GEOMETRIA OCCULTA: IL MENHIR GNOMONE di Gaetano Barbella

I segni dei luoghi sacri

Jennifer Westwood, nell’introduzione del suo libro Atlante dei luoghi misteriosi, pone in evidenza il loro carattere sacro. Essi sono posti dove l’uomo ha dovuto lottare contro le forze della natura e ha cercato un contatto più diretto con gli dei e gli spiriti. Questi luoghi spaziano dalle cattedrali, come quella di Chartres in Francia e di Santiago de Compostella in Spagna, alle imponenti pietre del tempio di Stonehenge e ad altri centri conosciutissimi dell’antichità di Giza, Palenque e Cuma.
Modellati e incisi da popoli sconosciuti, i Paesaggi Simbolici includono tra gli altri le linee e gli immensi disegni del deserto di Nasca in Perù, Ayers Rock e l’isola di Pasqua con le sue gigantesche statue. Nella sezione dedicata alle Antiche Città Scomparse, che furono un tempo potenti e influenti agglomerati urbani, sono inclusi gioielli come Machu Picchu, roccaforte degli Incas, Petra, l’enigmatica città costruita tra le rocce del deserto giordano, Knossos, Teotihuacan, Angkor, dove si trova il più grande edificio religioso del mondo, e Chaco Canyon.

Le terre Perdute sono i regni scomparsi senza quasi lasciare traccia e che forse furono culla della nostra civiltà: tra questi la mitica Atlantide, sprofondata nei mari, il leggendario Eldorado, Shangri- La, la comunità ideale dove non esisteva la corruzione. ».
Tutti questi luoghi, pregni di misteriosità, ci hanno lasciato la loro traccia, più o meno incisa nel suolo terrestre. E se non fosse per il fascino che essi hanno esercitato su studiosi e avventurieri, turisti e amanti di curiosità, il loro segreto recondito sarebbe restato per sempre come cosa vana, precluso per sempre, per l’eternità. Forse è in questo dilemma la sede della saggezza eterna esposta incertamente all’uomo, come un frutto da cogliere assolutamente.

Al di là della spinta umana verso la religione, il modo intimo di affrontare l’approccio a questa suprema saggezza, resta senza dubbio la dura ed enigmatica prova, al cospetto del “segno” lasciato più o meno profondamente dai nostri antenati, come una loro traccia di “dita” che sporgono dalla terra ove essi furono sepolti. E la sacralità qui si impone con assoluto rispetto e così il “segno” diventa per l’uomo il banco di prova per la conoscenza di sé e per prima cosa la terra dove egli poggia i suoi piedi. E così la geografia e l’astronomia si spalanca davanti a lui mostrandosi nella sua meravigliosa vista. Il “segno” è perciò ritenuto potente mezzo della sacralità di cui è pregna, come una fontana perenne che sgorga continuamente abbeverando l’uomo e facendolo progredire. Di qui sono le quattro direzioni geofisiche e astronomiche a porre l’uomo nella sua naturale posizione verso di esse e distinguerli uno dall’altro. Ma egli sa, grazie ai “segni sacri” lasciati dai suoi avi, quale sia la direzione “fortunata” da tener da conto perché è l’eredità che essi hanno lasciato per essi.

Ma non c’è “fortuna” senza il rovescio che è il prezzo da pagare per progredire. Ecco il risvolto della saggezza tanto da far sembrare “sfortuna” e “disgrazia” portare quel segno, una sorta di croce sulle spalle, magari per tutta una vita.
Di qui, per entrare nel tema di questo scritto sul menhir dell’altare di Monte d’Accoddi, posto all’estremo Nord della Sardegna occidentale, sorge questa domanda: dove, dunque il “segno sacro”, l’ipotetica traccia della direzione lasciata dai costruttori di questo strano manufatto antico di circa 4600 anni fa? In anteprima, con il titolo e immagine iniziale, ho lasciato capire che il misterioso menhir sia una sorta di “segna tempo” e più precisamente funga da gnomone, ossia somigliante a uno stilo di una grossolana meridiana. Fino ad oggi nessun archeologo, che si è occupato del monumento sacrale di Monte d’Accoddi, ha mai formulato questa mia ipotesi gnomonica del suddetto menhir, ch’io sappia, ma con questo scritto mi propongo di dimostrarlo. Prima è d’uopo però, che parli del sito archeologico sorto a Monte d’Accoddi per descrivere la sua presunta origine e la conformazione strutturale dei resti emersi dalla ricerca archeologica…

Scarica il file in formato .pdf  Il Menhir gnomone

 

Autore: Gaetano Barbella
Messo on line in data: Dicembre 2017