SONETTI di Giorgio Gramolini

ALBA TRAGICA

Da un pozzo cupo di nerastri umori
Vago un chiarore all’orizzonte freme;
Danzano intorno ai grattacieli estreme
Frastagliate parvenze là di fuori.

E’ insano che tu cerchi quali untori
L’anima ti infettarono col seme
Di malanni crudeli, se ti preme
Un’ansia in cui non vivi e in cui non muori,

Tempo perverso di alchimisti pazzi!
T’è vano scandagliare terre e mari
O gettare nel cielo nuovi razzi.

Alba verrà che non vedranno i cari
Raggi del sole giardini e palazzi,
Ma di rovine muti reliquiari.

LA BESTIA

Pur se non ringhia o se non freme e tace
Nell’angolo riposto e tenebroso,
Temi la bestia che non ha riposo,
Temila tanto più quanto più giace.

Mira i suoi occhi chiusi ove la pace
Sembra cullare un sogno dilettoso,
Ma ricorda lo sguardo furioso
Con cui ti cercherà, occhi di brace.

Ella ha peli arruffati ed affilati
Artigli e zanne mentre con intento
Occhio ti mira protesa ed ansante.

Ma se la guardi nei tuoi disperati
Ultimi istanti, troverai sgomento
Qualche cosa di te nel suo sembiante.

UCCELLI
(da Hitchcock e Daphne Du Maurier)

E l’autunno portò gelidi venti
A spazzare gli scogli e le brughiere.
Le nostre vite spiavano intenti
Piccoli occhi sotto nubi nere.

Gli uccelli: come lugubri chimere
In lunghe bande ornavano silenti
I moli e i cavi e i tetti e le ringhiere,
Sempre più fitti, sempre più frementi.

E poi, la notte, tutto un aliare,
Un picchiettare contro vetri e porte
Nell’ululo del vento sopra il mare.

E nel frastuono sempre più alto e forte,
Muti spettri di un mondo che scompare,
Noi qui, rinchiusi, a attendere la morte.

PATTO COL DIAVOLO

“Verweile doch, du bist so schön!”
(Goethe, Faust)

Quanto vale quest’anima perduta,
Nera sentina d’ogni nefandezza,
Viva di una libidine incompiuta
Che al tutto anela e il limite disprezza?

Mi elargirai ogni sogno, ogni ricchezza,
Ogni esperienza nota e sconosciuta?
Sapienza e amore e, l’estrema tua ebbrezza,
Il Potere che l’uomo in dio tramuta?

Getta ogni unguento sopra le mai spente
Mie brame e il tuo risibile cervello
Nuovi escogiti inganni alla mia mente.

Chinerò il capo all’ultimo tuo appello
Ma mai, rivolto all’attimo fuggente,
Mi udrai gridare: “fermati, sei bello!”

L’ORA DEI COLTELLI

L’aiuola che ci fa tanto feroci,
Volgendom’io con li etterni Gemelli,
Tutta m’apparve da’ colli alle foci.
(Dante, Paradiso, XXI)

Arida è questa terra per colui
Che scuote il cupo desiderio, chiama
Possesso e distruzione e nella trama
Di vani sogni avvolge i giorni bui.

Perversi amori senza amore, cui
Presiede orgoglio e dismisura; brama
Di subiti guadagni che proclama
Il proprio istinto sul diritto altrui…

E’ l’ora dei coltelli, nelle case
Gli un contro gli altri fratelli e sorelle
Infieriscono con belluina cera.

Passan le nubi nella notte nera:
Forse qualcuno mira tra le stelle
Ciò che di nostra umanità rimase.

GUERRA DI MONDI

Forse domani scaveremo fondi
Rifugi a un’impossibile salvezza;
Custodiremo l’ultima ricchezza
Di millenni in cunicoli profondi.

Attendendo lo scoppio che sprofondi
Un mondo intero udiremo la brezza
Radioattiva che spira dall’altezza
Siderale ove albergano altri mondi.

Poi sarà il crollo: dai mostri volanti
Discenderanno a gruppi, a squadre, a schiere,
Illeggibili ai nostri occhi esitanti.

Non recheranno armi né bandiere
Ma, dopo, vagheremo come tanti
Frammenti nelle infinità più nere.

 

Autore: Giorgio Gramolini
Messo on line in data: Marzo-Settembre 2001