ALLAN KARDEC di Rossana Tinelli

L’interesse per il tema specifico del “ dopo la morte “ è ed è stato il filo conduttore per l’indagine sui possibili indizi a sostegno dell’ipotesi di sopravvivenza dell’anima dopo la morte. Gli stessi fenomeni posti a base della parapsicologia starebbero (telepatia, chiaroveggenza e precognizione) ad indicare che la nostra psiche può occasionalmente muoversi in dimensioni spaziali e temporali inusuali e che dopo la morte, quando non esisteranno più le tensioni fisiche, potrà entrare a farne parte definitivamente.

Una teoria che sostiene tutto ciò è lo spiritismo. Il principio fondamentale di tale teoria consiste nell’affermazione che l’anima, sopravvissuta alla morte del corpo, è in grado di comunicare, di stabilire contatti con i viventi attraverso i “ medium “ (cioè persone dotate di particolari capacità, che fungono da strumenti di tali contatti). Nell’arco dei secoli troviamo documentati molti tentativi di evocare i trapassati, sia per averne notizie di carattere personale che per riceverne aiuto e consiglio. Nella Bibbia, dove però lo spiritismo viene condannato, vietando severamente di ricorrere a negromanti e indovini, il re Saul fa evocare dalla maga di Endor lo spirito del sacerdote Samuele per sapere quale sarà l’esito della battaglia nella quale perse poi la vita. Nell’Odissea Ulisse evoca nell’Ade l’ombra della madre, di Achille e di Agamennone. Andando ancora più indietro nel tempo nel poema sumero Gilgamesh (3000 a.C.) c’è una vera e propria evocazione fatta dal re di Ur per riavere il suo amico Enchidu e parlargli.
Nel Cinquecento, Seicento e Settecento si conoscevano molte tecniche per negromanti basate sull’evocazione dei defunti. I fatti che diedero inizio allo spiritismo moderno si collocano nella prima metà dell’Ottocento e dal medico statunitense J. Larkin: egli, magnetizzando una medium, riuscì a far manifestare tramite lei decine di presunte entità, le quali fornirono notizie biografiche che sia il medico che la medium ignoravano e che risultarono esatte.

Il fatto che nel 1848 segnò l’inizio della ricerca nel campo del paranormale e quindi dello stesso spiritismo è legato al caso delle sorelle Fox, che riuscirono a stabilire un contatto di tipo tiptologico (cioè battendo dei colpi) con entità che da tempo infestavano la loro casa, portando alla luce un delitto che fino ad allora era rimasto ignorato. Il fatto suscitò un enorme scalpore in quanto con un mezzo paranormale era stato possibile individuare una situazione realmente accaduta e ciò scatenò una vera e propria passione per i contatti con l’aldilà. Il sistema dei colpi inventato dalle sorelle Fox fu sempre più perfezionato e la moda delle sedute medianiche e dei tavoli ruotanti passò rapidamente dell’America (le Fox erano dello Stato di New York) in Europa. Proliferarono un’infinità di medium, che si dicevano capaci di produrre tutta una fenomenologia propria delle sedute e trasmettevano anche messaggi che sembravano provenire dal mondo ultraterreno.

La corrente dello spiritismo nacque così in questo clima anche a opera di Allan Kardec, che ne è considerato il codificatore, colui che diede cioè al fenomeno della medianità una disciplina organica: non tanto ai fenomeni spiritici, quanto agli insegnamenti spiritici, creando un vero e proprio corpo filosofico-religioso che ha avuto un notevole peso nella cultura del suo tempo e in quella attuale. A oltre un secolo dalla sua morte, le sue opere continuano ad essere pubblicate e in certi paesi (per esempio il Brasile) lo spiritismo di impostazione kardechiana è una vera e propria religione.

Hippolite Leon Rivall (è questo il vero nome di Allan Kardec) nacque a Lione nel 1804 da una famiglia di avvocati e magistrati. Studiò scienze e filosofia in Svizzera. Tornato in Francia si dedicò all’insegnamento delle molte materie che conosceva: matematica, astronomia, chimica, fisica, fisiologia, lingue straniere, scrisse testi divulgativi di pedagogian dimostrandosi un uomo prudente ed estremamente riflessivo. Quando in Francia si cominciò a divulgare il movimento spiritico vi rivolse la sua attenzione non tanto ai fenomeni come quello del tavolino che si alzava e batteva, quanto a ciò che significavano quei battiti; lo affascinava l’idea che con quel mezzo potesse veramente crearsi un contatto tra i vivi e i defunti. Rivall cominciò a sperimentare direttamente con il sistema tiptologico e la sua presenza nelle sedute dava regolarmente alle manifestazioni dei contenuti che vertevano su temi etici e filosofici, su speculazioni religiose escatologiche.

