situazioni è necessario essere puri e sinceri nelle proprie intenzioni, rifiutare le passioni e accettare la verità come fonte di conoscenza universale, che però non tutti possono comprendere. La freccia di Cupido è l’emblema del desiderio e permette al Mercurio dei Saggi di agire a livello intellettuale, durante la meditazione e la preghiera. Non si tratta quindi di un desiderio di cose materiali o dettato dalle passioni, bensì di un obiettivo d’evoluzione già presente nella persona. Influendo sulla parte solare e su quella lunare dell’individuo Mercurio si trasforma in una tintura che, agendo sulle varie componenti del carattere, mostra il cammino da seguire; può accendersi o evaporare indicando nel primo caso la via secca, nel secondo, la via umida. Tale esperienza è diversa per ogni persona; per alcuni si verifica un gradevole calore interiore ed una forma di eccitazione tranquilla, per altri significa vivere una sensazione di torpore sereno e contemplazione attiva. In ogni caso tali sensazioni sono accompagnate da visualizzazioni di determinati colori come azzurro, verde o blu per l’acqua; rosso o marrone per il fuoco. Dopo ciò ha inizio il percorso del saggio.

 

7 – CARRO o il veicolo alchemico. Questa lama è l’emblema dell’Anima Intellettuale; in termini alchemici è l’antimonio che corrisponde al corpo astrale. E’ un’entità distinta ma non è per nulla separata dal corpo fisico è unita ad esso tramite un filo d’argento. L’antimonio sintetizza tra loro i principi sui quali si fonde la personalità umana: identità, energia ed affetto. Il comportamento dell’essere umano si basa su questi tre principi di fondo; infatti le scelte personali, anche se appaiono razionali, sono dettate in genere da motivi istintivi ed inconsci. L’atteggiamento dell’alchimista è ben diverso; egli è attivo, dirige e guida l’antimonio come se fosse un carro; in realtà egli controlla l’Anima intellettuale cercando di mantenersi sul sentiero indicato dalla freccia del Mercurio dei Saggi. Il cammino iniziato deve essere seguito in modo scrupoloso senza deviazioni, né dubbi o scorciatoie; tali errori possono essere fatali poiché conducono alla perdita dell’orientamento interiore. E’ quindi necessario raggiungere una forma di equilibrio tra le forze opposte della personalità; realizzare una forma di armonia tra la razionalità e la fantasia e, in un secondo momento, il raggiungimento del dominio della libido, il controllo delle passioni, quindi la consapevolezza delle reazioni istintive. Tali forze interiori sono l’esito del lavoro dell’alchimista che ha raggiunto la purezza interiore grazie all’azione dell’antimonio; il moto di questo elemento è rappresentato dai due cavalli; essi si equilibrano tra loro, si armonizzano e lo conducono ai livelli più elevati della conoscenza, seguendo il sentiero indicato dal bastone pastorale del Papa. La fase operativa è la settima; il rito riguarda il controllo delle passioni, trasmette il successo materiale e l’evoluzione interiore.

 

8 – GIUSTIZIA ovvero la legge dell’equilibrio interiore. Elementi mistici associati alla lama: unione di zolfo, sale e Mercurio. La fase operativa è l’ottava; il rito riguarda l’esame di coscienza e l’auto-assoluzione, comunica il superamento dei blocchi psicologici. Il Signore dell’antimonio prosegue il suo cammino appena iniziato, si trova ad esplorare nuovi sentieri, a vivere esperienze che ricordano quanto ha sperimentato nella dimensione materiale; questo suo percorso interiore è predestinato e lo conduce attraverso una serie di tappe rappresentate dalle sfere dell’Albero della Vita. In ognuna egli viene sottoposto ad un giudizio; questa azione è rappresentata dalla figura della lama il cui fine è quello di pesare le azioni degli esseri umani, le loro intenzioni, quindi di giudicarle e se necessario punirle. La sua bilancia è l’emblema dell’equilibrio psichico, mentre la sua spada è l’allegoria del dolore provocato dagli errori commessi in passato. Le due colonne presenti nella carta sono l’immagine dei pilastri dell’Albero della Vita; la colonna della Severità e quella della Misericordia; esse riguardano sia il corpo che l’anima, quindi il giudizio dell’arcano interessa entrambe le dimensioni dell’essere. In sintesi il conduttore del Carro supera i propri blocchi interiori, crea in sé stesso un nuovo equilibrio che lo conduce alla scoperta dell’unica grande verità suprema.

