COUNSELING DELL’OLTRE (PARTE PRIMA) di Aradia

Una nuova rubrica che si fa… in due!

Parte da questo numero una rubrica speciale dedicata al Counseling dell’Oltre. Abbinata a questa, e curata dalla stessa persona, inizia anche una rubrica parallela, dedicata alle Riflessioni sull’Oltre. Entrambe saranno interattive, con la partecipazione dei nostri lettori, che potranno parlare delle proprie esperienze in questi campi.
Aspettiamo le vostre mail!

 

Introduzione alla rubrica

Che cos’è? Alcuni se lo chiederanno, perché abbinare due parole come ”counseling” e “oltre” sembra strano considerate le differenti prerogative dei concetti ad esse associate. In realtà non sono così lontane e male assortite come si potrebbe pensare. Il Counseling dell’Oltre è in effetti un cammino che rende unite le competenze relative al sostegno alla persona che vive un disagio esistenziale tipiche del counseling e le competenze “altre” di chi da anni lavora con l’energia, è sensitiva e Reiki Master.
Così facendo l’essere umano viene osservato e sostenuto nella sua unicità e totalità, sia per quanto concerne il sostegno sul piano fisico- esistenziale, sia sul piano ultraterreno. Pertanto in questo tipo di sostegno nel cammino di un essere , ciò che spesso viene considerato argomento da trattare “a parte” o del tutto escluso e lasciato inosservato, viene invece serenamente integrato nel percorso evolutivo.

Il Counseling dell’Oltre connette in tal senso visibile ed invisibile, noto e ignoto, luce ed ombra.
Nasce dall’idea di fondere la conoscenza terrena ed ultraterrena, partendo da un cammino profondo e a volte difficoltoso, di auto-conoscenza, per illuminare ogni aspetto di sé, ogni angolo secretato, ogni luogo interiore lasciato silenzioso a cui invece è necessario dare voce, per verificare ogni paura, ogni insegnamento appreso anche e soprattutto in relazione alla “morte”, per poi procedere “Oltre”; oltre i confini dell’umano e riconoscere finalmente l’Essere di Luce che ognuno è e com-prendere che c’è molto molto altro oltre il visibile.

Superare la barriera dell’ovvio e della superficie per sconfinare in quello che appartiene ad ognuno; il potere interiore. La volontà di svelare i lati occulti di noi stessi a noi stessi e prendere definitivamente contatto sia con le potenzialità umane di cui disponiamo sia con il potenziale ultraterreno che fa parte della nostra anima da sempre. Poiché siamo Uno nel Tutto così come l’opposto, ma per ricordarlo è necessario riconoscere la differenza tra “sentito” e “pensato”.
Ecco che magicamente, due parole “counseling” e “oltre” che sembravano tanto distanti, poiché la prima legata al mondo materiale mentre la seconda ne supera i confini, nel Counseling dell’Oltre si trasformano in un abbraccio di luce che accompagna gli Esseri verso la loro meta. E non soltanto gli Esseri umani ma anche gli esseri disincarnati. Ma questo sarà oggetto di un altro articolo!

 

I Fenomeni: “A me è capitato qualcosa di inspiegabile…

Ogni buon inizio necessita di uno specchio.
Ma non intendo uno specchio reale quanto piuttosto di uno specchio interiore, che rifletta al nostro esterno ciò che avviene all’interno affinché noi possiamo prenderne atto. Ecco perché nasce questo spazio che, seppure virtuale, darà possibilità alle persone che si sentiranno pronte di parlare di ciò che il loro specchio riflette senza paura di essere giudicate.
E visto che io mi sento pronta a condividere con voi e vista la vicinanza ad Halloween, inizio con un’esperienza a me cara che ho vissuto personalmente.

Da bambina vedevo intorno a me delle “mani”.
Non erano paurose, ma le vedevo. Inoltre non mi sentivo mai sola anche quando lo ero. Vedevo e sentivo cose non sempre piacevoli, che però “gli altri” non vedevano né sentivano. Crescendo, poiché l’aggettivo più frequente utilizzato nei miei confronti era ”strana” se non matta, ho fatto molta fatica a convivere con questi “doni”, anche perché non li consideravo affatto doni! Per me era qualcosa di “invalidante”, qualcosa che mi complicava la vita.
Ho cercato pertanto, per un bel po’ di tempo, di vivere come “gli altri”, adattandomi ad una vita di superficie. Ma tutto quello che percepivo non mi abbandonava e io non sapevo con chi parlare perché mi avrebbero giudicata matta! Ed il giudizio mi faceva così paura…
Come mi avrebbero vista “gli altri”? Poi, ad un certo punto in cui mi sentivo sospesa nel vuoto poiché non ero me stessa e vivevo in un modo che non mi apparteneva, ho deciso che avei dovuto com- prendere. Comprendere cosa accadeva dentro di me, comprendere perché mi arrivavano quelle immagini e quelle percezioni, comprendere perché il giudizio degli “altri” mi faceva così paura, comprendere perché immagini e sensazioni venivano per forza catalogate dalla mia mente come qualcosa di “maligno”…

E qui cari lettori, mi fermo.
Qual è la conclusione secondo voi? E soprattutto, quanti hanno vissuto esperienze simili? A voi lascio l’ardua sentenza. Un abbraccio.

 

Autore: Aradia
Messo on line in data: Ottobre 2013