IL CINGHIALE CALIDONIO di Gaetano Dini

Mitologia dei Greci: il Cinghiale calidonio

Eneo, re di Calidone, città dell’Etolia, aveva sposato Altea.Altea però si unì con Ares (Marte) e partorì Meleagro, eroe dell’antica Grecia avendo infatti avuto un dio come genitore. Il suo padre terreno Eneo aveva dimenticato di includere Artemide nei suoi sacrifici agli Dei dell’Olimpo. Artemide, dea dei boschi e della caccia, amante della vita lontana dalla città, era furiosa per questo motivo contro il re. Inviò così nel territorio in cui Eneo governava un suo animale, un cinghiale gigantesco, il Cinghiale calidonio.

Questo cinghiale incominciò quindi a scorrazzare per la regione, mangiando le messi, i frutti, rovinando i campi e gettando in povertà il territorio. Eneo allora inviò araldi in tutta la Grecia invitando i migliori guerrieri a partecipare alla caccia all’animale. Molti risposero all’appello. Oltre al figlio di Eneo, Meleagro, ci furono Castore e Pollùce, Teseo, Giasone, tutti eroi greci che assieme a uomini di nobile schiatta andarono a formare il gruppo dei cacciatori. Ad essi si unì Atalanta dal piè veloce, una vergine figlia di un re dell’Arcadia.

Il padre di Atalanta, Iaso, voleva un maschio come figlio e così per la delusione espose Atalanta su un monte vicino la città di Calidone. Ma la figlia non morì, essendo stata allattata da un’orsa mandatale da Artemide. Atalanta crebbe così in un ambiente selvaggio, allevata da un gruppo di pastori, e portava sempre con sé le armi, come un uomo.
Il gruppo di cacciatori iniziò così la caccia.

Nell’immagine a lato,
la caccia al cinghiale calidonio. Oxford, Ashmolean Museum

Il cinghiale fu inseguito e snidato, ma fece alcune vittime tra i cacciatori. Atalanta riuscì a scoccare una freccia che ferì seriamente l’animale all’orecchio. Alla fine, dopo altre morti di cacciatori, Meleagro, esperto nel lancio del giavellotto, trafisse il cinghiale, finendolo poi con un colpo di lancia. Meleagro, invece di tenere la testa e la pelle dell’animale per sé, essendosi innamorato di Atalanta offrì a lei le spoglie dell’animale, dicendo che se le meritava, avendo fatto versare al cinghiale il primo sangue.
Ma gli altri cacciatori non erano d’accordo sulla scelta. Scoppiò allora una lita e Meleagro uccise entrambi i suoi zii materni.
Atalanta tornò quindi vincitrice dalla battuta di caccia e suo padre Iaso la riconobbe come figlia. Alla fine Atalanta, ridottasi a vivere in città, si rassegnò a sposarsi. Ma lei ed il marito recarono in seguito offesa a Zeus, che li trasformò in leoni aggiogandoli al carro di Cibele.

Questo è il mito. Questo invece è il suo significato sotteso.
Nei popoli indeuropei il Cinghiale rappresentava il potere dei Sacerdoti mentre l’Orso quello dei Guerrieri. Così era anche per i popoli Celti con i Druidi come classe sacerdotale e i Cavalieri come classe guerriera. Tipico a questo proposito è il binomio del ciclo bretone tra il druida Merlino e re Artù. L’Orso infatti in lingua celtica veniva chiamato Arth, da cui il nome Artù.

Anche nell’India antica esisteva il binomio Sacerdoti e Guerrieri, cioè i Brahmani e gli Kshatriya.
Il cinghiale in sanscrito era chiamato Varaha. La radice sanscrita Var era resa nelle altre lingue indeuropee con Baor e da qui il termine Borea designante la terra più a nord del mondo conosciuto, sede della tradizione primordiale per tutte le genti indeuropee. Borea quindi veniva intesa come il luogo più a settentrione, la Terra del Cinghiale.
Non a caso la Scozia, la terra più a nord del mondo antico conosciuto era chiamata Caledonia. 

