SPECIALE RENNES-LE-CHATEAU: UN MISTERO DA SVELARE di Mauro Vitali

Rennes-le-Chateau: un mistero da svelare

Basta semplicemente connettersi a internet, digitare il nome “Rennes-le-Chateau” su di un qualsiasi motore di ricerca e il gioco è fatto: compariranno pagine e pagine di siti interamente dedicati all’argomento, che ancora una volta si dimostra in grado di catalizzare l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo.
Nonostante fior di studiosi ed esperti tentino di minimizzare questa questione in più riprese, nuovi (pochi, purtroppo) apprezzabili spunti continuano a sorgere ponendo sul piatto della bilancia sempre più granitiche tesi, difficilmente obiettabili anche dai più convinti sostenitori della tesi dell’invenzione.
Letta la storia, svelate le foto inedite di alcuni siti dedicati, l’utente sognatore si immagina lungo il sentiero della ricerca, mentre interpreta la parte del protagonista in una storia romanzesca sulla falsariga del mitico “Indiana Jones”. Ma non è tutto qui: a centinaia di migliaia ogni anno intraprendono il viaggio per recarsi in quei luoghi, che sempre di più hanno assunto le caratteristiche di santuari mitizzati dai media, meta di peregrinazioni di massa ogni anno.

Complice la bellezza della zona, la dolcezza di questi paesaggi naturali, i curiosi del mistero si intrattengono volentieri anche per periodi di vacanza più o meno lunghi.
I residenti, dal canto loro, strappati alla mitezza ed alla tranquillità della regione da questa sorta d’invasione, sono finiti per rendersi attori interessati affinché il mistero resti in piedi.
Sorgono così alberghi, ristoranti con menù speciali (mitica l’Insalata Tresor Maudit, Hostellerie Rennes-le-Bains) e comitive di attori teatrali (semplici cittadini, in realtà), i quali si prodigano in comportamenti volti ad incentivare l’alone di mistero che regna in questi luoghi.

Nella foto a lato,
l’Autore davanti alla chiesa di Rennes Le Chateau

Ad aprile del 2002, a coronamento di un lunghissimo periodo di indagini personali sul Santo Graal, andai a Rennes-le-Chateau per delle ricerche. Forse perché mentalmente predisposto, fui accolto dalla vena pulsante del mistero, anche se ebbi comunque modo di constatare il devastante impatto del commercio turistico il quale, a detta del mio interlocutore, si era impadronito della zona ormai da qualche anno. Schiere di improvvisati ricercatori provenienti da tutta Europa affollavano i viottoli di Rennes-le-Chateau, a caccia del loro personale tesoro: passeggiando per le stradine ho avuto la sensazione di trovarmi nel posto giusto, ma al momento sbagliato.

Il motivo è presto spiegato.
L’interesse dei veri ricercatori è andato via via scemando: se da un lato mancano o scarseggiano nuovi spunti di ricerca, dall’altro si rileva un inesorabile regresso del consenso riservato agli scrittori dell’argomento.
Vi è un’indisposizione diffusa, da parte della critica, nel valutare nuovi scritti, e ciò è sicuramente imputabile alla tremenda diffusione delle notizie tramite internet, preferito, nella quasi totalità dei casi, alla pubblicazione su carta stampata.

Su internet ognuno può scrivere più o meno quello che vuole: le notizie sono totalmente fuori controllo e ogni supposizione è passata come fatto certo, con le conseguenze che ognuno di voi può immaginare.
Sia chiaro, non intendo sollevare una critica nei confronti della diffusione delle notizie tramite web, ma d’altro canto mi sento di poter affermare che almeno la metà delle notizie che leggiamo nelle centinaia di siti sull’argomento Rennes-le-Chateau non potrebbero essere pubblicate su dei libri.

Chi pubblica un libro (gli utenti e i gestori di questo sito sono sicuramente in grado di confermare) si sottopone a diversi giudizi, non per ultimo, se l’argomento è storico-religioso, quello relativo alla veridicità di quanto scrive. Questa situazione ha chiaramente danneggiato coloro i quali hanno intrapreso la strada della ricerca convinti di poter dare il loro contributo: nessuno risponde alle domande e nessuno incentiva nuove ricerche, sciogliendo i dubbi legati alla cronologia degli avvenimenti storici della regione, necessari per formulare delle ipotesi in base alle intuizioni che si possono avere. Parlo volentieri di intuizioni poiché, secondo il mio punto di vista, una volta esauriti i dettagli storici consultabili, l’unico mezzo per poter progredire nelle ricerche è l’intuito.

Nella foto sopra, particolare dell’ingresso della Chiesa

Torniamo alla storia: essa tratta di un parroco, Berenger Saunière, brillante ed eccentrico, relegato a servire messa in uno sperduto paesino di poche centinaia di anime, per placare il suo temperamento un po’ troppo insurrezionale.
Siamo alla fine del XIX secolo e ci troviamo in una zona abitata prevalentemente da contadini e piccoli artigiani: Rennes le Chateau non rappresenta certo il trampolino di lancio ideale per un giovane curato voglioso di carriera…
Ora, con un piccolo sforzo, i lettori possono immaginarsi come doveva essere la vita di questo parroco: la messa, le piccole faccende quotidiane, la pesca alla trota nei fiumi (splendidi!) della regione e tanta, tanta lettura. Un prete a quell’epoca guadagnava circa 75 franchi al mese e con quella cifra doveva “tirare a campare” contando più che altro sulla bontà dei suoi fedeli, che gli offrivano una stanza in affitto (a Rennes le Chateau non c’era una strada facilmente percorribile, si arrivava a piedi, circa quattro chilometri di salita da Couiza) e anche di che sfamarsi. Ciliegina sulla torta erano le precarie condizioni della Chiesa, vecchia di 800 anni, e di tutto il presbiterio comprendente il vecchio cimitero.

Nella foto, il Pilastro visigoto

Dai primi finanziamenti, arrivati più che altro per le abilità negoziali del curato, fino all’acquisto di tutti i terreni circostanti la Chiesa la strada è un tantino lunga… Fece costruire una torre medioevale, Tour Magdala, e una villa con tanto di giardini esotici, alberi di mango e pappagalli compresi!
A questo punto, la strada volge al misterioso…

Da un lato si può (???) giustificare un cotale esborso economico, valutando tutta una serie di ipotesi più o meno valide: il parroco fu accusato di traffico di Messe e processato (anche se fu difeso e scagionato). Ma perché nel costruirsi questo paradiso terrestre, si ha la sensazione che Saunière abbia voluto lasciare un messaggio? Perché tutti quei particolari misteriosi? Perché le statue e tutti quegli accenni esoterici?
Come mai troneggia all’ingresso della Chiesa la scritta “Questo luogo è terribile”?
Avrebbe mai potuto un semplice curato di campagna trovare un tesoro e riuscire a nasconderlo al mondo intero? Può avere ingannato tutto e tutti, finendo per trascinarsi il suo segreto nella tomba? Nessuno, a parte i soliti nomi, ha provato a formulare un’ipotesi concreta.


Nella foto, la tomba di Saunière

Camminando lungo le stradine del paese, sfiorando i muri e incrociando gli sguardi della gente che vi abita, si resta affascinati da una sorta di potere magnetico che invade la mente di domande e di dubbi: ci si sente sull’orlo di un grande vaso ricolmo di un tesoro, fatto probabilmente di conoscenza, che aspetta di essere scoperto da chi si azzarderà ad intraprendere la strada giusta.

Autore: Mauro Vitali
Messo on line in data: Luglio 2003
Apparato iconografico a cura dell’Autore.