CHARLES HOY FORT di Devon Scott

Il profeta dell’impossibile

Charles Hoy Fort, prima di diventare il “profeta dell’impossibile”, era un giornalista senza grande successo e senza soldi.
Nato nel 1874 ad Albany (nello stato di New York), figlio di un droghiere, si sposò a ventidue anni con l’unica donna da lui amata in tutta la vita, Anne Filan, che sopportò senza lamenti anni di miseria e privazioni, lo curò quando divenne cieco e gli fu accanto fino alla morte, avvenuta nel 1932.

Molto miope, grassoccio, tranquillo e un po’ misantropo, collezionare era il suo passatempo preferito, dai più “normali” francobolli ai minerali ed agli insetti, che raccoglieva durante i suoi brevi viaggi, ed ai piccoli animali, come uccelli e roditori, che catturava e imbalsamava personalmente.
La sua vita cambiò di colpo nel 1916, quando ricevette un’eredità; la vendita dell’azienda paterna non gli rese cifre astronomiche, ma gli procurò una rendita sufficiente a risolvere tutti i suoi problemi economici ed a permettergli di dedicarsi a tempo pieno alla sua grande passione: la raccolta di notizie strane, insolite, curiose e spesso inverosimili, pubblicate dai giornali e dalle riviste di tutto il mondo.
Nella sua modesta casa nel Bronx egli, armato di occhialini dalle lenti spesse e di una visiera verde, tipica dei tipografi dell’epoca, analizzava, classificava e ordinava cumuli di notizie.

In poco tempo il suo archivio divenne sterminato ed egli decise di pubblicare parte di queste notizie in un libro: Il libro dei dannati.
Non si pensi a notizie su fatti diabolici: per Fort, erano “dannati“, cioè esclusi dalla scienza, tutti i fatti che non avevano una spiegazione logica. Nell’opera sono elencati, con uno stile spesso
telegrafico, talvolta semi-incomprensibile, eventi apparentemente assurdi: inquietanti piogge di fiori, animali (tra cui rane, pesci e uccelli morti), minerali, vetro, sangue, pezzi di carne di manzo, grandine esplosiva, ghiaccio, pietre ed altre sostanze; apparizioni di oggetti luminosi in cielo, che si muovevano velocissimi e con strane rotte (da notare che allora non si era assuefatti agli UFO); schiere di corpi luminosi, identificati come “Angeli” dai testimoni; scomparsa di persone riapparse dopo pochi istanti a grandi distanze; segnalazioni di uomini bruciati vivi senza che i loro vestiti si rovinassero; ritrovamento di materiali ed oggetti che, in teoria, non sembravano appartenere alla realtà terrestre.

Fort è stato paragonato a Edgar Allan Poe, non per lo stile di scrittura, che non è neppure lontanamente simile, ma per aver fatto, per la letteratura dell’incredibile, quello che Poe ha fatto per la moderna narrativa del mistero.
Jacques Bergier e Louis Pauwels scrissero di lui, nella loro celebre opera Il mattino dei maghi (Mondadori, Milano, 1963):

Aveva concepito una specie di tenerezza per quelle realtà incongruenti, scacciate dal campo della conoscenza e a cui egli dava asilo nel suo povero studio di un modesto quartiere di Bronx, a New York, e che accarezzava schedandole“.

Oggi Fort è considerato il fondatore dell’ufologia e della clipeologia (la casistica ufologica vista sotto il profilo della tradizione). Le sue idee furono riprese, sostenute e diffuse dalla Fortean Society, che pubblicava la rivista “Doubt” (dubbio), che già nel titolo esprimeva il suo programma.
Prendono il suo nome i cosiddetti “fenomeni fortiani”, cioè tutti quegli eventi inesplicabili che ancora oggi succedono in tutto il mondo.

Nota: Per chi fosse interessato all’argomento, ricordo che Il libro dei dannati è edito da Armenia (Milano, 2001).

Autore: Devon Scott
Messo on line in data: Marzo 2003