Con lo scorrere del tempo il potere spirituale detenuto dai sacerdoti venne attaccato ed eroso dalla classe guerriera, che alla fine divenne dominante e quella sacerdotale subalterna a lei. La classe sacerdotale rappresentata allegoricamente dagli Dei dell’Olimpo, non è però disposta a perdere il proprio potere e manda contro i Guerrieri il suo animale totemico, il Cinghiale. Ma il Cinghiale calidonio viene ucciso, sancendo con la sua morte la conquista definitiva del potere da parte della classe dei Guerrieri.
Ed è ad Atalanta, che per prima aveva ferito il cinghiale, che vengono consegnate da Meleagro le spoglie dell’animale.
La tradizione racconta che Atalanta nei boschi era stata allattata da un’orsa, animale rappresentante la classe dei Guerrieri. Quindi chi più di Atalanta incarnava l’indole di questo animale?

Il nome Atalanta viene assimilato dagli studiosi a quello di Atlantide, civiltà sviluppatasi in un’epoca molto anteriore ai fatti greci narrati, collocata nell’Età del Bronzo del mito esiodeo e greco/romano, epoca questa risalente al X/IX millennio a.C.

Nell’immagine a lato,
Atalanta e Ippomene. Opera di Guido Reni (circa 1622). Napoli, Museo di Capodimonte

Questo significa che la rivalità tra classe sacerdotale e guerriera era iniziata già molti millenni prima dei fatti raccontati. Gli Eroi dell’antica Grecia vengono cronologicamente collocati nel XIII sec. a.C., in piena Età del Ferro del mito esiodeo e greco/romano. Si specifica che l’Età del Ferro è iniziata circa il 4.450 a.C.
E’ quindi all’epoca degli Eroi che la vittoria dei Guerrieri sulla classe sacerdotale diventa definitiva, con l’uccisione allegorica del Cinghiale calidonio.
Il litigio cruento sorto tra i cacciatori per l’assegnazione delle spoglie del cinghiale significa, sempre in chiave allegorica, che una volta conquistato il potere i membri della classe guerriera si combattono tra loro per detenerlo, per ascendere al soglio regale. I Guerrieri che vanno a sostituire nel potere i Sacerdoti non sono però all’inizio dei comuni mortali, bensì Eroi, cioè semidei con uno dei due genitori divino.

L’Eroe era un uomo che nella scala dello sviluppo temporale dell’umanità, portava in se ancora doti divine, non le aveva ancora perse, queste sfavillavano però in lui anche sinistramente in certe sue azioni. Poi col tempo gli Eroi si trasformarono fatalmente e definitivamente in uomini, senza più il contatto diretto col divino che poteva essere ripristinato unicamente con l’officiare riti religiosi corretti.
I Grandi Misteri greci, la Grande Conoscenza detenuta dai Sacerdoti viene così soppiantata dai Piccoli Misteri, la Piccola Conoscenza di cui erano detentori i Guerrieri, come tipo umano meno portati alla speculazione, alla conoscenza intellettiva pura e più portati all’azione.
La presa di potere da parte della classe guerriera a scapito di quella sacerdotale rappresenta quindi una caduta di livello spirituale a favore di una dimensione più materiale, profana, umana.

Quando in seguito nel mito Atalanta e il marito per punizione vengono trasformati da Zeus in leoni ed aggiogati al carro di Cibele, il passaggio dalla dimensione eroica a quella umana diventa inesorabilmente definitiva. L’Orso si trasforma infatti in Leone, animale che rappresenta una coscienza umana più limitata, meno sottile. Aggiogare i leoni al carro di Cibele dea fondatrice di città e degli ordinamenti civili significa che ormai i nuovi re appartenenti alla classe dei Guerrieri e che governavano le città, avevano perso le caratteristiche più nobili dell’Orso a favore di quelle del Leone animale più selvaggio e feroce. Si registra in questo modo una terza caduta di livello spirituale.
Dal Cinghiale, animale totemico sacerdotale, si passa infatti all’Orso, animale totemico dei Guerrieri, con successiva trasformazione di questo in Leone, animale rappresentante una dimensione umana meno nobile della precedente.

E speriamo che nella nostra epoca coloro che ci governano non siano andati incontro ad un’ulteriore caduta di livello interiore, trasformatisi senza che noi ce ne siamo accorti da leoni in iene!

Autore: Gaetano Dini
Messo on line in data: Giugno 2018

Bibliografia
Guénon René – Simboli della Scienza sacra,  Ed. Adelphi