Ma Rivall esitava ad aderire completamente al credo spiritico, ci volle un appello personale della entità per convincerlo: le entità gli parlarono di fatti che solo lui poteva sapere e gli parlarono di una sua precedente incarnazione in Bretagna col nome di Allan Kardec. Il suo compito, gli rivelarono le entità, era contribuire alla diffusione degli insegnamenti (eticamente molto elevati e in grado di unire l’umanità e farla crescere spiritualmente) che le stesse entità nel tempo avrebbero trasmesso. Rivall aderì totalmente a questa visione e adottò da quel momento lo pseudonimo di Allan Kardec.

Si mise all’opera e, insieme a un gruppo medianico di cui facevano parte personalità quali il letterato Victorien Sardou, l’editore Dider, il giovane Camille Flammarion, che doveva diventare un celeberrimo astronomo, scrisse Il libro degli spiriti, cinquecento pagine di domande e risposte con le entità a proposito dei maggiori problemi che da sempre l’uomo si pone. Il libro, apparso nel 1857, ebbe un successo incredibile, con numerose edizioni e traduzioni. Sempre utilizzando le rivelazioni degli spiriti pubblicò altri libri (tra cui ricordiamo Il libro dei medium, Il vangelo secondo gli spiriti, Il mondo degli spiriti, La possessione) che contenevano alcuni aspetti che gli stavano molto a cuore: oltre quello religioso, anche quello morale, scientifico, sociale e persino artistico.

Ci sono nella dottrina spirituale molti elementi a sostegno di ogni tipo di fede religiosa: ad esempio, la credenza in un Dio giusto ed eterno, l’esistenza dell’anima, la sopravvivenza alla morte, il libero arbitrio che consente di operare per il bene o per il male. Dio, immutabile onnipotente ed eterno, che ha creato l’universo, e gli esseri materiali e immateriali che in esso vivono. Gli spiriti, gli esseri immateriali, sono divisi in diverse gerarchie secondo il loro livello di potenza, nobiltà, intelligenza: i più alti sono vicini a Dio e quindi i più esposti alle conoscenze delle verità eterne; i meno evoluti sono ovviamente più lontani da Dio e hanno di mira esigenze egoistiche e individuali fino a compiere il male lottando con Dio stesso. La legge della reincarnazione e del karma regola ogni cosa e muove l’universo e i singoli destini con infinita sapienza e giustizia in un processo che alla fine è sempre in salita, le apparenti soste e regressioni hanno sempre uno scopo e finiscono per condurre anche esse sempre più in alto. Infatti ceri spiriti evoluti che non avrebbero più necessità di incarnarsi scelgono di farlo per aiutare l’umanità: ecco allora le grandi figure di iniziati, mistici e santi.

L’uomo è costituito, in base alle teorie di Kardec, da tre principi: corpo materiale, anima e perispirito, un elemento intermedio che funge da tramite tra corpo e anima ed è proprio questo che dopo la morte continua a esistere assieme all’anima immortale e può in certe circostanze rendersi percepibile. Il perispirito è una componente immateriale che scompare prima della successiva incarnazione. Tra gli uomini e gli spiriti esiste un costante contatto: gli spiriti buoni cercano di spingere al bene, quelli involuti al male. Le dottrine di Kardec si riagganciano alle filosofie orientali e negano invece la divinità di Gesù Cristo, che viene considerato soltanto un grande spirito come Buddha, Maometto, ecc. Anche l’esistenza del Purgatorio e dell’Inferno è da lui negata. Tutto ciò ha generato problemi con gli ambienti cattolici che intendono tutto ciò in maniera dogmatica. Quindi lo spiritismo ammette l’evocazione dei defunti, anzi la sollecita e la consiglia, considera questa come una specie di arte “regia“ che si avvicina alla perfezione e ci fa avere suggerimenti che dovrebbero condurci a una maggiore statura spirituale.

Una cosa è certa questa dottrina ha esercitato un profondo influsso sia in Europa sia nelle due Americhe, contribuendo al dibattito secolare sull’esistenza dell’aldilà. Carl Gustav Jung, che nutrì sempre un profondo interesse per i fenomeni paranormali, scrisse pochi anni prima di morire:

La vecchiaia sarebbe insopportabile se non sapessimo che la nostra anima appartiene a una sfera che non è legata né al cambiamento temporale né alle limitazioni spaziali. In quella forma di esistenza la nostra nascita è una morte e la nostra morte una nascita“.

 

Autore: Rossana Tinelli
Messo on line in data: Maggio 2008