 

9 – EREMITA o il mantello del saggio. L’elemento mistico è il piombo. La fase operativa è la nona; il rito riguarda la solitudine e l’isolamento, trasmette l’eliminazione delle scorie e la ricarica interiore. Questa lama è l’allegoria di colui che ha compreso gli insegnamenti dei maestri, li ha interiorizzati e si è arricchito interiormente con la propria esperienza spirituale; egli è l’Iniziato che manipola sé stesso per potersi evolvere. In genere egli ha con sé un alambicco nel quale vi è il piombo; esso simboleggia gli elementi grezzi, li scioglie sublimandosi, elimina le scorie e purifica lo spirito. Il suo mantello è l’allegoria del segreto iniziatico che egli deve mantenere per potersi evolvere; il bastone dei sette nodi mistici è indice della sua prudenza, mentre la lanterna è l’immagine della luce interiore della sua intelligenza; essa gli trasmette la capacità di mantenere il controllo delle sue esperienze e lo aiuta nel dirigere i propri passi nella direzione scelta. Ma il suo mantello è anche l’emblema del suo rifugio interiore all’interno del quale egli medita e prega preparando eventi spirituali che lo allontanano dalla realtà. In questo suo antro spirituale l’iniziato si isola, si chiude in sé stesso, immergendosi in pensieri spirituali che lo pongono in contatto con la verità. In tal modo egli fa tesoro delle energie spirituali che ha accumulate con fatica, esse gli trasmettono un potere carismatico e sono per lui la luce interiore che lo illuminerà nel suo percorso. Tale luce spirituale si rifletterà sulla gente che incontrerà attrarrà gli umili trasformandoli ed allontanerà coloro che non sono ancora in grado di comprendere.

 

10 – RUOTA DELLA FORTUNA o la genesi eterna. L’elemento mistico è l’azoth dei saggi. La fase operativa è la decima; il rito trasmette la consapevolezza del tempo. Questa lama è collegata all’azoth una sostanza sottile che, secondo gli alchimisti, penetra le cose e gli eventi per stimolare, conservare, rianimare il movimento dell’esistenza. L’Azoth è il fluido veicolo dell’intelligenza che entra in contatto con le correnti di energia spirituale che salgono e scendono, ed è simboleggiato dai due animali ai lati della ruota, essi sono anche l’immagine dei cicli periodici. Nel mondo della materia tale sostanza è il Tempo rappresentato dalla sfinge alata sopra la ruota. L’iniziato non agisce nel mondo della materia ma non si disinteressa alla vita terrena; è consapevole che essa è il riflesso della vita spirituale ed è la dimensione in cui egli vive e che gli è utile per purificare lo spirito e raggiungere il regno superiore. Per tale motivo egli utilizza l’azoth terreno per potersi proiettare nel mondo spirituale. E’ pienamente consapevole delle forze superiori che agiscono poco alla volta nel tempo e nello spazio, della loro alternanza nei cicli cosmici; egli sa aspettare che la sostanza spirituale sia matura quindi agisce.

 

11 – FORZA o la vera energia interiore. L’elemento mistico è il Fuoco Acquoso; la fase è l’undicesima; il rito riguarda la purificazione degli istinti e trasmette l’accumulo di energie. La giovane presente nella lama è il simbolo della forza vitale che anima l’essere umano fin dalla sua nascita; con il trascorrere del tempo essa si sviluppa e si evolve obbedendo solo agli istinti primari. Tale sostanza è chiamata dagli alchimisti Fuoco Acquoso poiché possiede la medesima capacità di adattamento dell’acqua; segue il percorso dei nervi e delle vene all’interno del corpo dell’uomo; ma deve essere purificata perché altrimenti produce effetti nocivi sia nel corpo che nella psiche. L’uomo comune non è in grado di dominare tale sostanza; l’adepto invece è in grado di controllare il Fuoco Acquoso. Egli infatti estrae il calore dal suo interno senza spegnere il fuoco presente in essa; quindi compie determinati esercizi fisici come la respirazione controllata, emissione di vocali aperte, fa vibrare l’intero corpo ed elimina le scorie del fuoco; con tale processo egli accumula in sé energia purificata. Egli possiede in tal modo una riserva interiore d’energia pura, quindi è in grado di affrontare gli ostacoli della vita con nuove forze interiori.

 

Autore: Emanuela Cella Ferrari
Messo on line in data: Luglio 2009