I TAROCCHI MOTIVAZIONALI (QUINDICESIMA PARTE) di Carlo De Rossi
Il Diavolo
Mai ti è dato un desiderio senza che
ti sia dato anche il potere di realizzarlo (Richard Bach)
Il quindicesimo Arcano induce un senso di disagio, associato al dolore e alla negatività, data la connotazione ‘maligna’ dei suoi tratti. Prescindendo dalle rappresentazione antiche e moderne, e considerandolo sia in senso strettamente religioso che in un simbolismo più laico, il Diavolo mantiene il suo ruolo di forza superiore che blocca e separa.
E’ l’arcano della schiavitù, delle catene che vanno spezzate con con decisione e volontà. Rappresenta le nostre pulsioni più basse, immorali, le tendenze individualiste, le ombre che dominano azioni e pensieri. E’ una lama fortemente evolutiva: chiede l’integrazione tra impulso e ragione, evitando un egoistico appagamento dei sensi che potrebbe sfociare nella manipolazione e nella sopraffazione. La carta ci parla inequivocabilmente di dipendenza: dipendenza affettiva, economica, sessuale.
Quali sono le mie capacità creative? Come vivo la sessualità? Come esercito il mio potere personale? A chi o a che cosa sono legato? La dipendenza nelle relazioni è subita o provocata? Quali sono le mie passioni? Che cosa mi tenta? Che cosa mi fa paura? Ecco il primo step del rispecchiamento. E’ necessario partire da queste domande per comprendere il rapporto che lega il consultante all’Arcano. Nell’estrazione semplice, il significato di dominio si accompagna ad un assoggettamento dei sensi, ad una schiavitù al servizio di un appagamento immediato. Ne’ La via dei Tarocchi, Jodorowsky fa dire al Diavolo:
“Sono Lucifero, colui che porta la torcia. Il regalo
eccelso che faccio all’ umanità è l’ assoluta mancanza di morale. Nulla
mi può limitare. Ho trasgredito tutte le leggi: brucio le Costruzioni e
i libri sacri. Nessuna religione può contenermi. Distruggo qualsiasi
teoria, faccio esplodere tutti i dogmi.
Nel fondo del fondo del fondo, nessuno abita più in fondo di me. Sono
l’ origine di tutti gli abissi. Sono colui che dà vita alle oscure
grotte, colui che conosce il centro intorno al quale ruotano tutte le
densità. Sono la viscosità di tutto ciò che tenta invano di essere
formale. La suprema forza del magma. Il fetore che denuncia l’
ipocrisia dei profumi. La carogna madre di ogni fiore. Il corruttore
degli spiriti vanitosi che si rivoltano nella perfezione (…)”.
Il “corruttore degli spiriti vanitosi” rappresenta quindi un valido consigliere che suggerisce di integrare la parte di noi che non accettiamo, offrendoci l’occasione di portare alla coscienza ciò che teniamo nascosto, dai desideri alle paure, in un percorso di liberazione dai condizionamenti. E’ una potente carta iniziatica, un passaggio importante per la guarigione emozionale, dal momento che ogni espressione ‘demoniaca’ nasce da una mancata affermazione (sana) del Sé.
Decifrare il codice dell’anima alla ricerca del ‘Daimon’ – il divino – ci consente di comprendere il senso della nostra vita e con esso i compiti che siamo chiamati ad assolvere. Non è un percorso facile; il libero arbitrio proposto dal Diavolo ci mette di fronte ad una scelta difficile: creatività o sottomissione. La tentazione è mettere in atto un meccanismo di delega o di astensione, cioè le vere catene da cui liberarsi.
Autore: Carlo De Rossi
Messo on line in data: Dicembre 2022